Dopo un restyling radicale, ha riaperto Iyo, il ristorante fondato da Claudio Liu
Solidità. Il progetto di Iyo a Milano, fin dalla sua apertura nel 2007, ha senza dubbio dimostrato, tra le altre, questa importante qualità. La ricerca costante dell’eccellenza, la capacità di costruire il primo ristorante giapponese in Italia in grado di ottenere una stella Michelin, la straordinaria abilità nel fornire ai propri clienti un servizio personalizzato, attento e mai invadente: sono altre qualità che Claudio Liu ha messo in mostra sia nella guida di Iyo, sia delle insegne nate successivamente: Aalto (altra stella…), Iyo Omakase, il delivery e take away Aji. Tutti successi meritati.
Tornando al primogenito Iyo Experience, torniamo anche al concetto di solidità: non è per nulla scontato, e nemmeno frequente, che un ristorante mantenga la propria identità e conservi l’eccellenza della propria offerta gastronomica passando attraverso cambiamenti anche di prima importanza. Per l’insegna di via Piero della Francesca è stato così: si sono passati il testimone chef anche piuttosto diversi tra loro, il locale ha gradualmente modificato e ampliato la proposta e i propri spazi (nel 2011 e nel 2016), restando un punto di riferimento irrinunciabile per l’alta cucina giapponese, e per il sushi in particolare.
[[ima2]]Con l’ultimo rinnovamento arriva l’ennesima conferma di questa solidità. Con l’ultimo servizio lo scorso 31 dicembre 2023, il ristorante di Liu ha chiuso le sue porte per affrontare un restyling radicale. Nuovi e più ampi spazi, con lo scopo non solo di allargare, ma soprattutto di ridefinire la propria offerta gastronomica in senso ancor più ambizioso e di poter garantire ai clienti ancora più attenzioni.
«Alcune delle idee che hanno ispirato questo rinnovamento – ci ha detto Claudio Liu – le abbiamo in mente da molti anni, mentre la progettazione vera e propria è iniziata nel 2022. I lavori sono iniziati a ottobre 2023, in particolare intervenendo sulla parte dei magazzini, dove abbiamo creato un nuovo laboratorio. Poi è arrivato il momento di chiudere: dal 1 gennaio fino al 15 giugno, quando abbiamo riaperto, abbiamo lavorato senza sosta».
Come sapranno bene molti nostri lettori, Iyo non ha smesso di accogliere i propri clienti in questi mesi: altrettanto importante, anche per la valutazione della solidità di cui dicevamo, è stato dimostrare che pure in una collocazione temporanea, chiamata appositamente Iyo Temporary, la qualità gastronomica messa in campo dallo chef Katsumi Soga e dal pastry chef Luca De Santi, poteva rimanere invariata. Dopo alcuni mesi passati in piazza Alvar Aalto, a pochi metri dalla sede di Aalto e di Iyo Omakase, la squadra è tornata in via Piero della Francesca 74.
[[ima6]][[ima7]]La nuova inagurazione è stata il 15 giugno, mostrando tutte le novità: più spazio (ora sono 800 i metri quadri su cui si articola il ristorante), quindi una sala più ampia, ma anche un nuovo banco completamente a vista per la cottura robata (la griglia giapponese). La vista sulla cucina è davvero affascinante, anche per la coerenza estetica di ogni dettaglio, che rende Iyo Experience perfettamente in linea con lo stile minimal e iper-contemporaneo di Aalto e Iyo Omakase, curati infatti dal medesimo studio di architettura, che si chiama Lai.
Al team già presentato, con l’executive Katsumi Soga e il pasticciere Luca De Santi, si aggiunge una terza firma, che affianca Soga nel ruolo di executive chef. E’ Simone Tricarico, chef di grande esperienza, passato con ruoli di primo piano nelle cucine di Alain Ducasse, Alain Roux, Michel Bras, Pascal Barbot, Seiji Yamamoto, Giancarlo Perbellini.
[[ima8]]«Simone è un grande professionista – spiega ancora Claudio Liu – molto apprezzato nel settore per quanto sia ancora giovane e guidato da una forte ambizione. Lo seguivo da un po’ e quando ho saputo, attraverso conoscenze in comune, che stava cercando una nuova esperienza, ci siamo incontrati. Lui e Katsumi Soga oggi condividono la responsabilità di firmare i menu degustazione e la carta».
I menu degustazione ora sono due: Condivisione da sette portate salate e un dessert, proposto a 135 euro, e Faccio Iyo da sei portate salate e un dessert, a 150 euro. La carta invece, che è storicamente ampia e articolata, si arricchisce di nuove sezioni, tra cui i Robatayaki, con le cotture robata a cui accennavamo, e i Gyoza, cotti al vapore, come precisa Liu: «Il numero di piatti presenti in carta è diminuito in questi anni, mentre abbiamo ampliato il ventaglio della proposta, volendo abbracciare una clientela ancora più ampia. Non siamo solo un ristorante per chi ama il crudo, ma offriamo un servizio a tutto tondo. Il sushi rimane centrale, è ciò da cui siamo partiti, ma ci siamo gradualmente evoluti dando maggiore importanza alla cucina. Robatayaki, Gyoza, i nuovi secondi che sono entrati in carta, sono i passi più recenti fatti in questa direzione. L’arrivo di Simone Tricarico è coerente con questo nostro impegno e ci arricchisce ulteriormente».
[[ima3]]«Milano è una città in continuo cambiamento – prosegue – sentivamo il bisogno di rinnovarci e di proporre qualcosa di inedito. In questi quasi vent’anni di Iyo avevamo maturato nuove esigenze: volevamo disegnare la casa dei nostri sogni, utilizzando le nostre esperienze e il know how che abbiamo maturato per fare scelte consapevoli. Tra le novità c’è anche lo spazio bar, con anche una piccola carta di proposte dalla cucina: negli ultimi anni sempre più clienti ci chiedevano se avessimo un’area dove poter attendere il proprio tavolo, magari anticipando l’orario d’arrivo al ristorante rispetto alla prenotazione. Questo nuovo spazio è quindi molto funzionale per articolare ulteriormente la cura che abbiamo per chi viene da Iyo».
Otto signature cocktail, altrettante proposte nella lista chiamata Kobachi Bar: abbiamo avuto modo di assaggiare – sono presenti anche nel menu del ristorante – il Sakana Sando, toast di pesci bianchi e crostacei con guarnizione di caviale, e l’Ebisi Wagyu, con uno shokupan cubico, bresaola di wagyu A5, cremoso al tartufo nero e rafano: possiamo garantire sulla raffinata golosità di quei bocconi.
[[ima4]][[ima5]]Nella foto gallery con cui chiudiamo questo articolo, i nostri più recenti assaggi nel rinnovato Iyo: tra classici e novità, ogni portata concorre alla creazione di un mosaico dall’identità chiara, matura, solida, oltre che deliziosa. Una certezza per la ristorazione milanese, che non smette di crescere e di arricchirsi.
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