Il grasso: effetti di un’alimentazione sbagliata sulla nostra salute

Come affrontato in uno degli articoli precedenti (leggi qui), la parola grasso ha subito un cambiamento di valutazione notevole nella nostra società, e a mutare è stata anche la sua relazione diretta con il cibo.

Se da un lato, infatti, le alte percentuali di grassi nocivi presenti in prodotti di matrice industriale – che hanno grande successo di pubblico – sono mascherate attraverso una comunicazione che rende i prodotti stessi “trendy” o strumenti di successo sociale e felicità personale, dall’altro succede che i cibi di qualità, che hanno basse ma evidenti percentuali di grassi non nocivi (peraltro necessari al nostro organismo) vengano messi in cima alla lista dei nemici pubblici.

Il risultato è che la stessa ragazzina che non si fa problemi a mangiare un hamburger industriale con patate fritte in un fast food insieme ai suoi amici, toglierà con cura il grasso del prosciutto crudo che le dovesse arrivare in tavola a casa, ritenendo di fare una cosa buona per la sua salute e la sua “forma fisica”.

Un comportamento alimentare considerato corretto, al punto che il calo complessivo del consumo di lipidi è oggi determinato soprattutto da un calo dei grassi di qualità, mentre i consumi di grassi saturi e polinsaturi sono in aumento. Con un pendant ecologico tutt’altro che irrilevante: la maggior parte dei grassi solitamente utilizzati dall’industria alimentare (oli di palma, di palmisto e di cocco) sono non solo insalubri, ma anche ambientalmente impattanti, con una relazione direttamente proporzionale.

[[ima2]]Bisognerà dunque provare a far la pace col grasso. E per farlo bisognerà prima chiarirsi con zucchero.

Perché il vero nemico pubblico si chiama colesterolo o, meglio, si chiama “infiammazione”. Sono gli zuccheri, i tanti zuccheri che ogni giorno incameriamo in tante forme, a infiammare le pareti interne delle nostre vene e arterie, rendendole “ruvide” e pertanto impedendo al colesterolo di fluire via dal nostro corpo con la stessa semplicità con cui ci è entrato. L’assedio inizia i primi anni di vita.

Bisogna far pace con il grasso e con quel fenomeno che ha portato all’insorgere di una forma di bullismo nei confronti delle persone obese. Sostanzialmente questo atteggiamento può essere visto come “un’arma di difesa” verso qualcosa che ci spaventa. Le persone obese sono infatti lo specchio di tutte le paure che affliggono l’uomo moderno quali povertà, inattività, dipendenza da qualcuno, asessualità, sporcizia, fallimento, problemi di salute, mancanza di vita sociale, poiché tutti questi aspetti possono caratterizzare la vita delle persone grasse. Essi riflettono e sono un esempio della fragilità umana, che va aiutata e non criticata.

È chiaro che tendenze del genere sono il risultato anche di una carenza di politiche educative che informino sui rischi derivanti dalla cattiva alimentazione. Politiche che i Paesi occidentali hanno posto in essere già da un po’ di tempo.

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