L’ascesa della ristorazione d’hotel italiana: 4 nuove tavole nella Guida ai Ristoranti di Identità

I Portici, Bologna
Bologna vive da tempo il paradosso di essere una città illustre per cultura e tradizione gastronomica ma difficile per il fine dining. A tenere alto il vessillo dell’alta cucina è I Portici, ristorante dell’omonimo hotel in centro, dal 2023 palcoscenico delle creazioni di un professionista solidissimo, lo chef campano Nicola Annunziata, cui nella primavera 2024 s’è affiancato un pastry chef di valore, il pugliese Vincenzo Digifico, oltre che un team compatto guidato dalla restaurant manager Noemi Matacchione. Annunziata & C. propongono «una cucina mediterranea senza dogmi», cioè libera di spaziare, risulta limitativo ma didascalicamente utile raccontarla come una crasi tra Campania ed Emilia Romagna ben rappresentata ad esempio da Tortelli_NO[…] leggi l’intera scheda di Carlo Passera

[[ima3]]Follie del Villa Agrippina, Roma
Follienot ordinary fine dining è scritto sul menu della realtà gastronomica del Villa Agrippina, di un 5 stelle lusso isolato dalla capitale, alla base del Gianicolo. Non c’è passaggio, chi va lì lo fa per scelta e questo impone un impegno ancora maggiore a chi ha la responsabilità di Follie. Deve diventare una meta golosa, un desiderio da soddisfare, l’esatto contrario rispetto a mille trattorie nelle zone più battute dai turisti per i quali una vale l’altra. Nuovo chef, Alfonso D’Auria, napoletano, cresciuto in scia alla famiglia Iaccarino. È lì da tempo, ma adesso gli hanno affidato anche le cucine di quello che deve divenire a tutti gli effetti un vero fiore all’occhiello. Vi sono professionisti chiamati da fuori e altri, più rari, che crescono all’interno. Questo è il caso di Alfonso, robusto, concreto e per nulla banale. […] leggi l’intera scheda di Paolo Marchi

[[ima2]]Relais Le Jardin al Lord Byron, Roma
Non tutto ci è dato da comprendere. A volte accomodarsi a un tavolo vuol dire semplicemente fidarsi, compenetrare la visione dell’altro contemplando l’immagine inedita che una data combinazione di ingredienti suggerisce, anche se lontana dai nostri parametri di gusto e forse, oseremmo dire, proprio perché così lontana da essi. O preferiamo forse la gabbia delle convenzioni, mangiare e rimangiare portate straviste? Superiamo il confine del noto e affacciamoci curiosi alla sequenza di creazioni proposte da Massimo Viglietti, cresta, cuore e tatuaggi, al timone della cucina di Relais Le Jardin, il ristorante fine dining situato all’interno dell’hotel Lord Byron, nel quartiere Parioli di Roma. Tecnica da vendere, colore, piatti che non necessariamente convergono verso un centro, ma al contrario portano fuori rotta, fino a chiederci come possa emergere dal magma creativo del cuoco, una simile pulsione. […] leggi l’intera scheda di Marialuisa Iannuzzi

[[ima4]]Otto Geleng del Grand Hotel Timeo, Taormina (Messina)
Solo “otto” tavoli affacciati sulla baia di Naxos e l’Etna. Otto Geleng, intitolato al pittore tedesco, è il ristorante gourmet del Grand Hotel Timeo, A Belmond Hotel, Taormina, il ‘salotto nobile’ inaugurato per i 145 anni dell’albergo. Aperto solo a cena e per un massimo di 16 commensali, ricorda le ville siciliane di un tempo, per l’ambiente e i dettagli, dal tovagliato sfilato siciliano alla posateria Christofle Parigi in pezzi d’argento unici. È influenzata dai ricordi d’infanzia la proposta dell’executive chef Roberto Toro, siciliano doc che, legato ai valori della dieta mediterranea, ogni stagione racconta la sua Sicilia, con creatività e raffinatezza, esaltando le migliori materie prime. […] leggi l’intera scheda di Elisabetta Canoro

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