Tutto sul mirin, tipico condimento giapponese
Se parliamo di “salsa di soia” siamo sicuri che tutti – o quasi – sanno esattamente a cosa ci stiamo riferendo. Ma se diciamo “mirin” cosa vi viene in mente? Be’, anche se non lo avete mai sentito nominare oppure non sapete cosa significa, siamo certi che, se amate il cibo giapponese, lo avete sicuramente assaggiato almeno una volta. Pur essendo probabilmente meno conosciuto (di nome) rispetto ad altri ingredienti della tradizione nipponica, infatti, il mirin è un elemento molto presente in tanti piatti tipici del Giappone. Non ci resta dunque che scoprire di più a riguardo, e conoscere insieme questo condimento particolare!
Cos’è il mirin giapponese?
Il mirin è una preparazione simile al sakè a base di riso glutinoso cotto al vapore, utilizzata in moltissime preparazioni della cucina giapponese. Con la sua dolcezza e aromaticità, in molti casi è l’ingrediente che contribuisce a fornire a tanti piatti della tradizione nipponica il loro sapore particolare e complesso. Ma in cosa si distingue dal sakè? Rispetto a quest’ultimo che, ricordiamo, è una bevanda alcolica ottenuta dalla fermentazione del riso, il mirin ha una gradazione alcolica minore, è più dolce e presenta una consistenza più densa. Inoltre, se il saké viene consumato come bevanda, il mirin viene usato perlopiù in cucina.
Quali sono le origini del mirin?
Le origini del mirin sono molto antiche. È durante il periodo Edo (1603-1867) che questo preparato avrebbe iniziato a essere impiegato in cucina, anche se veniva consumato anche in epoche precedenti, ma come bevanda. Tuttavia, bisognerà aspettare gli anni Cinquanta del secolo scorso per vedere una diffusione più ampia del suo utilizzo, in seguito alla riduzione delle imposte sugli alcolici.
Come si prepara il mirin giapponese e quali sono i suoi ingredienti?
Tradizionalmente, per realizzare il mirin si utilizzano riso glutinoso cotto a vapore (una particolare varietà di riso usata anche in preparazioni come i mitarashi dango ma anche i mochi), riso koji (riso inoculato con spore dell‘Aspergillus oryzae) e shochu (distillato giapponese). Il tutto viene quindi fatto fermentare e maturare. Il metodo artigianale può richiedere fino a 2-3 anni per ottenere il prodotto finito, ma esiste anche un sistema di produzione industriale che prevede tempistiche più rapide.
Tipologie di mirin giapponese
Esistono inoltre tre tipi di mirin in commercio:
- Hon mirin, conosciuto anche come “vero mirin”, ha una percentuale di alcol pari al 14%.
- Shio mirin ha una percentuale alcolica che non va oltre l’1,5%.
- Shin mirin ha invece una gradazione alcolica inferiore all’1%.
Shio mirin e Shin mirin si distinguono per avere un sapore più delicato rispetto al primo.
Come si usa il mirin in cucina?
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Eccoci dunque alla parte più curiosa e interessante, gastronomicamente parlando: gli utilizzi in cucina del mirin giapponese. Il bello di questa preparazione, infatti, è che si tratta di un prodotto molto versatile. In generale, il mirin è ideale per donare alle pietanze un tocco di dolcezza e umami ed è noto il suo impiego per realizzare salse e marinature. Si tratta di un ingrediente tipico della salsa teriyaki, condimento agrodolce a base di soia che si combina bene sia con la carne sia con il pesce, ma anche della salsa ponzu, ad esempio, anche questa ottima con piatti di pesce, carne e verdure. Il mirin giapponese può essere adoperato anche per realizzare glassature con cui conferire brillantezza e lucentezza ai piatti (parliamo sempre di carne, pesce e verdure) e per insaporire diverse pietanze, tra cui i brodi (pensiamo alla zuppa di miso), ma è ottimo anche come condimento per i noodles e all’interno di impasti come quello del tamagoyaki, una sorta di omelette che spesso si ritrova nel bento, il porta pranzo giapponese.
Come si può sostituire il mirin in cucina?
Avete voglia di provare anche voi questo condimento particolare? Se vi state domandando dove trovarlo, di solito è possibile acquistarlo in negozi che vendono prodotti giapponesi o asiatici, ma anche presso alcune grandi catene di supermercati e negli shop online. Tuttavia, se non avete modo di comprarlo o volete trovare un’alternativa, esistono diversi prodotti che potreste provare a utilizzare al suo posto. Tra le opzioni maggiormente suggerite, ad esempio, ci sono il sakè oppure il vino bianco e lo zucchero: in questo caso, in genere, viene consigliato di aggiungere mezzo cucchiaio di zucchero per cucchiaio di vino.
E voi conoscevate il mirin giapponese? Avete già avuto modo di provarlo?
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