Piemonte: 5 indirizzi da non perdere per bere una buona birra artigianale

     

    Le vie del malto e del luppolo sono infinite, e ci portano oggi sulle tracce dei birrifici artigianali piemontesi. Di recente abbiamo scoperto insieme quanto l’arte del fare buona birra sia radicata anche in Italia, soprattutto grazie a tante piccole realtà che privilegiano la qualità, senza farsi abbagliare dall’ambizione dei grandi volumi produttivi. 

    Se l’esempio dei birrifici artigianali dell’Emilia-Romagna e del Veneto ci hanno dimostrato che volontà e passione sono elementi fondamentali, altrettanto si può dire delle risorse del territorio. E una regione ricca di sorgenti d’acqua pura e di ampi spazi dedicati all’agricoltura com’è il Piemonte offre ottime materie prime, che sono la migliore base di partenza per l’ispirazione dei mastri birrai locali.   

    Dalla vetta delle Alpi alle pianure: 5 birrifici artigianali piemontesi  

    Dalla vetta delle Alpi innevate sino alle valli e alle campagne della pianura: la diversità paesaggistica del Piemonte è una ricchezza che si riflette anche nelle sue risorse. Non a caso, qui troviamo pregiati doni del bosco, quali il tartufo d’Alba o una delle più apprezzate varietà di nocciola. La sua forte vocazione rurale trova espressione sia in colture importanti, come quella del riso, sia nella produzione di alcune tra le principali eccellenze casearie italiane. Ma scopriremo che il Piemonte è anche terra di buona birra, e lo faremo portandovi a conoscere cinque realtà artigianali che obbediscono al motto “meno quantità, più qualità”!

    Birra TreeBALE (Giaveno, TO)

    Il viaggio alla scoperta dei birrifici artigianali piemontesi parte da Giaveno, comune della Val Sangone, non distante da Torino. L’omonimo torrente che dà il nome alla valle è la risorsa imprescindibile della Birra TreeBALE, prodotta nel Birrificio Gravità Zero, così chiamato in omaggio al parametro di riferimento per misurare la densità del mosto. Una realtà giovane, nata nel 2017 dalla passione di Luca Delleani, trentaduenne laureato in microbiologia, che ha saputo trasferire nell’arte brassicola le sue competenze e soprattutto il suo entusiasmo. Quello che gli ha permesso di superare il periodo della pandemia da Covid-19 rafforzando il rapporto di fiducia coi clienti. 

    facebook.com/Birra TreeBale

    È infatti lo stesso Luca, insieme alla compagna Carlotta Gatti a gestire tutto, dalla produzione delle birre fino alla loro distribuzione. A proposito di birre, la gamma di TreeBALE conta su sette referenze disponibili tutto l’anno, che toccano gli stili più classici: dalla Weizen alla American Pale Ale, dalla IPA alla Pilsner. Ci sono poi la Blanche, riuscitissima sinfonia di profumi amabili e note speziate, con un retrogusto acidulo dovuto al 50% di frumento non maltato; la Stout, in cui a ogni sorso emergono intensi sentori di caffè e cioccolato e la Dubbel, una doppio malto con zucchero caramellato ispirata alle birre d’abbazia belghe. Completano la gamma le stagionali, caratterizzate dalla presenza di ingredienti particolari, come la Honey Moon, classificata al secondo posto al concorso di UnionBirrai 2021 nella categoria “birre di Natale”, prodotta col miele di castagno e millefiori della Cascina Caccia, bene confiscato alla ‘ndrangheta incluso nel progetto dell’associazione Libera.

    Birra eXit (La Cassa, TO)

    Restiamo in provincia di Torino, spostandoci però a La Cassa, piccolo comune ai piedi delle Alpi Graie, all’interno del parco regionale La Mandria. Il locale che un tempo era una vecchia macelleria di paese è, dal 2018, sede del Birrificio Provvisorio, dove ha origine la Birra eXit. Artefice di questa realtà è Roberto Giannone, informatico di professione, birraio per passione. Passione tradotta in una produzione birraia che inizialmente contava su tre referenze classiche: la NaN, una blanche delicata e carezzevole al palato, ma con la nota aromatica del coriandolo e della scorza d’arancia; la Zedex, belgian ale ambrata al miele di castagno; e la Kernel Panic, robusta birra doppio malto in stile IPA.

    facebook.com/Birra Exit

    A queste si sono poi aggiunte la Monday, una bohemian pilsner spiccatamente luppolata e beverina, e la Sei Quattro, rossa doppio malto ispirata alle belghe d’abbazia, che ha ottenuto ottimi riscontri in occasione del Beer Attraction 2020 di Rimini. Da quest’ultima è nata anche la versione chiara doppio malto, che si differenzia tuttavia per l’assenza di malti caramellati. Il catalogo di birra eXit si completa con delle edizioni limitate, legate all’utilizzo di particolari ingredienti stagionali e alla voglia di sperimentazione di Roberto Giannone, come la Karat, una stout prodotta con le carrube di Scicli, nota località del ragusano. 

    Birrificio Kamun (Predosa, AL)

    Ci spostiamo ora a Predosa, nell’alessandrino, cuore del Birrificio Kamun, nato dall’unione di intenti dei due soci e amici Ludovico Cattanei e Gian Paolo Camurri. Quest’ultimo, in particolare, ha tradotto la sua decennale passione per il mondo brassicolo nella sua tesi di laurea, che è stata poi fonte d’ispirazione per la scelta sia del nome, sia del logo. 

    Kamun è infatti uno dei nomi anticamente più utilizzati in Oriente per indicare la birra. Il logo si rifà, invece, all’effigie di Cerere, dea preromana della terra e della fertilità. Un richiamo alla ricchezza della terra e dei suoi frutti, elemento essenziale anche per produrre buona birra, che il Birrificio Kamun traduce in nove referenze fisse, tutte disponibili nel formato da 33 cl o da 75 cl. Tra queste citiamo:

    • la Occasum, ambrata amabile e dalle spiccate note speziate, dovute al sapiente utilizzo di arancia, zenzero, cannella e fiori di ibisco;
    • la Laetitia, blanche atipica, che si distingue dallo stile birrario cui si ispira per la luppolatura a freddo, che esalta i sentori di coriandolo e cardamomo; 
    • la Fera, una american pale ale alla segale;
    • la Nocturna, oatmel stout, scura e intensa, caratterizzata da una lieve affumicatura con legno di faggio. 

    facebook.com/Kamun Birrificio Artigianale & Brew Pub

    Menzione a parte, infine, per la Nucis, una scura ispirata alle strong brown ale, corposa e morbida al palato, grazie ai malti tostati e all’aggiunta di nocciole piemontesi. Insolita, azzeccatissima valorizzazione di un’eccellenza del territorio, che è valsa la medaglia d’oro al Bruxelles Beer Challenge nella categoria “birre d’Abbazia”. 

    Microbirrificio Birra Elvo (Graglia, BI)

    Tappa a Graglia, nella provincia di Biella, per andare a conoscere il Microbirrificio Elvo. Il nome stesso è un omaggio all’omonima valle alle pendici del Mombarone, da cui sgorga l’acqua che, coi suoi 14 mg per litro di residuo fisso, è certificata come la più leggera d’Europa. Una materia prima preziosa, particolarmente indicata per produrre birra a bassa fermentazione secondo il tipico stile tedesco di cui Josif Vezzoli è appassionato sperimentatore da anni. È lui l’ideatore di Birra Elvo, che sin dall’inizio della sua avventura, nel 2013, ha saputo raccogliere consensi di critica e di pubblico. Dodici le birre sempre disponibili a catalogo, tra le quali spiccano:

    • la Märzen, ambrata in stile Oktoberfest, con un accenno di luppolo sul finale, che va a bilanciare il gusto caramellato dei malti, terza classificata al concorso Birra dell’Anno 2018 promosso da Unionbirrai;
    • la Heller Bock, chiara dal tenore alcolico sostenuto (7,2%), ma ben bilanciata tra sfumature mielate e note amaricanti, prima classificata al concorso Birra dell’Anno 2015 e medaglia d’oro all’European Beer Star del 2016;
    • la Doppelbock, corposa ambrata dalle avvolgenti note di malto, che rivelano in bocca una piacevole tostatura e che conducono verso un finale più luppolato, pluripremiata al concorso Birra dell’Anno, nonché medaglia d’argento all’European Beer Star del 2016;
    • la Schwarz, scura, in cui i malti tostati dominano la scena, conferendo struttura, morbidezza e inconfondibili note di caffè, cacao e liquirizia, due volte argento e una volta oro all’European Beer Star.

    facebook.com/Birra Elvo

    La proposta non si esaurisce qui ed è completata da edizioni limitate e referenze frutto della collaborazione con altri birrifici italiani e esteri. Oltre ad acquistarle dal sito, le birre Elvo possono essere degustate alla spina presso il pub-ristorante nel centro di Biella o direttamente nella tap-room e nel dehor annesso al birrificio.    

    Birrificio Canediguerra (Alessandria, AL)

    L’ultima fermata alla scoperta dei birrifici artigianali piemontesi è nel cuore del Monferrato, ad Alessandria, dove ha sede il Birrificio Canediguerra

    All’interno di un vecchio stabile industriale in disuso ha preso forma, a partire dal 2015, il progetto di Diego Bocchio, affiancato dall’abilità e l’esperienza del mastro birraio Alessio Gatti. Missione: proporre birre che si rifanno ai principali stili di riferimento, innovandoli senza mai stravolgerli. E la missione è perfettamente riuscita, come testimonia l’ampia gamma di proposte. Il catalogo di Canediguerra è, infatti, un vero e proprio viaggio intercontinentale, a partire dai paesi europei in cui l’arte brassicola ha profonde radici. 

    Facebook.com/CANEDIGUERRA

    Troviamo la Bohemian Pilsner, chiara, dal tenore alcolico contenuto (5%) e con un ottimo bilanciamento tra le note di cereale del malto e il tenore erbaceo conferito dal luppolo Saaz, dosato anche con la tecnica del dry-hopping, in onore alla tradizione ceca. Dalla Vienna Lager, classica chiara a bassa fermentazione, pulita e dissetante, si passa poi alla Best Bitter, ambrata dal basso tenore alcolico (4%), prodotta con un’attenta selezione di malti e luppoli britannici, e alla Brown Porter, riuscitissima sinfonia di malti tostati. Se la Blanche, la Tripel e la Saison sono ispirate alla cultura belga, la Berliner Weisse è, già dal nome, un inno alla secolare sapienza tedesca, che trova espressione in questo stile in cui spiccano il colore giallo torbido, il generoso cappello di schiuma e la nota acidula, che emerge dal caratteristico bouquet di sentori fruttati.

    Il viaggio prosegue poi dall’altra parte dell’oceano con la Cream Ale, che si rifà a uno stile in voga nel pre-proibizionismo americano. Ciò che la contraddistingue è l’aggiunta di una carezzevole nota di mais a renderla amabile e beverina al contempo. Nella American IPA, invece, a farla da protagonisti sono i luppoli nord-americani, con la loro forte impronta amaricante.  

    La proposta si allarga poi a birre stagionali e ad altre nate dalla collaborazione con diverse realtà del panorama birraio italiano e internazionale.

    La nostra crociera su fiumi di malto e luppolo si conclude qui. Da quale dei birrifici artigianali piemontesi proposti sareste curiosi di iniziare il vostro personale viaggio gustativo?

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