Dove la cultura del cibo incontra l’innovazione: apre le porte il CIRFOOD DISTRICT a Reggio Emilia
L’innovazione nel mondo della ristorazione, in Italia, ora ha una casa. Uno spazio di 1.600 mq all’interno di un’area verde di 7.000 mq, che vanta una “piazza della comunità”, una cucina e un ristorante sperimentale, un laboratorio sensoriale, spazi di co-working e, all’esterno, orti didattici. Stiamo parlando del CIRFOOD DISTRICT, il centro di ricerca e innovazione nell’ambito della nutrizione e del foodservice che ha da poco aperto le porte in prossimità della sede centrale di CIRFOOD a Reggio Emilia, nel cuore della Food Valley.
Un luogo unico nel suo genere, come pochi ce ne sono in Europa, in cui progettare e sperimentare nuove soluzioni per rispondere alle sfide dell’oggi e del domani, nell’ambito dell’alimentazione e della ristorazione. E in cui la cura del cibo incontrerà la cura della persona e dell’ambiente. “Sarà uno spazio aperto per ogni età e persona, inclusivo. Per il nostro futuro e per quello della nostra comunità non possiamo smettere di investire in un’innovazione più sostenibile, resiliente e umano-centrica” ha dichiarato Chiara Nasi, Presidente CIRFOOD, durante l’Opening del 22 ottobre. L’abbiamo intervistata per farci raccontare bene il progetto.
CIRFOOD DISTRICT, dove immaginare il futuro
Taste the Future. Questa la filosofia che ispirerà il nascente CIRFOOD DISTRICT, un luogo in cui si potrà sperimentare e “assaporare il cibo del futuro”, a partire da un’analisi del presente. Come? Puntando sull’innovazione di prodotto, processo e servizio nell’ambito della nutrizione e del food service, ma in ottica innovativa e partecipativa. Condivisione dei saperi tra professionisti, enti e aziende, accessibilità, sostenibilità ambientale ed economica della filiera agroalimentare, educazione al valore del cibo e del suo consumo consapevole, promozione del benessere delle persone e di una visione comunitaria: questi sono i principi che muovono il nuovo polo di CIRFOOD.
Obiettivi che saranno realizzati grazie:
- progetti di ricerca applicata che si avvalgono del sistema integrato di ricerca gastronomica, composto da laboratorio sensoriale, cucina e ristorante sperimentale;
- connessioni e partnership con tutte le realtà capaci di generare valore per le comunità;
- open innovation lavorando con start up, università e centri di ricerca internazionali, come ad esempio l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo;
- attività, eventi ed esperienze per conoscere e approfondire le nuove frontiere della nutrizione, del benessere e della “tavola pubblica”.
Chiara Nasi: con il CIRFOOD DISTRICT si apre un nuovo capitolo nella storia della nostra Cooperativa
“Cooperare è la base per innovare”: queste le parole della Presidente Nasi, che ci racconta meglio cosa significa il CIRFOOD DISTRICT e perché è importante.
Presidente Nasi, il polo di open innovation che avete appena inaugurato, il CIRFOOD DISTRICT, si pone come un unicum nel panorama italiano e internazionale. È un progetto ambizioso, specie in un periodo caratterizzato da sfide difficili a livello globale, di carattere ambientale, sociale ed economico. Perché CIRFOOD ha deciso di investire nell’innovazione e guardare al futuro?
C.N.: “L’innovazione è da sempre nel DNA di CIRFOOD. Nonostante gli ultimi tre anni abbiano inciso particolarmente sui nostri bilanci, tra pandemia e rincari, non abbiamo mai smesso di investire in essa, ,perché siamo certi sia una leva strategica fondamentale per continuare a svolgere con responsabilità il nostro lavoro, anche in considerazione del grande valore sociale del servizio che offriamo ogni giorno.
Il CIRFOOD DISTRICT, infatti, nasce in coerenza con la visione Feed the Future che ispira CIRFOOD nel modo di fare impresa e guardare al domani per migliorare gli stili di vita delle persone nel rispetto dell’ambiente.
Come anticipato, gli ultimi anni sono stati molto complessi e hanno fatto emergere le spaccature e le complessità della società odierna, riconoscendo alla ristorazione collettiva un valore sociale ed economico sempre più importante in termini di accessibilità al cibo, di consumo consapevole, salute, prevenzione e cura, sostenibilità ambientale ed economica della filiera agroalimentare, occupazione (in particolare femminile), socialità e welfare. Per questo abbiamo voluto dare vita a questo progetto, perché questo hub contribuirà, con le sue innovazioni e soluzioni, a migliorare il benessere delle persone e a far evolvere il comparto”.
Avete deciso di avvalervi del supporto di un Comitato Scientifico composto da professionisti di fama internazionale: ci racconta il perché di questa scelta e come mai è importante?
C.N.: “L’inaugurazione è stata l’occasione per presentare il Comitato Scientifico del CIRFOOD DISTRICT, il team di esperti e voci autorevoli che, assieme all’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, indirizzeranno l’attività progettuale del centro di ricerca per dar vita a nuove soluzioni e collaborazioni. Parliamo di quattro professionisti di fama internazionale nell’ambito medico nutrizionale, della psicologia dei consumi, dell’educazione e della economia sostenibile.
A loro abbiamo chiesto di aiutarci a guardare fuori da noi, lontano nello spazio e nel tempo, per trovare nuove soluzioni e rafforzare ancora la nostra rete di relazioni strategiche, all’interno della quale trova grande spazio il sistema delle università italiane.
Del Comitato Scientifico fanno parte: Marco Frey, Professore ordinario di economia e gestione delle imprese, direttore del gruppo di ricerca sulla sostenibilità (SuM) della scuola universitaria superiore Sant‘Anna di Pisa; Guendalina Graffigna, Professore ordinario di psicologia dei consumi e della salute presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e direttore del centro di ricerca EngageMinds HUB; Luigina Mortari, Professore ordinario di Pedagogia generale e sociale nel dipartimento di Scienze umane dell’Università di Verona, ex Presidente del consiglio d’amministrazione di Indire presso il MIUR; Andrea Pezzana, Medico specialista in scienza dell’alimentazione, direttore della struttura di nutrizione clinica dell’ASL Città di Torino e docente dell’Università degli Studi di Torino”.
Come ha ricordato in occasione dell’inaugurazione, l’augurio è che questo spazio innovativo possa anche contribuire a far conoscere a più persone il grande lavoro, di competenze e qualità, di cui la ristorazione collettiva è portatrice. Non solo contrasto alla povertà alimentare, posti di lavoro e occupazione femminile, ma ora anche opportunità per giovani e start up: ci racconta in che modo il CIRFOOD DISTRICT li coinvolgerà?
C.N.: “Il CIRFOOD DISTRICT sarà un luogo di co-innovazione. CIRFOOD, infatti, avrà il ruolo di facilitare il coinvolgimento di tutta la comunità e favorire connessioni, sinergie e collaborazioni tra Istituzioni, fornitori, partner dell’azienda, start-up, enti di ricerca, università, terzo settore e imprese, con il fine di realizzare gli obiettivi condivisi con la vision del CIRFOOD DISTRICT.
Le imprese e i professionisti potranno visitare il CIRFOOD DISTRICT, testare le principali innovazioni nel mondo del food service e co-progettare nuove soluzioni per la ristorazione, il welfare e il benessere delle persone. Questo anche grazie alla nostra call per startup, “CIRFOOD DISTRICT LOVES IDEAS”, un’iniziativa volta a individuare e supportare giovani imprese che propongano soluzioni innovative, per favorire l’evoluzione tecnologica all’interno del settore della ristorazione collettiva e commerciale.
Il CIRFOOD DISTRICT intende aprire un nuovo capitolo nella storia della nostra Cooperativa, guidati dalla consapevolezza che cooperare, noi lo sappiamo bene, sia la base per innovare”.
Da sempre CIRFOOD è impegnata nel promuovere l’educazione alimentare: è un aspetto che troverà spazio anche nel CIRFOOD DISTRICT? In che modo?
C.N.: “Il nostro settore ha una vera e propria valenza strategica e sociale per il Paese, soprattutto la ristorazione scolastica, che è un importante servizio per contrastare la povertà nutrizionale ed educativa e le disuguaglianze
In tal senso, il CIRFOOD DISTRICT è il luogo ideale per svolgere esperienze con le scuole attraverso attività educative rivolte a bambini e ragazzi. Ogni spazio può diventare un laboratorio esperienziale per condividere con studenti e insegnanti le nuove frontiere del cibo tra educazione sensoriale, socialità, integrazione e sostenibilità. Questi temi, proposti con competenze didattiche e pedagogiche di primissimo livello ed il supporto di una forte componente tecnologica, guideranno i bambini e ragazzi durante lo svolgimento di diverse proposte educative, già consultabili sul sito del CIRFOOD DISTRICT, da insegnanti ed educatori”.
Il CIRFOOD DISTRICT è innovativo anche perché a progettarlo e realizzarlo è un’impresa della ristorazione collettiva. Qual è il messaggio che CIRFOOD vuole lanciare con questa scelta?
C.N.: “Mi piacerebbe che la collettività, che comprende cittadini, imprese, istituzioni, avesse maggiore consapevolezza di ciò che facciamo e grazie al CIRFOOD DISTRICT potremo veicolare questo messaggio e far conoscere cos’è la ristorazione collettiva, che occupa in Italia circa 100.000 persone, di cui l’80% donne, e quanta cura e passione ci siano dentro al piatto che gustiamo ogni giorno.
Vorrei che il CIRFOOD DISTRICT fosse rappresentativo di un settore che investe e che innova e che, ogni giorno, serve bambini, anziani, lavoratori, degenti e grandi comunità, servizi di cui il nostro Paese non può fare a meno. Non a caso, si chiamano servizi essenziali, quindi strategici. Vorrei che sempre più si riconoscesse il valore del servizio anche nei bandi di gara, non solo assegnando il massimo punteggio alla migliore offerta qualitativa, e non allo sconto più alto, ma partendo da un prezzo ‘giusto’ che sia rispettoso della professionalità, delle materie prime e del lavoro delle persone che stanno dietro i servizi di ristorazione collettiva.
In pochi sanno quante persone, quanta ricerca, professionalità, specializzazione, ci siano dietro ad ogni pasto che noi offriamo ai nostri clienti, e questo luogo sono certa ci aiuterà a fare emergere tutto questo”.
Un progetto virtuoso e ambizioso, che raccoglie le sfide del presente – riguardanti cibo, nutrizione, sicurezza ed educazione alimentare, lotta allo spreco e sostenibilità – e guarda al futuro, investendo su una sempre maggiore internazionalizzazione, ricerca, innovazione e digitalizzazione, come dichiarato anche da Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna presente all’Opening. Insieme a lui e alla Presidente Nasi, in una tavola rotonda moderata dal giornalista Roberto Arditti, sono intervenuti anche Paolo De Castro, Europarlamentare, Ferruccio Resta, Presidente CRUI Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Rettore del Politecnico di Milano e il Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, il quale ha sottolineato come il CIRFOOD DISTRICT sarà una grande agorà aperta a tutta la comunità e alle nuove generazioni.
Noi del Giornale del Cibo saremo in prima linea per raccontarvi quello che accadrà in questo centro unico e le iniziative che lo animeranno, per realizzare un cambiamento positivo della società, rendendola più sostenibile e inclusiva.
L’articolo Dove la cultura del cibo incontra l’innovazione: apre le porte il CIRFOOD DISTRICT a Reggio Emilia sembra essere il primo su Giornale del cibo.