Alessandro Scardina, la Pista è quella giusta

Ci sono edifici che segnano la storia di una città e la rappresentano nel bene e nel male nell’immaginario di tutti quelli che la frequentano. Perché se Torino ha i suoi simboli antichi indelebili, un simbolo certamente meno visitato ma altrettanto riconosciuto è il Lingotto, storico stabilimento della Fiat e per molti anni suo quartier generale. Progettato da Giacomo Mattè Trucco a inizio Novecento, La Pista è il tetto di un edificio di 5 piani, uniti da due rampe elicoidali, tutte costruite interamente in cemento armato, come prevedeva il razionalismo architettonico. Utilizzato come pista di prova delle autovetture realizzate nei piani sottostanti, che hanno fatto qui i primi chilometri di vita fino al 1982. Con la chiusura dell’attività produttiva il Lingotto prende una nuova vita grazie a Renzo Piano che ne ha rivisto i contorni e fortemente gli interni facendolo diventare un centro servizi come adesso lo si vede. 

La pista invece è rimasta la stessa tranne che per la scelta, sempre voluta da Piano, di costruire tre strutture incastonate al centro: La Bolla, la Pinacoteca Agnelli e il Ristorante e da quest’anno infine l’ultima modifica visto che il centro dell’ellisse della pista è diventata il giardino sospeso più grande d’Europa, con oltre 40mila piante, appartenenti a 300 specie e varietà differenti. In questo luogo, in cui anche gli interni sono progettati con coerenza filologica, oro e legno alle pareti e marmo nero sui tavoli, con lampadari a ricordare carburatori di auto, Gerla, storica azienda torinese di pasticceria, ha voluto costruire un nuovo punto di riferimento della ristorazione della città.

[[ima4]][[ima2]][[ima3]]Riaperto nel 2021, da quest’anno a gestire le cucine sul tetto del Lingotto c’è Alessandro Scardina, già da noi conosciuto a Villa La Bollina, in mezzo alle colline del Gavi. Insieme a lui una squadra ben fornita nella quale spiccano il sous chef Daniele Lo Grasso, Davide Sterrantino, maître e sommelier e Evi Polliotto, pastry chef. Qui al Lingotto Alessandro porta tutta la sua esperienza e il suo bagaglio di conoscenze, che vengono dalla Grecia all’Australia, i tanti luoghi in cui si è trovato a lavorare, che si uniscono nel piatto dando note sempre molto differenti, con pochi riferimenti geografici prefissati e una grande passione per i lievitati.

Il ristorante presenta tre menù; uno più classico definito Radici, che ripercorre i classici della cucina piemontese, dal vitello tonnato ai plin ai tre arrosti. Il secondo è prettamente vegetale, tanto da essere battezzato Botanic world, in cui si comincia a vedere la voglia di Alessandro di stupire il commensale e divertirlo nel suo girovagare tra continenti. Qui si assaggia quindi la Lacto patata, Cocco e green curry, come Primo fiore, fibre e kombucha.

Poi l’ultimo menu degustazione, il Trust; dove lo chef ci guida, noi dobbiamo seguirlo. I gusti sono un altalena, tra sapori forti e preparazioni di grande spinta, come il dessert che chiude: il Banana bacon; oppure gli snack di benvenuto o il formaggio non formaggio che viene dal fegato della cernia; il Manzo ricci e dragoncello, Agnello latticello e chimichurri o infine l’insalata granchio, rafano e granadilla.

[[ima5]][[ima6]][[ima7]]È una cucina che non ha paura, che sa spaziare dal classico al contemporaneo senza sforzare, costruendo uno stile giocoso nei piatti alternando sapori forti, decisi, che soprattutto nel menù Trust, non concedono punti di riferimento al comfort food dei commensali. E questo ci piace sempre assai.

La Pista del Lingotto
via Nizza, 230
Torino
+3901119173073
Menu degustazione: 80, 80 e 95 euro

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