Cosa mangia Babbo Natale nelle case di tutto il mondo?
La notte tra il 24 e il 25 dicembre è una delle più magiche dell’anno, non trovi anche tu? In un silenzio sospeso, tutti noi – grandi e piccoli – ci immaginiamo Babbo Natale mentre si fa strada tra i cieli stellati a bordo della sua slitta, trainata da renne instancabili. Ma c’è una domanda che, se ci pensi, sorge spontanea: cosa mangia Babbo Natale durante questa lunga notte di lavoro? Anche lui, d’altronde, ha bisogno di energia per consegnare doni in ogni angolo del pianeta… ed è qui che entrano in gioco i bambini (e, diciamolo, i genitori dietro le quinte). In ogni casa, in ogni Paese, c’è una tradizione diversa per accogliere Babbo Natale e lasciargli uno spuntino ad hoc, anche molto distanti dalla classica accoppiata “latte e biscotti”.
In questo articolo vestiamo per un attimo i panni dell’omone panciuto vestito di rosso ed entriamo nelle case di tutto il mondo per scoprire alcune delle tradizioni più curiose… e golose!
Perché si lascia del cibo a Babbo Natale?
Prima di fare il giro del mondo, facciamo un passo indietro e rispondiamo a questa domanda. Lasciare del cibo a Babbo Natale è molto più di un semplice gesto simbolico: è un atto di generosità, gratitudine e, soprattutto, magia. Durante la notte più lunga e speciale dell’anno, il cibo diventa un modo per entrare in connessione con un mondo fantastico e, per un momento, sospendere l’incredulità. È un ringraziamento per l’impegno di Babbo Natale e un invito a fermarsi per un attimo, riposarsi e rifocillarsi prima di proseguire il viaggio.
In molte culture, in realtà, questo gesto affonda le radici in tradizioni antiche, quando si offriva cibo agli dei, agli spiriti dei defunti o ai visitatori per assicurarsi prosperità e protezione. Altri collegano le origini di questa tradizione alla mitologia norrena, in cui compare una leggenda che narra che, durante il solstizio d’inverno, il dio Odino intraprendesse una lunga caccia in compagnia di Sleipnir, il suo leggendario cavallo a otto zampe. Per nutrire l’animale, i bambini scandinavi iniziarono a lasciare accanto al camino stivali colmi di carote, zucchero e paglia. Come ringraziamento, Odino li ricambiava con dolci e piccoli doni.
Con il tempo, Babbo Natale è diventato il destinatario di questa pratica, simboleggiando lo spirito del dono e della condivisione. Ma c’è anche un lato pratico: lasciare latte, biscotti o qualsiasi altra leccornia è un modo per coinvolgere i bambini e alimentare la loro fantasia. Non solo immaginano Babbo Natale che mangia quello che hanno preparato con cura, ma si sentono parte di un rituale che li collega a milioni di altri bambini nel mondo. In fondo, è un piccolo gesto che racchiude l’essenza stessa del Natale: prendersi cura degli altri, condividere e credere che, almeno per una notte, tutto sia possibile.
Cosa lasciare a Babbo Natale alla Vigilia?
Gli anni sono passati, e così Paesi di tutto il mondo hanno fatto loro questa antica tradizione del lasciare qualcosa da mangiare per Babbo Natale. L’usanza più comune? Latte a biscotti! Ma da dove nasce?
Stati Uniti, il Paese del latte e biscotti
Cominciamo con gli Stati Uniti, dove la combo latte e biscotti è praticamente sacra. I bambini americani lasciano sul caminetto un piattino con un assortimento di cookies – dai classici al cioccolato a quelli speziati allo zenzero – accompagnati da un bicchiere di latte freddo. A volte, per addolcire la serata anche alle renne, spunta una carota o due. In alcune case più moderne, il latte viene sostituito da alternative come succo d’arancia o cioccolata calda, magari con un pizzico di rum per scaldare il cuore di Babbo Natale… perché, diciamolo, anche lui ha bisogno di un momento di relax! L’usanza di lasciare latte e biscotti a Babbo Natale ha origini piuttosto curiose, radicate in un mix di tradizioni e trasformazioni culturali: si tratta di un gesto semplice, ma carico di significato, che varia leggermente da Paese a Paese.
Le origini dell’usanza: dagli antichi riti alla Grande Depressione
L’idea di offrire cibo a Babbo Natale può essere ricondotta a tradizioni pagane europee legate al solstizio d’inverno, come abbiamo visto sopra. O ancora, durante l’antica celebrazione di Yule, della tradizione germanica precristiana, si lasciavano cibo e bevande per le divinità o gli spiriti, in segno di ringraziamento e speranza per il futuro.
Con il tempo, queste usanze si sono intrecciate con le celebrazioni natalizie. Negli Stati Uniti, l’usanza moderna di latte e biscotti per Babbo Natale ha preso piede durante la Grande Depressione degli anni ‘30. Un periodo di grave difficoltà economica per moltissime famiglie, e per questo i genitori cercavano di insegnare ai bambini la generosità, il valore della condivisione e l’importanza di mostrare sempre gratitudine per quanto si riceve. Questo gesto simbolico è diventato una tradizione familiare consolidata, tramandata di generazione in generazione.
Cosa mangia Babbo Natale in giro per il mondo?
Oltre agli Stati Uniti, il duo latte e biscotti ha conquistato le case di tutto il mondo. Se il latte è (quasi) sempre presente, i tipi di biscotti cambiano notevolmente da un Paese all’altro (e da una famiglia all’altra!). Ad esempio, in Canada l’usanza è quasi identica a quella americana, dato che i due Paesi condividono molte tradizioni natalizie, ma a volte il latte viene sostituito da cioccolata calda per un tocco più “nordico”. Nei Paesi scandinavi, invece, sebbene il porridge sia predominante, in alcune famiglie si offrono i classici biscotti di pan di zenzero insieme al latte, mantenendo un tocco tradizionale. In Norvegia, in particolare, si lasciano solo i biscotti, nella versione Omini di pan di zenzero! Invece, altri Paesi propongono piatti più sostanziosi e bevande alternative decisamente diverse dal classico “latte”… scopriamo le diverse usanze!
Gran Bretagna: mince pies e sherry
In Gran Bretagna, Babbo Natale (o meglio, Father Christmas) viene accolto con un’eleganza che non ti sorprenderebbe. Qui i bambini preparano un piattino con le tradizionali mince pies, piccole tortine ripiene di un mix dolce di frutta secca e spezie. E da bere? Un bicchierino di sherry, perché un po’ di calore alcolico non guasta mai nelle gelide notti britanniche.
Australia e Nuova Zelanda: birra e dolci al cocco
Passando all’altro emisfero, in Australia il Natale arriva in piena estate. E Babbo Natale, sudato e accaldato, trova ad attenderlo qualcosa di rinfrescante: spesso birra fresca e dolcetti tipici come i lamingtons, quadratini di pan di spagna ricoperti di cioccolato e cocco. Oppure, si lasciano i biscotti Anzac, così chiamati perché erano preparati in casa dalle mogli dei soldati delle forze armate australiane e neozelandesi (ANZAC, appunto) che combattevano al fronte, con ingredienti che dovevano durare durante il lungo viaggio. A base di fiocchi d’avena, farina, cocco essiccato, zucchero, burro, sciroppo dorato, bicarbonato di sodio e acqua bollente, oggi sono ancora molto diffusi. E le renne, invece? Anche loro non sono dimenticate: si dice che ricevessero un bicchierone d’acqua e qualche carota.
Germania e Austria: biscotti speziati e una buona birra
In Germania, terra di mercatini natalizi e profumi inebrianti, Babbo Natale è accolto con i lebkuchen, i biscotti speziati che profumano di cannella e zenzero. Oppure, con i caratteristici zimtsterne, dei biscotti alla cannella a forma di stella, mentre in Austria ci sono i vanillekipferl, dei biscotti alle mandorle a forma di ferro di cavallo. Oltre al latte, non è raro che trovi ad aspettarlo anche una birra artigianale, perché qui il gusto e la tradizione vanno sempre di pari passo.
Paesi Bassi e Olanda, dove si festeggia San Nicola
Nei Paesi Bassi si festeggia soprattutto Sinterklaas o Sint Nicolaas, ossia San Nicola, che è un po’ come Babbo Natale. Guarda caso, è raffigurato come un vecchio con barba e lunghi capelli bianchi, e un vestito rosso (da vescovo, però). Il giorno della celebrazione è il 6 dicembre, e durante la notte che precede quel giorno – il 5 dicembre – i bambini olandesi lasciano vicino ai camini uno zoccolo o una scarpa con una carota o del fieno per il cavallo di Sinterklaas, un frutto per ringraziare i Pieten e la classica lista dei desideri. Tradizione vuole che, infatti, il mattino dopo l’arrivo di Sinterklaas i bambini troveranno un dono all’interno.
A questo proposito, nel XVI secolo, con la nascita della tradizione di Sinterklaas, fecero la loro comparsa i pepernoten, piccoli biscotti ricchi di spezie (non a caso, anticamente i Paesi Bassi erano una potenza marittima molto importante e attiva nel commercio delle spezie dalle lontane Indie). Questi dolcetti avevano un doppio scopo: oltre a essere una delizia per il palato, servivano anche come strumento educativo. I bambini che si comportavano bene venivano premiati dalle loro famiglie con un regalo e un sacchetto di questi biscottini.
Ma cosa beve Babbo Natale, o San Nicola, in questi Paesi? Un bicchiere di birra scura o di vino speziato.
Danimarca: il pudding di riso
In Danimarca, invece, Babbo Natale passa in secondo piano: tutte le attenzioni sono rivolte agli aiutanti di Santa. I bambini preparano il tradizionale risengrød, un dolce natalizio simile al riso latte piemontese. Fatto con riso, latte, panna, mandorle, cannella e poi accompagnato da una salsa di ciliegie, ha anche una sua canzoncina natalizia dedicata ed è considerato un’offerta immancabile per i Nisse, i folletti dispettosi, per ingraziarseli.
Italia: variazioni regionali (e abbondanza)
In Italia, si sa, il cibo è una questione seria, e le tradizioni per accogliere Babbo Natale cambiano di regione in regione. In alcune famiglie si lasciano i mostaccioli o i roccocò al Sud, mentre al Nord non mancano i panettoni in miniatura o i torroncini. E se a volte i più piccoli optano per un semplice bicchiere di latte, non è raro trovare del vin santo o un liquore locale a fare compagnia ai dolci.
Svezia: latte e porridge
La Svezia aggiunge un tocco hygge al Natale, con il suo famoso risgrynsgröt, una ciotola di porridge di riso spolverato di cannella e zucchero, spesso accompagnata da una noce di burro che si scioglie lentamente. Si dice che sia un gesto per scaldare non solo Babbo Natale, ma anche gli gnomi del Natale, i tomte, che lo aiutano nel suo lavoro.
Messico: tamales e cioccolata calda
Nel cuore del Messico, Babbo Natale può godersi un pasto decisamente più… sostanzioso. Qui i bambini lasciano spesso i tamales, piccoli involtini di mais ripieni, accompagnati da una tazza di cioccolata calda messicana, densa e aromatica. Una cena vera e propria, insomma, perfetta per proseguire il lungo viaggio!
Giappone: torta di fragole e KFC
Ecco una sorpresa: in Giappone, dove il Natale è più una celebrazione occidentale che una tradizione radicata, Babbo Natale potrebbe trovare una torta di fragole e panna ad aspettarlo, il dolce simbolo del periodo festivo. Una sponge cake soffice, con una bagna di sciroppo di zucchero e farcita con panna e fragole. Ma non finisce qui: se si ferma per una cena veloce, non è raro che gli venga lasciato un pezzo di pollo fritto dal famoso menù natalizio di KFC (Kentucky Fried Chicken), una tradizione consolidata da decenni!
Leggendo queste tradizioni, non ti è venuta voglia di preparare qualcosa di speciale anche tu, questo Natale? Che sia un dolcetto tipico della tua regione o una ricetta più internazionale, quello che conta è sempre il pensiero.
Immagine in evidenza di: Stokkete/shutterstock.com
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