Torino, la top ten del bere bene

Affini
Non uno, ma due gli indirizzi di Affini a Torino: segno che il lavoro svolto con il primo, quello di San Salvario, è stato buono. Qui, oltre a una cucina giocata su tapas efficaci, ci si focalizza sul territorio e sulla sostenibilità che iniziano con l’autoproduzione e si portano dietro una filiera attiva, coerente, sulla quale si basano i drink.

Affini occupa gli spazi del vecchio magazzino del vermuth Anselmo, ed è proprio dal vermouth che si è voluti ripartire, vanto un po’ dimenticato della città di Torino, dove è nato. Va dunque in degustazione e persino in produzione, insieme ad altri distillati, tra cui un fernet e un gin distillato con olive taggiasche, notevole. In carta troviamo l’offerta di Spritz Subalpini e accostamenti di liquori e ingredienti ben pensati, in linea con lo spirito new-sabaudo che questo locale interpreta assai bene. Un esempio? Il cocktail Gola, con bourbon, fiori d’arancio e Nebbiolo rosato. 

Azotea
Un locale che mancava a Torino, a pochi passi dalla centralissima piazza Vittorio, si compone di tre ambienti: la Saletta Tropicale, la Sala Verde e la Cocktail Room con un ampio bancone in legno e una vasta bottigliera. Tanta vegetazione attorno alle 10 sedute nei tavoli e 6 al bancone. Azotea, dallo spagnolo “terrazza”, è il progetto di Matteo Fornaro (bar manager) con la socia nonché compagna di vita Noemi Dell’Agnello: i due dalla Liguria sono approdati nel cuore della città imponendosi in poco tempo sia per la cucina nipponica, sia per un’impostazione dei drink che mette al centro l’ingrediente e quanto riesce ad esprimere sfruttando il milk washing, la cryo-infusione, la disidratazione o le cotture sotto vuoto.

Un laboratorio di ricerca che crea stagionali drink list che si snodano in due sezioni. Da un lato c’è la Sips Pairing, un menu fisso da sei drink a bassa gradazione alcolica; e dall’altra una selezione di una ventina di pre ed after dinner ricercatissimi a base di Campari, vermouth, gin, pisco, tequila e mezcal. In carta anche una piccola proposta dedicata ai no alcol, su richiesta è possibile ordinare i classic, distillati lisci oppure on the rocks.

Bar Cavour
All’interno del complesso del Del Cambio e incastonato in una delle piazze più belle di Torino, il Bar Cavour è oggi un punto di riferimento speciale per il capoluogo piemontese. Non solo per l’importanza e il prestigio di tutti i locali che fanno parte del gruppo (il ristorante Del Cambio guidato da Matteo Baronetto e la Farmacia Del Cambio), ma pure per la grande riservatezza e intimità dei suoi spazi: un salotto in boiserie nera e pareti color ottanio, i tavoli illuminati con luci tenui e soffuse, un bancone imponente come da classico american bar, una proposta facile da interpretare ma mai banale.

Le dimensioni raccolte e l’impostazione quasi da salotto ricordano quelle di un club riservato a pochi ospiti, lontano dal via vai della piazza circostante. La possibilità di attingere da un piccolo menu di piatti e snack consente di trascorrere qui piacevoli serate sorseggiando Martini, provando più assaggi e facendosi consigliare il meglio dal bar manager Marco Torre e da tutto il suo staff.
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Barz8
A pochissimi passi dal pieno centro di Torino, con affaccio sulla maestosa scalinata della Gran Madre, Barz8 restituisce già nel suo arredo una sensazione di essere fuori dallo spazio e dal tempo, in appena 35 metri quadrati, con soffitto a volta, arredi caldi e minimal con elementi vintage e moderni che si fondono assieme. Già dall’apertura, il locale si è imposto per la sua offerta che prevede una Carte del Gusto in cui l’ospite sceglie le basi della propria bevuta: insomma, i drink sono realizzati sull’ascolto delle preferenze del cliente.

Così l’indirizzo si è affermato come laboratorio del sapore, originale e profondo grazie all’ampissima selezione di etichette di distillati e liquori, oltre 600 referenze tutte ben visibili dal bancone bar. Novità più recente è l’inaugurazione della Terrazza 1883 by Barz8, progetto condiviso con il ristorante Caprera 1883, all’interno di uno dei circoli remieri più antichi d’Italia. Barz8 è luogo non solo di condivisione, ma soprattutto di scoperta del proprio palato: merito di Luigi Iula, di Salvatore Romano e del loro team. Sfoggiano tanta empatia e straordinaria capacità di selezione di tequila, vermouth, vodka, toniche e gin. Che amalgamo assieme in drink sofisticati ma leggibili.

D.One
Si pronuncia done: “fatto”, in pratica. Aperto nel 2017 in zona San Salvario, l’indirizzo di Simone Nervo e Vanessa Vialardi si è imposto per la sua filosofia sofisticata ma nello stesso tempo comprensibile, accessibile a tutti. Qui si viene intanto per provare i must sempre in carta (a 9 euro): parliamo di Aria di Torino, Torinese riservato e Cervezita.

Il locale, dallo stile indefinito, con elementi urban e retrò, richiama un’atmosfera anni ’30. Vanta un ampio dehors esterno, dislocato nelle due vie ai lati del cocktail bar. Due anche le novità più recenti: l’aumento della metratura del locale e il cambio menu. Simone, che ci aveva già abituato in passato a veri e propri progetti artistici, ha deciso di portarci a zonzo tra i continenti. Around the world in eight cocktails è una corsa contro il tempo e una sfida del gusto: «Se il giro del mondo dovesse avere dei sapori, quali sarebbero?». Eccoli: da Londra all’Africa, dall’Asia all’America, 12 drink, di cui 4 no alcol, presentati in ordine crescente di gradazione. I conservatori dell’aperitivo possono pescare dal menu di 8 proposte dedicate ai pugili degli anni ’20-’50, si chiama Make Americano great again. Tanta creatività si abbina a una bella offerta di tapas, piatti caldi e burger.

Dash
San Salvario, quartiere alle spalle della stazione di Porta Nuova a Torino, è conosciuto per essere il centro di una scena notturna cittadina che non conosce orari. Proprio qui troviamo il Dash, nel cuore di largo Saluzzo, una piazza di medie dimensioni, sorta di slargo cui accedono varie vie e che, senza particolari indicazioni, è da sempre un luogo di ritrovo, di appuntamento, di chiacchiere. Dall’esterno vi stupirà vedere che il locale, a differenza del suo aspetto su strada, è in realtà di dimensioni importanti, spazioso, con infinite sedute al bancone, grandi aree lounge con tavolini bassi e divanetti e un design particolarmente moderno e minimalista.

La sua doppia anima di cocktail bar d’autore e lounge bar ha da sempre concesso al Dash una versatilità di fruizione, qui si ritrovano fasce di pubblico molto diverse tra loro, dall’appassionato di miscelazione, al nerd, ai ragazzi in cerca di buona musica e good vibes. A soddisfare tutti quanti è Luca Granero, volto nonché anima vibrante dell’insegna, bartender energico e visionario che guida un team di ragazzi giovani e affiatati. Vi assicureranno una serata più che divertente.
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La Drogheria
Affacciata sulla centralissima piazza Vittorio (la più grande in Europa), La Drogheria è un locale urban chic diventato un’istituzione quando si parla di mixology in città. O, per meglio dire, di movida. Location per musica, serate speciali, feste a tema, nonché sede di workshop per le aziende che commercializzano spirits, è diventata un punto di ritrovo che fa della sua storia ventennale il suo caposaldo, riuscendo peraltro a essere sempre all’avanguardia se si guarda ai trend. Lo conferma il fitto calendario di guest, che vede come protagonisti i migliori barmen sulla scena internazionale. Ci si gode d’estate un immenso dehors esterno, mentre d’inverno è piacevole accomodarsi all’ampio social table in legno, nella sala cinema o sui comodi divanetti.Sergio Pisu e Marco di Muro sono le menti di ogni drink list, che invita a guardarsi dentro proponendo suggestioni inedite attraverso tecniche di miscelazione alternative. Gin, liquori, sake e whisky le basi principalmente usate, ma non mancano rum, tequila, calvados e vermouth. I cocktail risultano freschi, amaricanti, bitterati e salati, ma anche dolci e floreali. Immediati al gusto non significa semplici: sono frutto di una profonda conoscenza dei prodotti usati, tra i quali molte preparazioni homemade.

Mad Dog Social Club
Torino non è una città facilissima per il mondo della mixology, nonostante l’aura sabauda dell’aperitivo con vermuth che si porta dietro. Mad Dog Social Club è stato quindi una sorta di apripista del genere: uno speakeasy nel vero senso della parola a cui si accede attraverso parola d’ordine e che proietta in uno scantinato newyorchese, in un attimo. Qui i punti fondamentali sono due, il buon bere e la musica. Proprio come i veri, antichi speakeasy americani del proibizionismo.Mad Dog Social Club è quindi un luogo di incontro per chi vuole fare ottimi sorsi e, insieme, ascoltare molta musica, con una particolare predilezione per il jazz. Per quanto riguarda le miscele, non vi troverete ricette scontate. Se da una parte si hanno i classici (tra cui un ottimo Vieux Carré), da sempre l’impronta è quella della territorialità e dell’utilizzo di ingredienti piemontesi. Una formula che ha convinto Torino, che l’ha eletto a cocktail bar cittadino per eccellenza, dove lo Spritz non viene nemmeno preso in considerazione. 

Piano 35
All’ultimissimo piano (non al 35° ma al 37°) del grattacielo Intesa Sanpaolo realizzato dall’architetto Renzo Piano, ecco il cocktail bar che si guadagna la sua scena in città creando un’atmosfera unica e dal respiro internazionale. Una sessantina di sedute, più quelle dedicate al bancone, godono appieno dell’installazione α-cromactive, realizzata dallo studio Migliore+Servetto Architects. Arredo minimal, vegetazione e ampissime vetrate sono quanto circonda chi si vuole concedere un aperitivo a base di vermut e gin, sebbene l’offerta di rhum e cognac non sia da meno.

Qui, a guidare il format, c’è Simone Sacco, figlio di Marco Sacco, chef bistellato al Piccolo Lago (e 1 stella Michelin nello stesso Piano 35, dal 2022). In carta, 3 i drink alcol free da scegliere in alternativa a signature che sintetizzano i viaggi e le esperienze all’estero di Simone: a base di gin, vodka, bourbon e porto contaminati da sapori che richiamano il Piemonte, come l’amaretto e la nocciola. Da provare Bicerin e Sebun. Non mancano rivisitazioni dei più noti Spritz, Gimlet e Margarita, molti i cordial studiati per completare le ricette di un’offerta contemporanea.
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Sciarada
Poco distante dalla Stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, nel cuore del quartiere di San Salvario, già ricco di locali, da qualche tempo si è aggiunto Sciarada, che si presenta sia come bistrot, sia come cocktail bar. L’offerta food, piuttosto cosmopolita, accontenta tutti i gusti, un luogo informale per un aperitivo con salumi e tapas, ma adatto anche per chi vuole pasteggiare con vini Triple A e drink classificati come Corposi, È sempre estateClassici di Sciarada e Classici dimenticati.  All’ingresso non si può non notare la bottigliera illuminata, ma non accecante, quanto basta per leggere i nomi dei distillati scelti di Gin, Tequila, Rhum e Vodka. Menù efficace, con spiegazioni efficaci sui drink e i bicchieri in cui saranno serviti. Nell’ Acqua e Dominican Mule i sapori sono freschi e veraci, di buona persistenza al sorso, nel Profondo rosso, invece, la percezione del gusto è sia speziata che affumicata. Mood che, peraltro, troviamo in quelli che sono i Classici di Sciarada come Ancho Margarita e Fumo di Porto.

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