Rinnovamento a Venezia: 9 indirizzi da non perdere

Potrei raccontare la Venezia gastronomica a cominciare dai bacari, rievocando il ticchettìo dei bicchieri, il profumo del saor, il vociare che si fa sempre più rumoroso con il passare delle ore. Oppure potrei partire dall’esperienza di una raccolta in barena, tracciando la rotta di un barchino che s’insinua nel labirinto d’acqua per intercettare particolarissime specie vegetali. O ancora, concentrarmi sulle consuetudini dei mercati rionali, sulle eccellenze ortofrutticole dell’isola di Sant’Erasmo, sulla moltitudine di storie legate al commercio di qualsivoglia genere alimentare.

Si potrebbe… ma probabilmente oggi, parlare di cibo a Venezia significa soprattutto parlare di rinnovamento. A tratti in corso, a tratti accennato. Sicuramente necessario. Intrattenendosi con i (pochi) veneziani che la abitano se ne comprende l’urgenza: c’è voglia di misura, lentezza, identità. Di ritrovarsi, oltre che di rinnovarsi. La buona notizia è che la cucina, l’arte, l’architettura e le contaminazioni possono solo che fungere da traino. Pare spetti a loro il compito di riportare questa città – che ha sempre fatto dell’incontro un’opportunità – a un andare migliore.

Per cosa può passare questo rinnovamento? Sicuramente per progetti che mettono in connessione. Penso, parlando di cibo, a iniziative come Tocia, un collettivo gastronomico promotore del dialogo tra persone, territorio e cucina. Ma anche ad associazioni come Batipai, che mira a far rivivere e valorizzare il rapporto sinergico tra uomo e acqua. Sono poi molte le insegne, storiche e nuove, che danno il loro contributo. Alcune con iconici personaggi e la propria inclinazione conviviale; altre attraverso l’esaltazione dei tratti che hanno reso Venezia famosa nel mondo; altre ancora con la sperimentazione.

Ecco una lista di locali in cui l’andare promette rinnovamento… e ritrovamento. Alcuni hanno aperto da poco.

[[ima3]]Bacàn
Una bella novità ispirata alla cucina latino-americana in senso ampio, senza preclusione alcuna. Il nome è invece un ponte culturale a tutti gli effetti (fatevi spiegare perché). È ristorante e mezcaleria. C’è il giusto tepore nei tacos quanto nell’aria che si respira. La cocktail list merita ripetuti passaggi!

Carovansarà
Nato come costola del fortunato progetto Orient Experience, è il posto ideale in cui respirare la connessione tra Venezia e il Medioriente. Cicchetti originali, vini naturali e una curioso spritz allo zafferano, per un tuffo culturale sgargiante.

Pietra Rossa
Dopo Al Covino, un nuovo capitolo per Andrea Lorenzon. Un posticino in cui mangiare bene bevendo benissimo. C’è un kamado in cucina e un delizioso giardino. Il tutto condito dalla maestria dell’oste.

Osteria Giorgione Masa
C’è poco da girarci attorno: è una delle insegne più interessanti della città. Masahiro Homma, di origini giapponesi, da 16 anni in Italia, propone da poco più di 3 anni una cucina fusion fondata su materie prime di altissima qualità. In questa piccola porzione di Venezia si respira l’essenza della contaminazione. Vini naturali a rotazione e tanta convivialità.

Venice Venice
Vista sul Canal Grande e una cocktail list che abbonda di strepitosi signature (anche alcohol free, sempre più apprezzati dagli stranieri). È il posto in cui farsi del male facendosi bene, circondati dalla magia che esce da ogni interstizio.

[[ima2]]VinoVero
Quando hanno aperto, nel 2014, hanno tracciato un solco netto in tema vino. Ancora oggi rimane il porto sicuro in qualsiasi momento, da mezzodì a serata inoltrata, per infiniti bicchieri e altrettanti cicchetti. Carta dei vini (naturali) luuuunghissima!

Torrefazione Cannareggio
(Purtroppo) questa storica torrefazione, fondata nel 1930, rimane l’unico indirizzo di riferimento per il caffè. Un peccato per una città che potrebbe riscoprirsi attraverso questa bevanda, accogliendo anche altre modalità di consumo. Comunque, per fortuna ci sono loro, con formidabili miscele e buonissimi monorigine. Perfetto per le soste lunghe, anche muniti di libro.

Birraria La Corte
Mangiare una pizza ben fatta a Venezia non è per nulla scontato. A Campo San Polo c’è questo riferimento, che è anche ristorante. Farine venete, ingredienti (ove possibile) dei dintorni o campani. La pizza si può definire in stile napoletano, l’atmosfera totalmente local.

Al Covo
Quante volte mi è stato chiesto: dove vanno a mangiare i veneziani? Dove ghe xe el pesse bon! Al Covo, dietro a San Marco, è uno di quegli indirizzi. È riconosciuto per la qualità indiscussa delle materie prime, dal pescato fresco all’olio extra vergine di oliva. Dateci dentro con tutto il pesce… ma con riguardo: seguono dolci pazzeschi e ottimi formaggi! Ps. Innovarsi significa anche essere sempre attuali. Al Covo insegna. 

[[ima4]]Non ho citato gli indirizzi super noti alla cronache ma sono tanti – dal Local a Venissa, passando per le insegne dell’ecosistema Alajmo – a cui bisogna dare merito. Grazie alla loro capacità di lettura e interpretazione, e al sentimento per questa città, stanno da tempo dettando il ritmo. Auguriamoci che sempre più menti e progetti si sincronizzino.

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