Bollicine in fresco? Sempre. Le ultime segnalazioni dei nostri esperti
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CRÉMANT D’ALSACE AOC ROSÉ BRUT – Domaine Hubert Reyser, Francia
L’anno di fondazione del Domaine, il 1963, coincide con l’acquisto da parte di Hubert Reyser, allora appena quattordicenne, del suo primo appezzamento sulle alture di Nordheim, pittoresco paesino del Basso Reno, incastonato nel cuore della storica regione dell’Alsazia. Rapidamente, prima con il sostegno della nonna e poi con quello della moglie Denise, reindirizzò le attività dell’azienda dall’agricoltura mista alla coltivazione della vite. Nel 2007, dopo anni di studi specialistici nel campo dell’ambiente e della biologia, suo figlio Lionel è subentrato nella gestione dell’attività di famiglia espandendo la visione della maison con un approccio in vigna e in cantina orientato al rispetto del terroir e alla produzione di etichette sempre più identificative del territorio. Oggi, la tenuta consta di 15 ettari, di cui 1.5 situato nel Grand Cru Steinklotz a Marlenheim; i terreni prevalentemente argillosi che donano ai vini una vitalità fresca e potente sono coltivati in regime biologico. Il Crémant d’Alsace AOC Rosé Brut etichettato Domaine Hubert Reyser è un Crémant bio 100% Pinot Noir con tre anni di maturazione sui lieviti. Cromia rosa salmone, perlage delicato e persistente, si apre al naso con sentori di piccoli frutti rossi. Al palato è fresco e croccante, di buona persistenza. Andrea Grignaffini
MOSCATO D’ASTI DOCG “VIGNA SENZA NOME” – Braida, Piemonte
Braida è l’iconica cantina di Rocchetta Tanaro, nel Monferrato, dove Giacomo e Anna Bologna con i figli Raffaella e Giuseppe hanno creato un quartier generale celebre per la valorizzazione della Barbera con etichette come il “Bricco dell’Uccellone”. Ma i Bologna nel 1990 comprarono una vigna nel comune di Mango, un paese di Langa, per produrre un moscato davvero identitario. “Vigna Senza Nome” si compone di uve 100% Moscato d’Asti, coltivate in vigneti situati a 500 metri sul livello del mare. Qui i terreni sono composti prevalentemente da calcare e sabbie, elementi fondamentali per ottimizzare il drenaggio delle acque. Un vino dolce aromatico, frutto di una macerazione con le bucce per alcune ore in pressa orizzontale e successiva spremitura. Poco interventisti in cantina per ottenere un risultato di pura autenticità per un calice che non puoi dimenticare. Fresco e floreale, dolce e dissetante. Note di pasticceria e canditure emozionanti, l’etichetta, oltre al nome, riporta una frase latina ”Sator Arepo Tenet Opera Rotas” che significa “il contadino all’aratro dirige i lavori”. Se riuscite ad abbandonare i cliché e provate ad accostarlo a formaggi erborinati o prediligerlo come aperitivo, comprenderete quanto il Moscato Vigna Senza Nome sia conviviale. Must have! Cinzia Benzi
FRANCIACORTA BLANC DE NOIR MILLESIMATO EXTRA BRUT 2017 – Monte Alto, Lombardia
Giovane, intraprendente, straordinariamente bravo. Alberto Tribbia, dopo diverse esperienze nel settore enologico in Italia e all’estero, nel 2014 decide di avviare la propria azienda vitivinicola ai piedi del Monte Alto, altura di origine calcarea situata nella zona occidentale della Franciacorta. La vicinanza al Lago di Iseo, l’esposizione a nord-est e la composizione del suolo delineano in maniera determinante la naturale vocazione di questo angolo franciacortino, un fazzoletto di terra a Clusane d’Iseo dove la materia prima è preservata da un’enologia poco invasiva. Tre ettari di vigna, tra uve a bacca nera e il Pinot Nero, capace di esprimere le particolari caratteristiche del territorio e imprimere un preciso stile enologico. Monte Alto Franciacorta Blanc de Noir Millesimato Extra Brut 2017, 100% Pinot Nero, è senza dubbio una delle più belle espressioni franciacortine mai assaggiate. La purezza e l’intensità sono il frutto di una vinificazione attenta e sapiente. Un gioiello in totale equilibrio col luogo, creato da una passione senza compromessi. Sorso delicato e allo stesso tempo fresco e vigoroso, di immediata tensione gustativa e in perfetta armonia tra profondità e bilanciamento sapido minerale, sconfina tra frutti rossi aciduli e toni agrumati. Bruno Petronilli
CHAMPAGNE “RÉSERVE” EXTRA-BRUT BLANC DE BLANCS – Marion Perseval, Champagne | Francia
Da diverse generazioni la famiglia Perseval possiede le sue vigne nel comune di Chamery, villaggio Premier Cru della Montagne de Reims. Marion, figlia di Gerard e Marie-Thérèse Perseval, ha preso in mano le redini dell’azienda a partire dall’autunno del 2019, succedendo ai genitori sia nella coltivazione dei vigneti di famiglia sia nella produzione dei vini. Ha iniziato la conversione di 1,5 ettari in biologico, proseguendo il lavoro perpetrato negli anni dal padre, che aveva già adottato l’inerbimento dei vigneti e l’abbandono dei pesticidi nei lontani anni ‘80. La sua prima vendemmia è relativa all’annata 2020, le cui etichette sono da poco uscite sul mercato. In casa Perseval un nuovo capitolo è in procinto di essere scritto e le premesse sono radiose. Un Blanc de Blancs proveniente dall’annata 2020, con l’aggiunta del 4% della 2018. La vinificazione è stata svolta in acciaio, al fine di preservare gli aromi primari dello Chardonnay. Affinamento di due anni sui lieviti senza aggiunta di zuccheri al dégorgement. All’olfatto esprime profumi fruttati di mela verde e pera Williams, aromi agrumati di limone e pompelmo, un affascinante bouquet floreale di tiglio e sentori di mandorla. Al palato è vivace, dinamico, profondamente sapido, con una bella persistenza. Manlio Giustiniani
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SPUMANTE PAS DOSÈ 2018 – Tenuta Sarno 1860, Campania
A Candida, antico borgo della provincia di Avellino, Maura ha fatto la coraggiosa scelta di coltivare in un’unica vigna una sola varietà di uva: il Fiano. La sua avventura produttiva è iniziata ufficialmente nel 2004, affiancata sin dagli esordi dall’enologo Vincenzo Mercurio, che è riuscito a imprimere ai suoi vini uno stile riconoscibile, pur conservando un profondo radicamento territoriale. Le viti di Fiano, allevate sulla collina di Candida su un terreno argilloso calcareo, sono esposte a sud-est e si trovano a 630 metri di altitudine, beneficiando di importanti escursioni termiche. Il fiano, proposto nelle tipologie fermo (declinato in tre versioni) e spumantizzato, segue in cantina pochi ed essenziali passaggi, come la vinificazione in acciaio, l’utilizzo di lieviti indigeni selezionati dal vigneto di appartenenza e la lunga sosta in bottiglia prima dell’uscita in commercio. Lo Spumante Pas Dosè si apre al naso con note di pompelmo e ananas, frutta a polpa gialla, sentori balsamici e soffusi richiami di nocciola di sottofondo. Il sorso, fresco e agile, è persistente e ben equilibrato, con un piacevole ritorno agrumato nel finale. Adele Granieri
CHAMPAGNE SAUVAGE – Maison Delouvin | Champagne, Francia
Accanto alle annate storiche della Maison Delouvin – Nowack vi è una produzione di vini selvaggi e distintivi. Siamo nella Marna, a Vendières, dove si sviluppano le vigne storiche della cantina che oggi, con il passare delle generazioni, si distingue per bollicine di carattere. Esuberante e fuori dagli schemi è il Sauvage, nato per valorizzare il Pinot Meunier e spingerlo oltre i suoi stessi limiti. L’uvaggio è selezionato al 100%, le uve derivano da tre particelle distinte, ma tutte nel comune di Vandières e viene utilizzato l’assemblaggio di tre annate successive (‘14 –‘15-‘16). La maturazione sui lieviti si protrae per oltre 42 mesi e, per dare un’espressione pura e autentica del Meunier, non vi è dosaggio alla sboccatura. La produzione è minima, solo 4.000 bottiglie. Nasce così una bollicina dorata, dall’effervescenza elegante, travolgente al naso, con note di burro e pane che accompagnano a un assaggio cremoso e fragrante. I dettagli più dolci della frutta tropicale si alternano a quelli più amari e tostati della frutta secca. Ricco, asciutto e di buona lunghezza, il Sauvage è la dimostrazione di come il Pinot Meunier sia un vitigno di carattere, con molte sfaccettature da raccontare. Stefania Oggioni
FRANCIACORTA DOSAGGIO ZERO 2020 – Le Quattro Terre, Lombardia
The next big thing in Franciacorta. Siamo a Borgonato di Corte Franca, a circa 500 metri in linea d’aria dal luogo in cui iniziò l’avventura spumantistica del territorio. Le Quattro Terre è un progetto ideato da Giorgio Vezzoli, assieme allo zio Vincenzo e ai fratelli, Matteo e Marco: rilevarono nel 2006 un cascinale del Settecento circondato da vigneti, oggi sede di un delizioso agriturismo con camere, raffinata proposta di ristorazione e accoglienza e cantina interrata. Gli ettari vitati, sotto la diretta gestione di Giorgio, sono quasi 10 e non solo a Borgonato. Il Dosaggio Zero è il vino certezza che vi segnaliamo all’interno di una gamma qualitativamente consolidata: incredibile prestazione per il millesimo 2019, confermata con l’uscita del 2020. Lo Chardonnay per questo gioiellino arriva da due vigneti – in tutto 1,69 ha – impiantati nel 1989 a Corte Franca. Difficile non rimanere affascinati quando questo vitigno rende tutta la sua purezza come in questo caso: perlage fine, leggiadria e freschezza definite da note agrumate, fiori di campo ed erbe essiccate, poi tamarindo, nocciola fresca e tostata, con suggestione minerale di pietra focaia, preziosa eredità della sosta di 36 mesi sur lie. Sorso elettrizzante e tenace: traghetta verso un finale di pienezza ed equilibrio. Monica Coluccia
WISCOUTRE BLANC DE BLANCS – Entre deux Monts, Belgio
Siamo quasi al confine, in quella parte del Belgio che guarda alla Francia dove la natura, se non ci venissero incontro i confini amministrativi, non avrebbe modo di dividersi tra vigneti di serie A e vigneti di serie B. Ma si sa, la storia fa e la storia disfa quindi dobbiamo astrarci un attimo e immaginare il Belgio, in alcune zone, come una piccola porzione vitivinicola francese. C’è cultura, c’è trasporto, c’è legame con la terra che dà rigogliosi frutti atti a produrre ottimo vino. Qui a Entre deux Monts la faccenda non è diversa, anzi, c’è un continuum familiare che si manifesta quasi sottovoce e che si tramanda di padre in figlio. Da mercanti di vino a produttori di vino. Tre generazioni che, in modo diverso, hanno abbracciato la terra, chi gettato i semi e chi raccolto i frutti. Il Wiscoutre è un blend di Chardonnay e Auxerrois prodotto da 15 anni e con costanza, ogni anno, riceve consenso e premi per la sua qualità. Metodo classico, 15 mesi sui lieviti, vendemmia base 2021 con il 15% vini di riserva (qui il cambiamento climatico si avverte molto), colore giallo chiaro tenue e limpido, naso leggermente agrumato, sorso fresco e frizzante che tende ad allargarsi piano piano sul palato. Luca Turner
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NORTH FORK OF LONG ISLAND ZERO DOSAGE – RG | NY, USA
I Rivero González sono una famiglia di viticoltori le cui origini risalgono al Messico dove, a Parras, nello Stato federato di Coahulia, coltivano vigneti da quasi tre decenni. Dal 2019 perpetuano tradizioni, conoscenze e valori fondamentali del loro marchio nella penisola statunitense di North Fork – a nord-est di Long Island, nella Contea di Suffolk dello Stato di New York – dopo aver rilevato quella che era Martha Clara Vineyards e i suoi ottanta ettari. Qualità (fondamentale per il cliente), innovazione (senza, non esiste miglioramento), sostenibilità (si deve crescere a basso impatto ambientale) e comunità (è doveroso impegnarsi per lo sviluppo economico della regione) sono i capisaldi di questa interessante cantina di nuova generazione e promettente futuro. Chi scrive consiglia di iniziare la scoperta della gamma di etichette dallo Zero Dosage: spumante Metodo Classico assemblato da uve Chardonnay (60%) e Pinot Noir (40%) che sosta ventiquattro mesi sui lieviti e viene prodotto in poco meno di tremila bottiglie sotto la denominazione The North Fork of Long Island. Colore giallo paglierino intenso, enfatizzato da fine effervescenza; invitante bouquet di fiori e frutti bianchi; assaggio fresco e cremoso, con spettro gustativo arricchito da aromi di burro e pasticceria. Luca Torretta
TRENTODOC PAS DOSÉ GIULIO LARCHER 2019 – Tenuta Maso Corno
Quella di Giulio Larcher non è una storia di generazioni di viticoltura o di casate nobiliari: è la storia di un ragazzo, con nessuna formazione in agricoltura ed enologia, ma tanta passione, che nel 2006 acquista un maso alle pendici dei Monti Lessini, di fronte alle piccole Dolomiti nel basso Trentino, al confine con il Veneto. Parte dai cinque ettari del vigneto sperimentale che trova intorno al Maso Corno (un vero e proprio toponimo), già caratterizzati da vecchi cloni di Pinot Nero: un patrimonio ampelografico prezioso che lo indirizza verso la produzione di vini di grande impatto, tali da tramettere l’unicità dei terreni calcarei posti oltre i 500 metri d’altitudine. Le prime vinificazioni riguardano vini fermi, ma risulta inevitabile, vista l’alta vocazione regionale, approdare alle bollicine: il Trento Pas Dosé 2019 è uno Chardonnay in purezza che richiama in pieno il carattere elegante e montano dei vini di questo Maso. Al naso menta, lime e rosmarino sono il preludio a un frutto più maturo di pesca, albicocca e mango, il palato è pieno e carnoso, frutto di una materia matura e concentrata che l’assenza di dosaggio slancia ed equilibra; il sorso è carezzevole e fruttato nella persistenza di limone candito. Masterpiece. Alessio Pietrobattista
MONTONICO BRUT ABRUZZO DOC TRABOCCO – Eredi Legonziano, Abruzzo
Abruzzo sì, ma solo di bollicine. E di soli vitigni autoctoni. È questa la filosofia della cantina Eredi Legonziano, a Lanciano, che da oltre 50 anni si dedica alla valorizzazione del territorio puntando solo sulla spumantizzazione, sia in Metodo Classico che in Charmat. La zona di produzione è protetta a ovest dalla maestosa Maiella, ma può anche beneficiare dell’influenza a est, del Mar Adriatico. «È la combinazione di questi elementi che crea un microclima ideale per la produzione di grandi uve che trasmettono al vino i sapori del nostro territorio». Solo vitigni autoctoni abruzzesi: Trebbiano, Cococciola, Pecorino, Passerina, Montonico e Montepulciano d’Abruzzo. E tutti i vini rientrano nella Doc Abruzzo. Se è vero che la finezza delle bollicine da Metodo Classico prodotte da Eredi Legonziano è uno dei fattori qualificanti della produzione della cantina, vogliamo concentrarci sul Montonico Brut, Metodo Charmat, nella nuova veste legata al progetto Trabocco Spumante d’Abruzzo Doc. È un vino fin da subito piacevole, al naso è fruttato e intenso, mentre al sorso è molto equilibrato, dove il residuo zuccherino di 8 g/l si trova in armonia con la freschezza e la sapidità. Raffaele Foglia