Bobó de Camarão: storia e ricetta di un antico piatto rituale che unisce tre mondi
L’8 dicembre, anche in Brasile, si festeggia l’Immacolata Concezione. Ma non solo: è soprattutto il giorno di Oxum, la dea dell’amore e della femminilità afro-brasiliana. In Brasile, come in tutta l’America Latina, quando gli europei colonizzatori imposero il Cattolicesimo, le popolazioni indigene non rinunciarono del tutto alle proprie divinità, ma le associarono ai santi cristiani. Nasce così il sincretismo religioso, dove antichi rituali si intrecciano alla liturgia cattolica.
In onore alla Dea Oxum, in Brasile si prepara un piatto rituale che porta con sé tutte queste influenze culturali: il Bobó de Camarão, di cui vi parliamo oggi grazie al cuoco brasiliano Enrico Bocconi Azdinho.
Bobó de Camarão: che cos’è, storie ed origini
Enrico, di cui vi avevamo già parlato a proposito del Capodanno e del Carnevale in Brasile, ci racconta oggi la storia di un piatto che una volta era considerato una “pappa povera”, ma è diventato poi ricco e raffinato. Il Bobó de Camarão odierno, infatti, ha una triplice influenza: un piatto che unisce tre mondi. Si tratta infatti dell’adattamento di una pietanza rituale africana a base di gamberi, arricchita da ingredienti della cultura Indios, come la manioca e la farofa, elementi tipici della cucina di Bahia, come il latte di cocco e l’olio di palma, e dall’influenza della cucina europea che si esprime nel fumetto di gamberi. Inizialmente, il Bobò si preparava per rendere omaggio a Oxum, dea dell’amore e della prosperità, all’interno del culto Candomblé.
Questa religione di origine africana, sbarcata nel continente americano insieme agli schiavi Yoruba nel XVI secolo, consiste nel culto degli Orixa, divinità rappresentanti archetipi antropologici ed emanazioni del Dio unico, Olorun. Come sappiamo, i colonizzatori portoghesi portarono il Cattolicesimo in Brasile e cercarono di convertire sia i nativi sia gli schiavi africani, catechizzando la popolazione e impedendole di professare liberamente la propria fede. La storia ci dimostra però che, nonostante le imposizioni, sia impossibile cancellare la cultura e la ritualità di un popolo. Infatti, in tutto il continente, le divinità antiche e i riti rimangono ancora oggi vivi, spesso celati dietro ai festeggiamenti per i santi cattolici e alla liturgia importata dagli europei. In molti casi anche la cucina diventa un modo per rafforzare la memoria del passato dei popoli indigeni. Ecco che il Bobó de Camarão è il bagaglio di una memoria antichissima, simbolo del sincretismo religioso.
Il culto della Dea Oxum, divinità creola dell’amore e della femminilità
Il Brasile è una delle nazioni con il maggior sincretismo religioso. L’8 dicembre è il giorno in cui si celebra la Dea Oxum, in coincidenza con la Festa dell’Immacolata Concezione che onora la figura della Vergine Maria, secondo la Chiesa Cattolica. La scelta di abbinare il culto della dea dell’amore afro-brasiliana alla Madonna cristiana non è affatto casuale. Oxum, secondo la religione Candomblé, è colei che mantiene in equilibrio la fertilità della natura. È la dolce madre dei popoli antichi e nuovi, è la figura che intercede tra essere umano e divino. Conosciuta anche come Osùm o Osùn, è la rappresentazione della sensibilità, della delicatezza femminile e simbolo dell’essenza della vita. Madre Oxum ama le acque calme e con la sua energia si dice possa placare i cuori degli innamorati. Il culto di questa divinità è ancora vivo nel Brasile odierno. Maria Bethania, cantante brasiliana, sorella di Caetano Veloso, le dedica più di una canzone, celebrando la potenza del femminile rappresentata da questa divinità creola, dea della fertilità e del parto. Così come la Dea Oxum nasce da acque tranquille e feconde, il piatto che ne celebra il culto è un morbido “mare” di salsa di manioca che abbraccia i gamberi e il cuore di chi ha il piacere di assaggiarlo.
La ricetta del Bobó de Camarão
Ecco la ricetta di questa delizia che ci ha fornito la mamma del cuoco Enrico, Fernanda Bocconi Azadinho, autrice del libro Sabor Brasil (edito da Hoepli). Le dosi sono per circa 6/7 persone.
Ingredienti
- 1 kg di gamberi crudi con il guscio (medi o grandi)
- 1 kg di manioca (circa 800 g di manioca sbucciata)
- 4 cucchiai di olio d’oliva
- 1 cipolla media tritata
- 2 spicchi d’aglio tritati
- 3 pomodori maturi pelati, senza semi e tritati
- 2 cucchiai di cipollotti verdi tritati
- 2 cucchiai di prezzemolo tritato
- 2 cucchiai di coriandolo fresco tritato
- 1 foglia di alloro
- 200 ml di latte di cocco
- 1 cucchiaio di olio di palma
- succo di ½ lime
- sale e pepe
- peperoncino tritato
Varianti
- 1/4 di peperone rosso, tritato fine o frullato, da aggiungere al soffritto della cipolla.
- Gamberetti essiccati idratati e macinati, sempre per arricchire il soffritto.
- Potete utilizzare 500 g di carne di pollo al posto dei gamberi.
- Anacardi tritati da aggiungere al piatto pronto.
Procedimento
- Lavate, sgusciate e rimuovete l’intestino dalla schiena dei gamberetti con l’aiuto di uno stuzzicadenti. Condite con sale, pepe e succo di lime e metteteli da parte.
- In un pentolino fate tostare per qualche minuto i gusci dei gamberi con un filo d’olio. Aggiungete 500 ml di acqua e fate bollire per 5-10 minuti. Lasciate raffreddare e passate al setaccio per eliminare i gusci.
- Tagliate la manioca a tronchetti e sbucciatela. Tagliate i tronchetti a metà, eliminate il cordone fibroso centrale di ogni tronchetto e riducete la polpa in piccoli pezzi.
- In una pentola unite la manioca e il brodo dei gamberetti, aggiungendo l’acqua necessaria per coprire i pezzi di manioca. Cuocete con un coperchio finché la manioca diventa molto tenera e inizia a sfaldarsi.
- Unite il latte di cocco e schiacciate la manioca con una forchetta o frullatela fino ad ottenere un purè denso.
- In una pentola capiente rosolate la cipolla con l’olio fino a quando diventa morbida. Aggiungete l’aglio, il peperoncino, i pomodori, i cipollotti, il prezzemolo, il coriandolo e la foglia d’alloro. Lasciate appassire a fiamma dolce.
- Aggiungete i gamberetti e fate cuocere per pochi minuti.
- Unite il purè di manioca al soffritto di gamberi e mescolate bene. Aggiungete l’olio di palma, eliminate la foglia di alloro, assaggiate e aggiustate il condimento. Se è troppo denso aggiungete un po’ di acqua o di latte di cocco.
- Servite in una pentola di terracotta con il riso bianco come accompagnamento.
Pronti ad assaggiare questo gustoso e sorprendente piatto “divino”, che unisce tre mondi?
Immagine in evidenza di: Ryzhkov Photography/shutterstock
Leggi anche
L’articolo Bobó de Camarão: storia e ricetta di un antico piatto rituale che unisce tre mondi sembra essere il primo su Giornale del cibo.