Lo Champagne e l’impegno per la sostenibilità. Il nostro incontro con Gaëlle Jacquet

L’approccio di Viticoltura Sostenibile in Champagne (VDC) è l’eredità di un lavoro collettivo iniziato più di 20 anni fa. Negli ultimi, la filiera dello Champagne ha davvero ottenuto risultati ammirevoli: le emissioni di CO2 per singola bottiglia sono state ridotte del 20%, l’impiego di fitosanitari e prodotti azotati è diminuto del 50%, il 90% dei rifiuti industriali sono trattati e recuperati, le superfici erbose sono raddoppiate. Inoltre, a partire dal 2010, il peso della bottiglia è diminuito del 7%, (da 900 a 835 grammi) con effetto su imballaggi e trasporti che ha permesso una riduzione delle emissioni pari a 17.000 tonnellate di CO2 ogni anno. Da notare che il 70% delle superfici della denominazione è in fase di certificazione ambientale.

La denominazione Champagne è stata pioniera in tema ambientale e possiamo dire che ha puntato sul “green” ancora prima che diventasse una moda colletiva. Le date lo testimoniano: nel 2003, infatti, la Champagne è stata la prima filiera viticola al mondo a calcolare la sua impronta carbonica. Inoltre è stata la prima zona viticola della Francia ad avere attuato la confusione sessuale (tecnica che permette l’eliminazione quasi totale dei trattamenti insetticidi) e ad avere impiegato un parco di trattori a cavaliere elettrici.

La Champagne ha anche sperimentato la prima rotta merci transatlantica oil-free. Nel 2017, la goletta Avontuur con un carico di Champagne è partita dal porto francese di La Rochelle per arrivare nel porto di Montreal, in Canada. Questo primo viaggio ha aperto una possibile rotta marina verde tra l’Europa e l’America del Nord che potrebbe diventare la prima linea commerciale transatlantica senza petrolio.

Per confermare questi impegni e raccontare lo stato dell’arte in tema di sostenibilità, Gaëlle Jacquet, direttrice protezione e valorizzazione della denominazione Champagne del Comité Champagne è volata a Milano, accolta da Domenico Avolio, direttore del Bureau du Champagne Italia. Un viaggio che dimostra anche la costante attenzione della denominazione Champagne al mercato italiano.

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La prima riflessione va alle nuove tendenze e ai mercati emergenti. «I consumi e i mercati stanno evolvendo – dice la direttrice Gaëlle Jacquet -. Da sottolineare il forte aumento degli Champagne rosé, che sono cresciuti di 5 volte in 20 anni. Nel 2002 rappresentavano solo il 4% delle vendite all’esportazione, nel 2022 rappresenteranno più del 10% con 20 milioni di bottiglie. In fortissima crescita sono anche gli Champagne a basso dosaggio (extra brut e non dosati), il cui volume è aumentato di quasi 70 volte nello stesso periodo, per raggiungere 6,4 milioni di bottiglie nel 2022».

«Con 171,7 milioni di bottiglie, le esportazioni rappresentano oggi quasi il 60% delle vendite totali, rispetto al 45% di dieci anni fa. Oggi, comunque, l’80% dello Champagne è ancora principalmente venduto in otto Paesi – continua -. Canada, Messico e Corea del Sud sono tra i player che stanno dimostrando un forte interesse verso lo Champagne, con una notevole crescita negli ultimi 10 anni. Rispetto al 2022, in Canada, il consumo è raddoppiato per raggiungere i 3,5 milioni, in Messico, l’aumento è stato ancora più sorprendente, triplicando i volumi e raggiungendo i 2,3 milioni di bottiglie. In Corea del Sud, la crescita è stata spettacolare, aumentando di 4,5 volte e toccando i 2,3 milioni di bottiglie».

«A dimostrazione del dinamismo di alcuni mercati, stiamo estendendo la nostra rete dei Bureau, le ambasciate dello Champagne – sottolinea Jacquet -. Stiamo aprendo un nuovo ufficio a Stoccolma che lavorerà sui paesi scandinavi: Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca. L’apertura di questo ufficio è fondamentale per il nostro sviluppo futuro, poiché i Paesi nordici sono paesi in cui il settore ha grandi ambizioni. Gli scandinavi sono amanti del vino e dello Champagne, come dimostra la crescente domanda di informazioni e, soprattutto, l’eccezionale crescita dei consumi: +67% in 10 anni».

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A livello globale, continua il senso di ottimismo. «Dopo tre anni eccezionali e un contesto euforico post-Covid, le spedizioni sono tornate al livello precedente la crisi sanitaria con quasi 300 milioni di bottiglie spedite in tutto il mondo. Dai 297,3 milioni di bottiglie del 2019, le vendite sono calate del 18% l’anno successivo, nel pieno della crisi del Covid-19, per poi rimbalzare del 33% in due anni e raggiungere oltre 325 milioni di bottiglie alla fine del 2022. Nonostante il calo dei volumi, la presenza di cuvée di alta gamma soprattutto all’esportazione, ha permesso alla denominazione di mantenere un fatturato superiore ai 6 miliardi di euro».

E veniamo, ora, all’Italia. «I consumatori italiani sono tra i più preparati sullo Champagne e si avvicinano da sempre con un entusiasmo e una curiosità peculiari. In un contesto di calo dei volumi complessivi, è interessante sottolineare come in Italia le cuvée di prestigio e gli Champagne a basso dosaggio siano in crescita, rispettivamente del 2,3% (con 702mila bottiglie) e del 3%, (con 623 mila bottiglie). Le cuvée di prestigio rappresentano il 7,1% delle spedizioni in Italia e gli Champagne a basso dosaggio il 6,3%. Le loro quote superano di circa il 3% la media delle spedizioni nell’Unione Europea. Le dinamiche del mercato italiano riflettono in parte quelle che osserviamo a livello globale. Le spedizioni restano superiori alla media degli ultimi cinque anni (9,9 milioni di bottiglie nel 2023) ed è interessante notare che dal 2019 le vendite verso l’Italia sono cresciute in media del 10% l’anno».

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Champagne Education: la novità

Tra i temi importanti, quello della professione e del livello di cultura degli operatori del settore. «I professionisti di tutto il mondo sono desiderosi di approfondire le loro conoscenze sullo Champagne per svolgere appieno il loro ruolo di consulenti. Non dimentichiamo che nei nostri principali mercati, i professionisti del vino – produttori, esperti, sommelier, ecc. – sono la fonte primaria dei consigli di acquisto. Per rispondere a questa domanda, e in linea con l’ambizioso piano di formazione definito lo scorso anno, il Comité Champagne ha ampliato la propria offerta formativa con Champagne Education. Un programma completo che consente anche di certificare le competenze acquisite. La nostra ambizione è quella di rendere Champagne Education un programma riconosciuto a livello internazionale nel mondo del vino».

Champagne Education è il primo programma completo di formazione creato dal Comité Champagne. Disponibile in cinque lingue, inclusa la versione in italiano, consente di seguire un percorso di formazione completo a partire dal proprio livello di conoscenze. Dai quiz per testare le proprie competenze iniziali fino alla formazione certificata, il portale è strutturato in cinque aree. Per conoscere al meglio il re dei vini, il passaggio iniziale è Champagne MOOC, il primo strumento di formazione online sullo Champagne. Il corso ha una durata di circa cinque ore, è accessibile 24 ore su 24 e sette giorni su sette ed è articolato in 54 video divisi in quattro aree tematiche: “Diversità e degustazione”, “L’elaborazione dello Champagne”, “Il Terroir Champenois” e “Storia ed Economia dello Champagne”. Al termine di ogni sezione è previsto un test per verificare i progressi e misurare il grado di apprendimento.

L’area quiz e giochi è pensata per testare le conoscenze sullo Champagne e imparare in modo divertente e interattivo. Per mettersi alla prova basta sceglie un argomento tra vinificazione, viticoltura, Champagne nel mondo, turismo in Champagne, storia e gastronomia e rispondere a un set di 10 domande con diversi livelli di difficoltà. “A Champagne Story” è invece un “serious game” che consente ai partecipanti di simulare un anno di attività in Champagne nei panni di Julie che, insieme ai suoi fratelli, rilevano la tenuta dei genitori per rilanciare il marchio di famiglia. Dalla vendemmia all’assemblaggio, i giocatori si cimenteranno in diverse attività. Il portale presenta anche un’ampia sezione di risorse per la didattica da scaricare gratuitamente. Dalle schede tematiche che vanno dalla storia allo sviluppo sostenibile fino ai video didattici e alle mappe della regione.

Il portale è, inoltre, il punto di partenza per le attività di formazione in presenza. Due le formule: Champagne Specialist, il corso che consente di ricevere una certificazione rilasciata dal Comité Champagne attraverso la rete di centri partner selezionati in tutto il mondo e la formazione personalizzata. Con questa modalità distributori, enoteche, catene di hotel e ristoratori, così come insegnanti di scuole alberghiere potranno mettersi in contatto con il Bureau in Italia per accedere alle attività programmate dal Bureau in Italia.

Non poteva mancare una riflessione sull’allure che tutti noi riconosciamo allo champagne. «Lo Champagne rimane un punto di riferimento fortissimo per i consumatori – conclude Jacquet -. È quanto emerge dallo studio qualitativo realizzato nel 2023 dall’istituto di ricerca indipendente Ipsos. Lo studio conferma l’immagine eccezionale dello Champagne e la sua posizione di leader indiscusso del lusso e del prestigio. I consumatori insieme alla qualità, riconoscono allo Champagne il ruolo simbolico di prodotto iconico e la sua forte carica emozionale».

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