FIVI 2024: Bologna celebra i vignaioli indipendenti

Calici di vino

Un rocambolesco weekend quello del FIVI, tenutosi a Bologna Fiere il 23, 24 e 25 Novembre. Giunto alla sua tredicesima edizione, ha visto esposti gli stand di circa 1000 vignaioli indipendenti, pronti a far assaggiare le proprie novità tenute in serbo da ormai un anno nelle loro cantine, per una degustazione che ha superato gli 8000 viniC’erano professionisti e appassionati, in cerca di bottiglie sorprendenti, gusti mai toccati, cantine mai assaggiate. La fiera si è distribuita su due padiglioni, accompagnata dagli immancabili street food provenienti da tutta Italia: bombette pugliesi, panelle, lampredotto e le immortali tagliatelle con il ragù alla bolognese.

Ma facciamo un passo indietro…

Cos’è la FIVI?

Ingresso di FIVI, vignaioli indipendenti
PH Sabrina Bizzarri

Nata nel 2008, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti è un’organizzazione senza scopo di lucro che oggi conta più di 1.700 soci. Nasce con l’obiettivo di tutelare il mestiere del Vignaiolo, rappresentandolo di fronte alle istituzioni e promuovendone la specificità. Ogni anno la fiera si presenta come un vero e proprio manifesto dei valori che accompagnano i produttori ad ogni passaggio della loro produzione, costante e naturale.

Chi è il vignaiolo indipendente?

Coltiva le sue vigne, vinifica la sua uva, imbottiglia il suo vino e cura personalmente la vendita dello stesso, sotto la propria responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta. Impegnati quotidianamente in un processo che segue tutta la filiera di produzione, i Vignaioli operano per custodire, tutelare e promuovere il territorio di appartenenza.

Le scoperte targate FIVI 2024

Degustazione di vino a una fiera
Hadrian/shutterstock

SaturnoCignoli Clio

Un vero “chapeau” di certo va a questo Sangiovese in purezza che sorprende grazie all’affinamento in tonneau, una botte di legno utilizzata nella regione di Bordeaux per la conservazione e la maturazione dei vini; grazie alla sua capacità di trattenere odori, aromi e sentori, ha conferito a questo uvaggio, che di solito risulta molto dritto, delle note delicate e persistenti.

Timox e Bruma D’autunnoI Carpini

Casa vinicola che segue un’etica olistica, in cui ogni elemento vive in simbiosi e armonia con l’altro. Il sole, il vento, l’acqua accompagnano la mano delicata dell’uomo, facendo nascere dei grandissimi vini piemontesi. Timox 2020 è un orange wine timorasso in purezza, ottenuto dalla macerazione in piccole anfore di ceramica, non filtrato, e alla bocca presenta una piacevole sapidità. Bruma D’autunno è, invece, ottenuto da uve Barbera di un vitigno del 1926. Paolo Ghislandi, proprietario dell’azienda vinicola, descrive questa bottiglia come una donna matura che ha lottato per arrivare all’apice della sua carriera, una ballerina che danza sul palco senza toccare il suolo con eleganza, professionalità e costanza. La stessa reazione ha la Barbera in bocca, che danza nel palato e dona sentori di terra umida, funghi, muschio, accompagnate da note di frutti rossi e un retrogusto balsamico.

Menùz 2017Sergio Moro

Un’altra scoperta di quest’anno è sicuramente questo brut nature non dosato. La scelta della cantina di lavorare con la glera, l’uva simbolo del prosecco, avrebbe potuto seguire una strada più semplice, ricorrendo al classico metodo Martinotti. Invece, Sergio Moro ha osato, scegliendo il metodo classico e lasciando il vino sui lieviti per ben 50 mesi. Un progetto ambizioso che nasce, come racconta il produttore, “dalla volontà di rendere giustizia a delle uve che talvolta vengono sottovalutate e dalla sensazione che per creare un vino per noi innovativo bisognasse partire dalle basi del passato.” Un nuovo modo di bere glera, un vino burroso, cremoso, con una bolla elegante e un gusto sorprendente, che può accompagnare tranquillamente il pasto. Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’uva glera.

E tu, quale vino proposto a FIVI vorresti degustare?

 

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