Il gusto autentico di Lucca: alla scoperta dei suoi piatti tipici
Se dici “Lucca”, è normale pensare alla sua possente cinta muraria cinquecentesca, perfettamente conservata e che ancora circonda il centro storico. Oppure, alla magnifica cattedrale di San Martino e al suo campanile o alla sua Piazza dell’Anfiteatro. O ancora al Lucca Comics, la più importante manifestazione dedicata al fumetto, ai giochi, al cinema e ai videogiochi che, ogni anno, si tiene nella città. Ma se dici “Lucca”, è anche normale pensare alla minestra di farro, ai tordelli, e ad altre meravigliose specialità che compongono il suo patrimonio culinario unico.
Allora, mentre passeggiate sulle mura e vi addentrate tra i suoi vicoli storici, non perdete l’opportunità di scoprire cosa di buono si può mangiare a Lucca e cosa c’è di tipico!
Cosa mangiare a Lucca: 7 specialità che raccontano la città
Incantevole città della Toscana, tappa della via Francigena, Lucca non smette di incantare ogni anno migliaia di turisti e visitatori… e soprattutto, di prenderli per la gola! La cucina lucchese, infatti, come molte altre città della regione, affonda le sue radici nella cultura contadina dell’entroterra: carne, cereali, molti legumi, e altri prodotti ricavati dalla coltivazione dei campi. I piatti tipici di questa città sono quindi di origine “povera”, umilissimi ma nutrienti, genuini e ricchi di sapore, spesso di recupero e attenti alla stagionalità.
Ma scopriamo quali sono i piatti e gli ingredienti tipici!
Tordelli lucchesi
Partiamo da loro, dai tordelli lucchesi, considerati il “re” dei primi. Ci raccomandiamo, guai a voi a chiamarli “tortelli”. Ci assomigliano, sì, ma la variante lucchese ha delle particolarità tutte sue. Innanzitutto, si tratta di un tipo di pasta fresca a base di uova ripiena di carne trita di manzo e maiale, pane toscano (senza sale) raffermo, bietola e spezie, principalmente a forma di mezzaluna dentellata e accompagnati di solito da un sugo di carne ben tirato. Per accompagnarli, consigliamo un rosso non troppo dominante e robusto.
Minestra di farro
Antico e nobile cereale, coltivato fin dall’antichità e base dell’alimentazione dei legionari in epoca romana, e ricchissimo di proprietà. Stiamo parlando del farro, la cui coltivazione si è sviluppata soprattutto nella zona della Garfagnana, in provincia di Lucca, ottenendo nel 1996 il prestigioso riconoscimento IGP per la sua qualità. Ed è proprio il farro a diventare il protagonista di una minestra tipica lucchese, semplicissima ma sostanziosa, che prevede solo questo cereale, legumi e verdure, a cui si aggiungono spezie ed erbe aromatiche. Un piatto che va cotto lentamente e assaggiato lentamente, per assaporare tutta la tradizione che emana.
Zuppa alla frantoiana
Una zuppa che si preparava per i braccianti che erano al lavoro nei frantoi, durante il periodo di raccolta delle olive, con quel che c’era a disposizione nell’orto in quel periodo e con quello che si era potuto conservare dalla bella stagione. Rispetto alla minestra precedente, qui troviamo un numero maggiore di ingredienti: fagioli borlotti, verza, bietole, patate, zucchine, porro, cavolo nero, finocchio, borragine e zucca. Infine, un giro dell’olio nuovo appena spremuto, ingrediente principe di questo piatto, e pane raffermo ad accompagnare il tutto. Ovviamente non esiste “una” ricetta ufficiale e codificata, ma mille ricette di cui esistono infinite sfumature, una per ogni famiglia.
Garmugia
Vi piacciono le zuppe? Perché rimaniamo in tema! In questo caso, però, cambiamo completamente periodo dell’anno e origine, perché questa pietanza – risalente al ‘600 – era tipicamente primaverile e destinata ai nobili. Anche in questo caso era preparata con quel che l’orto regalava in primavera, quindi piselli, carciofi, asparagi e fave, ma poi veniva impreziosita con l’aggiunta di pancetta e altri tipi di carne in generale. Ma perché un nome così particolare? Anche in questo caso, le fonti non sono chiare: alcuni ritengono che il termine sia da ricondurre alla parola “germoglio”, dal momento che gli ingredienti principali erano verdure freschissime dell’orto. Altri, invece, che l’antico termine toscano significhi “merletto” in italiano: le verdure che affiorano sulla superficie della zuppa sembrano, infatti, una specie di rifinitura di un tessuto.
Pane di patate
Certo, se pensiamo al pane in Toscana, ci viene subito in mente quello “sciocco”, senza sale. Eppure, c’è un altro pane che merita di essere menzionato e assaggiato: il pane di patate tipico della Garfagnana e di una parte della Valle del Serchio. Anche in questo caso si tratta di un prodotto che nasce per necessità: quando le annate erano particolarmente scarse di cereali, si aggiungeva alla farina di grano circa un 15% di patate lesse e schiacciate, un poco di semola e tritello, sale marino di grana media e, ovviamente, lievito madre. Le patate, provenienti da coltivazioni locali, rendono il pane particolarmente morbido e saporito: insomma, da provare assolutamente in accompagnamento ai salumi!
Rovelline lucchesi
Passiamo alla carne, le rovelline lucchesi. Di nuovo, ci troviamo di fronte a un piatto “di recupero”: in passato, quando le famiglie erano per lo più contadine, era usanza prediligere carne – più che altro di manzo – avanzata e tagliarla a fettine. Queste venivano poi impanate in uova e pangrattato e fritte, e poi accompagnate da una salsa di pomodori e capperi per dare un tocco di sapore in più.
Buccellato lucchese
Per concludere il pasto con dolcezza, dovete assolutamente assaggiare il buccellato lucchese. Il nome pare derivi dal termine latino buccella, ossia “boccone”, e si tratta di un pane dolce povero, che non manca mai nelle case lucchesi e di cui ciascuna famiglia detiene una ricetta. Ma possiamo dire che, in generale, prevede un impasto morbidissimo, arricchito con uva passa e anice, mentre fuori viene spennellato con zucchero e uovo in modo da conferire alla crosta esterna un colore marrone scuro, molto lucido, che lo caratterizza.
Ovviamente, i piatti e gli ingredienti da citare sarebbero ancora tantissimi. Ad esempio, sappiamo bene che la Toscana è famosa per il suo ragù di cinghiale, e Lucca non fa eccezione: non potete farvi mancare, quindi, una deliziosa pasta fresca condita con questo saporito sugo, preparato con carne di cinghiale cotta lentamente in vino rosso e aromi locali. Insomma, Lucca offre una straordinaria esperienza culinaria, con piatti che riflettono tutta la ricchezza e l’essenza della tradizione toscana.
Il nostro viaggio si conclude qui, ma siamo sicuri che abbiamo risvegliato in voi l’appetito che basta per convincervi a fare un bel giro a Lucca, se ancora non l’aveste fatto… Buon appetito!
Credits immagine in evidenza: FilippoPH/shutterstock.com
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