Addio a Nicola “Nicolo” Pomata, re della cucina carlofortina. Inventò le iconiche Linguine alla Nicolo

Non aveva ancora 80 anni compiuti, lo chef Nicola “Nicolo” Pomata, papà di Luigi, re della cucina di Carloforte il primo e imperatore del tonno il secondo. Se n’è andato nelle scorse ore, Nicolo, dopo che aveva accusato problemi di salute, un malore improvviso, mentre si trovava a Cagliari, lontano dal ristorante che prende il suo nome, Da Nicolo, in quel di Carloforte sull’Isola di San Pietro, nel Sud-Ovest della Sardegna. Aveva appunto 79 anni, 55 dei quali passati ai fornelli, partendo dalla tavola calda aperta insieme alla moglie nel 1969 sul lungomare di Carloforte appunto, fino al successo certificato da premi internazionali e dalle mille attività. Una passione inesauribile, la sua, trasmessa infatti ai figli, Antonello e Maddalena che sono rimasti con lui a Carloforte, mentre Luigi – volto noto della cucina in tv – ha portato quella tradizione nel suo noto ristorante nel centro del capoluogo sardo. 

[[ima3]]Nicolo Pomata era diventato una sorta di mito della ristorazione sarda e le sue iconiche linguine, le Linguine alla Nicolo appunto (con il tonno all’olio homemade, capperi, olive pecorino e scorza di limone), in carta dal 1973, ne erano diventate l’emblema, apprezzato da tutti coloro che s’accomodavano ai suoi tavoli, tra i qualki nomi del jet set, da Gianni Agnelli a Giorgio Armani.

La sua figura era a sua volta emblematica: sempre con il suo fazzolettone in testa, era chiamato da molti “il pirata”, magari pensando che si trattasse di una semplice messa in scena per “darsi un tono” o forse solo un gioco, uno dei tanti aspetti scherzosi e ludici che caratterizzavano la sua personalità. La realtà è che inizialmente Nicolo aveva usato la bandana per semplici esigenze pratiche in quanto, facendo la spola in continuazione tra cucina e sala, il fazzolettone sul capo era l’unico sistema per non presentarsi ai tavoli grondante di sudore. Certo, gli amici ed i clienti l’hanno presa molto giocosamente, tant’è che da allora continuavano a regalargli foulards. E a Nicolo piaceva stare al gioco: la sua collezione ammontava a un centinaio di foulards tutti o quasi avuti in regalo, e l’aspetto da pirata faceva ormai parte del suo look.

[[ima2]]«Ha lasciato il segno sulla cucina della Sardegna, come Rita Denza e Pasqua Salis – lo ricorda Luigi Pomata in una dichiarazione a L’Unione Sarda – Voleva sempre essere attivo, aveva mille idee, anche adesso che era avanti con l’età. Lui era così. È grazie al questo modo di essere che dal nulla ha costruito un piccolo impero. Gli piaceva sperimentare, viaggiava molto e ha fatto in modo che anche noi figli girassimo il mondo. Ma soprattutto non mancava mai il suo sguardo positivo su ogni cosa».

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