Industria alimentare italiana: traino per l’economia ad alto valore sociale
È stato presentato l’11 maggio scorso alla Camera dei Deputati il primo Rapporto FederAlimentare-Censis sul valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana. Un’interessante fotografia di un ambito chiave non soltanto per la capacità di generare eccellenze e creare posti di lavoro, ma anche per l’influenza sulla qualità della vita e sul benessere degli italiani. Vediamo, dunque, quali sono i principali risultati che emergono dalla ricerca.
Primo Rapporto Federalimentare-Censis: lo stato di salute dell’industria alimentare in Italia
Il settore industriale legato all’alimentare gode, oggi, di ottima salute. Il fatturato annuo del settore è di 179 miliardi di euro, cifra che fa sì che sia al primo posto nella graduatoria dei settori manifatturieri in Italia. Questo risultato è frutto del lavoro di circa 60.000 imprese che occupano 464.000 addetti e addette in tutta Italia. In dieci anni, afferma il rapporto Federalimentare-Censis, il fatturato è cresciuto del 24,7%, il numero di addetti del 12,2% e il valore delle esportazioni del 60,3% pari, attualemente, a oltre 50 miliardi di export all’anno.
Tra gli elementi che caratterizzano l’alimentare Made in Italy c’è la riconoscibilità territoriale di marchi e prodotti, compreso il traino di quella che chiamiamo “Dop economy”. Si tratta di un fattore che si rivela vincente sia rispetto al consumatore italiano, ma anche rispetto all’estero.
Intervenuto in occasione della presentazione del rapporto, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha dichiarato: “L’industria alimentare italiana ha un valore strategico ed è un elemento portante della nostra economia. Bisogna sempre più comprendere la potenzialità legata ai prodotti italiani. I dati che sono stati diffusi dal primo Rapporto Federalimentare-Censis fotografano una crescita del settore, sul quale il Governo continua a investire. La qualità è al centro del nostro dibattito e lo facciamo attenzionando il contesto, ma anche incentivando l’esportazione e promuovendo le aziende del Paese all’estero”.
Gli ha fatto eco anche il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, secondo cui il Rapporto “certifica che l’industria alimentare italiana dà un poderoso contributo al Paese, sia come valore economico sia come valore sociale. Il settore è uno dei più dinamici e robusti dell’industria italiana e, dopo secoli di storia al fianco della nostra popolazione, vuole ancora essere impegnato a favore della crescita, nella consapevolezza di rappresentare un patrimonio nazionale nella produzione di alimenti di qualità, unici e con marchi riconoscibili. Quei prodotti del Made in Italy che, grazie all’industria alimentare italiana, costituiscono da sempre un vanto nel mondo”.
Industria alimentare e consumatori: l’86,4% degli italiani si fida del Made in Italy
Il Rapporto Federalimentare-Censis non si limita a fotografare lo stato di salute del settore, ma indaga anche il rapporto dei consumatori con i prodotti dell’industria alimentare italiana. Infatti, l’obiettivo è indagare sia il valore economico che quello sociale del comparto.
Anche in questo senso i dati raccolti sono incoraggianti. L’86,4% degli italiani dichiara di avere fiducia nell’industria alimentare italiana, un sentimento che è ancor più diffuso (93,8%) nelle fasce di popolazione più anziane. Ma la valutazione positiva dell’industria alimentare è ancor più sfaccettata. Il 78,3% delle persone coinvolte nell’indagine ritiene che sia un fattore significativo il fatto che gli stabilimenti del settore si trovino in Italia. Ciò perché, sempre secondo gli intervistati, contribuisce alla creazione di redditi e occupazione nei territori coinvolti.
Stili alimentari e valori degli italiani a tavola
Federalimentare-Censis ha, poi, voluto capire meglio che cosa mangiano gli italiani e come scelgono cosa portare in tavola. Così scopriamo che il 42,1% dei consumatori del Belpaese si definisce un abitudinario che ama mangiare più o meno sempre gli stessi alimenti, il 20,5% si ritiene un innovatore, il 9,2% un salutista, il 7% un appassionato che ama curare la spesa e cucinare. Interessante osservare come il 6,3% del campione si definisce “italianista”, ovvero una persona che preferisce e acquista solo prodotti italiani.
In questo tipo di riflessioni si inserisce anche la tematica della salute e dei valori etici e sociali legati al cibo, questioni che stanno diventando sempre più rilevanti, come evidenziato da numerose ricerche che coinvolgono anche la psicologia dei consumi. Il Rapporto Federalimentare-Censis conferma che ben il 66,7% degli italiani è disposto a rinunciare a prodotti che potrebbero essere dannosi per la salute, il 52,6% a quelli che non rispettano criteri di sicurezza alimentare, il 43,3% quelli che in fase di produzione e distribuzione non tutelano l’ambiente, il 35,6% quelli la cui filiera non è trasparente a proposito della tutela dei diritti di lavoratori e lavoratrici.
Il primo Rapporto Federalimentare-Censis, dunque, restituisce l’immagine di un’industria alimentare cruciale per lo sviluppo economico del Paese, ma anche la necessità di un ascolto dei bisogni e delle priorità dei consumatori. Priorità che stanno cambiando e che oggi sono fortemente orientate al benessere psicofisico e al valore sociale delle scelte di consumo. Non si mangia semplicemente per nutrirsi o per convivialità, ma anche per migliorare la qualità della propria vita. Il messaggio lanciato alle aziende è, quindi, di consapevolezza del proprio duplice ruolo, economico e sociale, per lo sviluppo collettivo.
Immagine in evidenza di: Marian Weyo/shutterstock.com
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