Nino Negri e un legame con la montagna che sale fino a 3.000 metri

Un indissolubile legame con la montagna, dalla vigne fino ad arrivare alla bottiglia. Da quando è arrivato alla Nino Negri in Valtellina, l’enologo e direttore della cantina Danilo Drocco ha voluto fin da subito puntare proprio tra questo legame, cercando di valorizzare ancora maggiormente il Nebbiolo di montagna, con le sue caratteristiche uniche.

Ma ora ha fatto un nuovo passo avanti, con obiettivo… Le Olimpiadi invernali del 2026. «Noi dobbiamo tanto alla montagna, per la realizzazione dei nostri vini – spiega Danilo Drocco – Ci piaceva l’idea di unire la parte viticola a 300 metri di altitudine con un affinamento a 3000 metri, per sfruttare tutta la montagna. L’idea è di sfruttare la minore presenza di ossigeno a questa quota per avere un affinamento diverso di uno dei nostri vini più importanti, il Vigna Fracia».

[[ima2]]La cantina di affinamento è stata ricavata in uno dei locali del rifugio Heaven 3000, a Bormio, esattamente a 3000 metri di altitudine. Qui sono state messe a dimora 1.300 magnum di Vigna Fracia Valtellina Superiore Docg Valgella 2016. «Sono qui da un paio d’anni – ha spiegato Drocco – le prime verranno aperte in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026, e così avranno dieci anni di affinamento».

La presentazione del progetto è avvenuta proprio al rifugio Heaven 3000, dove è stato possibile degustare i vini che rappresentano il progetto Vigne di montagna. «La Nino Negri ha 34 ettari complessivi, è un’azienda storica ed è nel suo Dna fare uva – ha sottolineato ancora Danilo Drocco – È un territorio unico, con grande biodiversità a partire proprio dai suoli». La montagna, appunto. Una montagna alla quale vengono “sottratti” lembi di terra per la coltivazione tramite i muretti a secco, realizzando le terrazze.

[[ima3]]«Noi abbiamo cercato di selezionare quelle vigne che avevano qualcosa da dire nel bicchiere». Così si distinguono Sassorosso, Ca’ Guicciardi e Fracia, tre vini che provengono da aree ben distinte (sono sottozone differenti) e terreni diversi. Anche sulle etichette questo è ben chiaro: ogni vino è caratterizzato dal colore del terreno che gli corrisponde. «Sassorosso è l’inizio del racconto di questo progetto. Il colore dell’etichetta è quello della roccia, in una zona dove il ghiacciaio l’ha eroso questa roccia. La quantità di terra è esigua, parliamo di una superfice di 40-50 centimetri, per poi trovare subito la roccia».

Il Sassorosso Valtellina Superiore Docg Grumello 2020 si esprime da subito con un frutto fresco, ma anche erbe aromatiche, ma anche con una piacevole sensazione di sapidità e freschezza in bocca, con una buonissima lunghezza.

[[ima4]]Il secondo passo del progetto Vigne di montagna è li Ca’ Guicciardi. «In questo caso la vigna si trova nella zona dell’Inferno, che è così non solo per la temperatura più calda, ma anche per le pendenze maggiori che troviamo – ha raccontato Drocco – In Valtellina abbiamo la stessa quantità di luce che a Pantelleria, anche perché non c’è nebbia. Se c’è in più una roccia bianca, aumentano l’energia, la fotosintesi e la luce, fattori che poi si riflettono nella maturazione».

Il risultato nel Vigna Ca’Guicciardi Valtellina Superiore Docg Inferno 2020 è un vino con frutto più intenso e dolce, ciliegia molto matura, e tannini con una maggiore presenza.  

[[ima5]]Il terzo della collezione, Vigna Fracia, è un vino che negli anni è risultato uno dei più apprezzati della Nino Negri. «Ci troviamo nella zona più fredda della nostra tenuta – ha spiegato il direttore della cantina – in una vallata alpina dove ci sono ancora dei ghiacciai, da dove arriva aria fredda. La vigna germoglia dopo, e si porta questo ritardo fino alla vendemmia, che avviene a novembre, non perché cerchiamo surmaturazione ma perché l’uva ha una maturazione rallentata. A differenza dei primi due, fa affinamento più lungo, due anni in bottiglia, che lo rende un po’ più pronto».

Il Vigna Fracia Valtellina Superiore Docg Valgella 2019 ha sempre una nota piacevolmente fruttata, ma resa molto più complessa da note balsamiche, di macchia mediterranea, di rosmarino, basilico e lavanda. Un vino più complesso, certamente, in attesa di poter assaggiare le magnum che riposano nella cantina a 3000 metri.

[[ima6]]La degustazione in quota è diventata anche un momento magico grazie alle note del pianista Alessandro Martire, che con il suo pianoforte Waves ha suonato all’aperto, nonostante il vento e il freddo, regalando emozioni a chi lo ascoltava.

Per poi riscaldarsi con i vini della Nino Negri.

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