I “nuovi” disordini alimentari e la forza dell’ascolto come cura

Oggi, domenica 2 giugno, è la giornata internazionale di sensibilizzazione sui disturbi alimentari che non va confusa con quella del 15 marzo che, invece, è quella nazionale, leggi qui. Per i più, i “disturbi del comportamento alimentare” sono binge eating, bulimia e anoressia, ma in realtà sono molti di più.

Ecco alcuni dei DCA più rilevanti degli ultimi anni ma a molti di noi ancora sconosciuti:

 

  • Ortoressia nervosa: è un disturbo alimentare caratterizzato dall’ossessione per il cibo sano e la dieta perfetta, al punto che questo diventa fonte di ansia e preoccupazione e può portare a comportamenti alimentari estremi e restrittivi.
  • Drunkoressia: la drunkoressia è un termine informale che si riferisce a un disturbo in cui una persona, solitamente giovane, riduce l’apporto calorico durante il giorno per “risparmiare” calorie da spendere durante l’assunzione di alcolici, spesso in contesti sociali.
  • Pregoressia: è un disturbo alimentare in cui una donna incinta si preoccupa eccessivamente del proprio peso e della forma del corpo durante la gravidanza. Questo comportamento può portare a restrizioni alimentari, eccessivo esercizio fisico e altri comportamenti dannosi che possono influire negativamente sulla salute della madre e del feto.
  • ARFID: acronimo di “Avoidant/Restrictive Food Intake Disorder” è un disturbo alimentare caratterizzato da una persistente e significativa riduzione dell’assunzione alimentare, spesso associata a una mancanza di interesse per il cibo, paura degli alimenti o reazioni negative al gusto, alla consistenza o all’aspetto degli alimenti.
  • PICA: è un disturbo caratterizzato dall’ingestione persistente di sostanze non nutritive, come terra, capelli, carta, o altro materiale non commestibile. Può verificarsi in diversi contesti, ma è più comune nell’infanzia, nella gravidanza o in persone con disturbi dello sviluppo. Noto fin dagli anni ’90 quando le modelle ingerivano l’ovatta imbevuta nel succo di limone o nell’aceto per fermare la fame al fine di mantenere la magrezza richiesta a lavoro.
  • Anoressia nervosa atipica: è una variante dell’anoressia nervosa che non soddisfa tutti i criteri diagnostici della forma classica, ma comporta comunque gravi restrizioni alimentari, preoccupazioni eccessive riguardo al peso e alla forma del corpo, e un’impatto significativo sulla salute fisica e psicologica dell’individuo.
  • Vigoressia: conosciuta anche come “bigorexia” o disturbo dismorfico muscolare, è un disturbo psicologico in cui un individuo è ossessionato dall’idea di essere troppo piccolo o non abbastanza muscoloso, portandolo a impegnarsi in allenamenti eccessivi, uso di integratori o persino di sostanze illegali per aumentare la massa muscolare.
  • Night eating sindrome: è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato da un modello di alimentazione in cui la maggior parte del cibo viene consumata durante la sera e la notte, con risvegli notturni per mangiare.

 

[[ima2]]I disturbi del comportamento alimentare (DCA) spesso trovano radici in esperienze traumatiche o stressanti, come abusi, bullismo, pressioni sociali o familiari. Le persone affette possono sviluppare relazioni complesse con il cibo come meccanismo di coping per gestire il dolore emotivo. L’ascolto empatico, attivo e senza giudizio può giocare un ruolo cruciale nel processo di guarigione, consentendo agli individui di esprimere le loro emozioni, comprendere le cause profonde dei loro DCA e sviluppare strategie di adattamento più sane. Un ambiente terapeutico sicuro e solidale può aiutare a riconnettere con il proprio corpo, a costruire una sana autostima e a sviluppare nuovi modelli di comportamento alimentare basati sulla consapevolezza e l’accettazione di sé.

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