Terroir di Ceretto: ecco a voi le anteprime

Il 13 e 14 maggio il quartier generale di Alba dei Ceretto ha radunato migliaia di amici, clienti e winelovers per le Anteprime della selezione Terroirs. Giornate dedicate alla formazione e al confronto con i padroni di casa e oltre cinquanta aziende, da tutto il mondo, che hanno offerto ai visitatori dei calici su cui soffermarsi. Un viaggio enoico, calice dopo calice, camminando nella cantina di Località San Cassiano per conoscere o riscoprire etichette delle regioni viticole internazionali.

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Nel 2003 nasce Terroirs una distribuzione creata per far conoscere vini di altre nazioni agli appassionati italiani. Un’intuizione incredibile l’aver abbinato la vendita dei vini di famiglia a quelli di produttori del mondo che avessero un fil rouge con i Ceretto. Delle storie meravigliose dietro le etichette offerte al visitatore con una legenda singolare vicino alla brochure consegnata all’ ingresso: i vini contrassegnati con la stella gialla si identificano come quelli di alta rotazione mentre il cuoricino rosso meritano una riflessione per l’inserimento in carta.

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Noi di Identità, mossi dalla curiosità assoluta, abbiamo assaggiato quasi la trentina di cuoricini, tutti da innamoramento immediato e alcune stelline. Bruno e Marcello Ceretto hanno saputo creare aziende ed etichette che i figli, terza generazione, Roberta e Federico (figli di Bruno) con Alessandro e Lisa (figli di Marcello) portano avanti con talento e visione.

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Ma non è finita. Alessandro Ceretto, enologo di casa, ha dedicato alcune bottiglie del Barbaresco Bricco Asili per un tasting a narrare 50 anni di questa etichetta iconica: 1975, 1983, 1998, 2001 e 2016. Cinque decadi per mappare un percorso che oggi porta sulle tavole un Barbaresco più contemporaneo. La prima annata di Bricco Asili risale al 1973.  

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«Questo vino è prodotto solo nelle migliori annate – afferma Ceretto – e nel 1975 si è creato un millesimo che, ancora oggi, svela dei tannini setosi e un naso intenso». In verità l’etichetta riporta una denominazione di origine controllata che nel millesimo 1983 si completa con la “garantita” esprimendo un barbaresco elegantissimo: note di caramello e tabacco e lievi sfumature di cuoio. Il 1998 colpisce per un cambio stilistico che svela note legnose più marcate. Nella 2001 i tannini emergono con più evidenza.

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«Il caldo – chiosa Alessandro – dell’annata 2001 è stato notevole con episodi di siccità evidenti. Già dal 1990 abbiamo assistito a questo cambio climatico, che, anno dopo anno, impatta con la natura. Dal 2009 iniziamo con i protocolli biodinamici e dal 2015 arriva la certificazione. Il millesimo 2016 esprime un frutto concentrato, figlio di un’annata che posso considerare buona con piogge parche ma arrivate con regolarità per la vite».

Un calice che svela un Nebbiolo quasi stratificato con note di ciliegia, fiori e dolci speziature. All’ assaggio colpisce per i tannini armonici e ben integrati al sorso opulento che fa riflettere, con l’accezione migliore del termine,  sull’evoluzione di questi vini.

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