Bollicine del Mondo, 11 etichette consigliate dai nostri esperti

Valdobbiadene DOCG Aldaina Al Mas Rive Di Guia Extra Brut – Andreola, Veneto
Con 40 anni di storia appena compiuti, la cantina Andreola sorge nel comune di Farra di Soligo, nel cuore delle terre di produzione del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Una realtà di famiglia in costante evoluzione tra sapienza enologica e tecnologie all’avanguardia, guidata oggi da Stefano Pola, la cui gestione ha elevato l’azienda a emblema della viticoltura eroica della denominazione. Il lavoro praticato sui vitigni autoctoni (Glera, in assoluta maggioranza e in piccola percentuale Verdiso, Perera e Bianchetta) che si estendono per 110 ettari lungo le ripide colline, è meticoloso, quasi esclusivamente manuale e vocato a un’incessante ricerca qualitativa; un approccio che assieme alla peculiare geologia del territorio e alla severità del microclima, si riflette in ogni etichetta. Il nuovissimo Aldaina Al Mas Rive Di Guia Extra Brut Valdobbiadene Docg, nato dalla vendemmia 2023, è frutto di una vigna speciale di 6 ettari di una valle che da circa 250 metri raggiunge i 350. Straordinaria espressione dell’intensità e della persistenza della Glera, a definire la sua marcata sapidità e una raffinata acidità contribuiscono rispettivamente il suolo profondo e il clima fresco. Un vino estremamente versatile nell’abbinamento con il cibo, capace di lasciar di sé piacevolissima memoria.
Andrea Grignaffini

Moscato d’Asti Docg – I Vignaioli di Santo Stefano Belbo, Piemonte
Il paese natale dello scrittore Cesare Pavese è la sede di questa cantina storica fondata nel 1976. La visione di quattro vignaioli come Giancarlo Scavino, Sergio Santi, Mario Monti e Piero Gatti allineata alla lungimiranza imprenditoriale di Bruno Marcello Ceretto fonda questa realtà d’eccellenza. Nel 1989 Giacomo Bersanetti, uno dei più talentuosi designer di questo settore, crea un’originale etichetta ispirata all’opera pavesiana La Luna e i Falò. Una veste originale per una bottiglia fuori dall’ordinario. Oggi la superficie vitata di uve Moscato è di circa 37 ettari con i soli soci Ceretto e Scavino, rappresentati dalle nuove generazioni. Dal 2017 è certificata biologica e dal 2023 c’è un packaging più leggero per ridurre l’impatto ambientale e viene utilizzato il tappo a vite. Il vino si presenta con un colore giallo oro, note aromatiche tipiche del vitigno Moscato, una spremuta d’uva dall’equilibrio perfetto di zuccheri e terpeni. Un sorso fresco, l’effervescenza ti rapisce per la finezza. Una bollicina perfetta per un fresco aperitivo estivo. 
Cinzia Benzi

Champagne “L’Originel” – Jean Diot, Champagne | Francia
L’azienda è stata fondata a Vinay all’inizio degli anni ’60 da Jean Diot e nel corso degli anni è sempre stata ancorata fortemente alla tradizione e a un lavoro meticoloso in vigna e in cantina. Nel 1998 i figli di Jean prendono le redini e proseguono il lavoro del padre, curando soprattutto le proprietà sulle colline del sud di Epernay e della Vallée de la Marne. Gli Champagne di Jean Diot si distinguono per il carattere e lo stile assolutamente originale e propongono una gamma molto ampia che legge e interpreta il terroir in maniera esemplare. Si distingue, tra tutte le tipologie prodotte, la Cuvée Originel, un extra-brut millesimato 2018 in edizione limitata a sole 2.500 bottiglie. È un Meunier in purezza, prodotto da uve provenienti da due parcelle a Vinay (Les Colinières e L’Aalbutrie). Assemblaggio di Meunier che per un 73%, effettua in Cuve la fermentazione malolattica e per un 27% è vinificato in fût de chêne senza fermentazione. Alla fine dei 36 mesi di affinamento ecco uno Champagne dai raffinati profumi di frutta matura, agrumi canditi, mandorla tostata e fiori di peonia. Al palato è di grande piacevolezza, teso e complesso, con una bolla cremosa e un finale iodato e minerale.
Bruno Petronilli

[[ima2]]Champagne Cuvée Marie-Amélie Blanc de Blancs 2014 – Henriet-Bazin, Champagne | Francia
Maison familiare fondata nel 1890 e oggi guidata da Marie-Noëlle Henriet-Rainon e suo marito Nicolas Rainon. Posseggono 7,5 h impiantati in prevalenza a Pinot Noir e a Chardonnay nel villaggio Premier Cru di Villers-Marmery, e a Verzenay e Verzy, villaggi classificati Grand Cru. Da un lustro non fanno più uso di diserbanti o prodotti di sintesi, e utilizzano l’inerbimento nelle vigne. Parliamo di un’azienda certificata in biologico dal 2022 e in conversione biodinamica. Marie-Amélie è un brut nature con uve provenienti da vecchie vigne con un’età media di oltre 50 anni coltivate su un suolo di graveluche sulla craie (creta) dalle parcelle ‘Les Clos Ouest’, ‘Les Basses Allouettes’, e ‘Les Fosses’ nel villaggio di Villers-Marmery, classificato Premier Cru. La vinificazione, della tête de cuvée, viene effettuata in acciaio smaltato con svolgimento della fermentazione malolattica. Dopo 7 anni di permanenza sui lieviti, il dégorgement è avvenuto nel 2022. All’olfatto esprime un ampio ventaglio di profumi fruttati di mela, susina, frutta esotica, mango, ananas e papaia, sentori agrumati di mandarino, note speziate di zenzero, liquirizia, e balsamicità mentolata. Il preciso profilo gustativo seduce con la sua salinità elegante, la mineralità di craie e un finale equilibrato dalla persistenza agrumata di cedro.
Manlio Giustiniani

Asprinio d’Aversa Doc Brut “Trentapioli” – Salvatore Martusciello, Campania
PREMIO VITIGNO DA SCOPRIRE 2024 per la Guida Bollicine del Mondo

Raccolta l’eredità di una famiglia che ha scritto un pezzo di storia dell’enologia campana, Salvatore Martusciello si è messo in proprio assieme alla moglie Gilda Guida creando un progetto vitivinicolo mirato a valorizzare i vitigni autoctoni della regione. I loro vini nascono tra la Penisola Sorrentina, i Campi Flegrei e l’Agro Aversano e celebrano tradizioni immutate nel tempo, come quella dell’alberata aversana, un sistema di coltivazione della vite che ha caratterizzato il paesaggio di Aversa e dintorni per centinaia di anni: piante secolari che si estendono da un albero di pioppo all’altro arrivando a superare i dieci metri di altezza e ricoprendo come un muro di rami, foglie e grappoli la distanza che separa gli alberi a cui sono appese, maritate appunto, attraverso corde tese di ferro zincato. L’Asprinio di Aversa Trentapioli richiama nel nome la scala utilizzata per salire sull’alberata, alta 15 metri e formata da circa 30 pioli. Un vino che matura in autoclave per almeno 180 giorni, dai profumi di fiori di acacia, pesca gialla e cedro, con un sorso affilato e agile, estremamente godibile.
Adele Granieri

Champagne Efflorescence – Marie Courtin, Champagne | Francia
Seguire e ascoltare la natura con un’attenzione maniacale abbracciando i principi della biodinamica per dar vita a dei vini raffinati ed essenziali. Questa la filosofia di Dominique Monreau, caparbia ed eccentrica viticultrice che ha dato vita alle sue etichette nel 2005, ispirandosi alla nonna Marie Courtin, che ama ricordare come “la donna della terra”, la quale ha dato il nome all’azienda. Una piccola Maison di soli 2,5 ettari dislocati nei dintorni di Polisot, nella Côte de Bar, nella zona meridionale della Champagne. La scelta di Dominique è di creare Champagne da monovitigno, proveniente da singole particelle e lavorando le singole annate, senza utilizzare dosaggio zuccherino, quanto più naturali possibile. Ne originano Champagne ricchi di sfaccettature che hanno bisogno di tempo, nel bicchiere e in bottiglia, per essere compresi e vissuti; Champagne che donano in cambio emozioni uniche. L’Efflorescence – nome spirituale che significa evolversi in perpetuo – Millesime 2016 è un Blanc de noirs che esprime pura energia. Al naso la viola, i frutti rossi e un finale speziato e pungente che completano l’assaggio fragrante, sapido e minerale. Uno Champagne elegante, austero ed equilibrato.
Stefania Oggioni

[[ima3]]Vino Bianco Frizzante Sopra la Panca – Cantina Bambinuto, Campania
Marilena Aufiero, vignaiola in Santa Paolina, in Irpinia, si è fatta apprezzare per la sua proposta vitivinicola incentrata su tutte le sfumature cui può arrivare il vitigno a bacca bianca d’elezione di zona, il Greco. Dopo aver affermato l’eccellenza qualitativa e il radicamento territoriale dei suoi Greco di Tufo fermi – base, da cru e Riserva – ha iniziato a dedicarsi alla spumantizzazione, dotandosi anche, cosa rara nel territorio, di tutta l’attrezzatura per produrlo autonomamente in loco. Se siete in viaggio in Irpinia, quindi, è caldeggiato l’assaggio dell’ottimo Cur, lo Spumante Metodo Classico di Greco di Tufo, assieme a un vino frizzante concepito per la prima volta con la vendemmia 2022. Si tratta del Sopra la Panca, nato con l’idea di proporre una bollicina spensierata e fresca da dedicare a un’atmosfera informale e leggera, quella per esempio che può crearsi sopra la Big Bench #305, installata in frazione Picoli, una delle panchine giganti che caratterizzano i panorami vitivinicoli più affascinanti, e non solo: uno stimolo al viaggio per tanti amanti della natura. Uve vendemmiate a metà settembre; fermentazione di circa un mese fatta partire con pied de cuve con lieviti indigeni; tappo a corona: brio, pulizia aromatica di naso e sorso dalla beva gioiosa e compulsiva.
Monica Coluccia

Trento Doc Riserva 2019 Benazzoli Fulvio Dosaggio Zero – Benazzoli, Trentino
Azienda agricola vitivinicola al femminile, siamo a Pastrengo, città cara agli storici risorgimentali: due sorelle animate da uno spirito enoico che si tramanda da nonno Vittorio a padre Fulvio, Claudia e Giulia accendono il loro desiderio attraverso le radici che si spostano dal Trentino al Veneto e al Trentino ritornano. Le sorelle Benazzoli, omonima azienda, vini sinceri di respiro e anima, di territorio già in Valpolicella, traducono lo stesso saper fare in Vallagarina, nel rispetto di una bollicina di montagna che oggi vive sotto il brand Trento Doc. Prima annata, 2019, poche bottiglie di un vino non dosato sapientemente equilibrato, elegante e indimenticabile. Chardonnay, metodo classico, quaranta i mesi sui lieviti, colore vivo e brillante, naso che spazia dalla mela al pan brioche non senza lasciare qualche rotonda e avvolgente nota sapida. Sorso pieno e corposo, appagante tanto per un aperitivo in città quanto in uno chalet d’alta quota, ideale anche per un percorso gastronomico a tutto tondo.
Luca Turner

L’As de les Annèes Folles 2018 – Jean Pierre Robinot
Basta un solo assaggio per intuire quanto ogni vino di Jean Pierre Robinot sia una composizione unica che merita dedizione e racconta una storia di coraggio e personalità. Nel nostro caso, l’assaggio illuminante è stato quello di L’As de les Annèes Folles 2018 (ma qualche anno fa ci aveva altrettanto stupiti Les Annèes Folles 2015). Un metodo ancestrale, senza solfiti aggiunti e da uve Chenin Blanc e Pineau d’Aunis: cremoso, fresco, dinamico, vibrante, peculiare. Come singolare è la biografia dello stesso Robinot: dalle frequentazioni parigine coi pionieri del vino naturale, all’apertura di una delle prime enoteche – L’Ange Vin – a esso dedicata, continuando poi con la fondazione della rivista Le Rouge et Le Blanc assieme a Michel Bettane, fino al ritorno al villaggio natale di Chahaignes, in Loira, per dedicarsi in prima persona alla produzione di quei vini naturali ai quali tante energie aveva destinato negli anni precedenti. I vini di Robinot provengono da circa dieci ettari di vigneti posti su suoli caratterizzati da argille rosse e silicee con presenza di calcare e sono coltivati in regime biodinamico certificato Ecocert. Le vendemmie sono manuali, le fermentazioni naturali e lente, l’affinamento svolto in botti di rovere custodite in grotte scavate nel calcare.
Luca Torretta

[[ima4]]Alta Langa Pas Dosé 2019 – Rizzi, Piemonte
Enrico Jole Dellapiana sono gli artefici principali della crescita esponenziale della cantina Rizzi: da anni ormai i loro vini sono ai vertici dell’areale di Treiso e di tutto il Barbaresco, grazie a una costanza qualitativa sorprendente. Un successo dopo l’altro che parte dal 1974, anno in cui papà Ernesto diede inizio alla storia di Cascina Rizzi con l’intento di creare un’azienda in grado di imporsi nel panorama langarolo, distinguendosi per stile essenziale e riconoscibile e un’agricoltura attenta a preservare l’ecosistema-vigna. Ovviamente in prima fila ci sono i grandi e prestigiosi rossi da uve Nebbiolo, Barbera e Dolcetto, ma dal 2013 Enrico, enologo dell’azienda, ha deciso di cimentarsi con le bollicine, sua grande passione. Non poteva che essere Alta Langa e, nel rispetto della filosofia aziendale, non poteva che essere Pas Dosé: l’annata 2019, da blend di Pinot Nero e Chardonnay (in maggioranza), apre su note olfattive di pompelmo, lime, melone invernale e lampone, per chiudere su screziature mentolate e floreali. Il palato è ricco, elegante, gastronomico e pieno; l’assenza di dosaggio equilibra la materia matura, rendendo il sorso lungo e appagante. Un compagno indispensabile per la tavola. Altissima Langa.
Alessio Pietrobattista

Spumante “Mas Du Jario” Metodo Classico – Grosjean
Una bollicina a 900 metri di altitudine, in Valle d’Aosta. Anche Grosjean ha voluto cimentarsi con gli spumanti: già nel 2015 aveva presentato il Mont Mary Rosé Metodo Classico Extra Brut, ora invece punta sul Mas du Jario, un nuovo spumante a base Pinot Noir, con uve proveniente dal vigneto di Tzeriat. «Sulla vigna di Tzeriat abbiamo sempre prodotto il nostro Pinot Noir in purezza, un vino rosso affinato in legno di grande corpo, eleganza ed equilibrio – ha spiegato Hervé Grosjean, enologo e titolare della cantina – Per realizzare questo nuovo Metodo Classico raccogliamo le uve appena prima della vendemmia, le lavoriamo in vasca sulle fecce fini e successivamente affiniamo per 36 mesi sui lieviti». E qui il Pinot Nero si esprime al massimo per eleganza e freschezza, grazie a note floreali, frutta bianca, leggera speziatura ed erbe aromatiche. In bocca è sapido e fresco, ma di buon equilibrio e soprattutto di ottima persistenza. «Prima ancora di far conoscere la qualità della nostra azienda, vogliamo fare conoscere i vini della Valle d’Aosta, perché purtroppo ancora si conoscono troppo poco» ha spiegato ancora Simon Grosjean. E questa bollicina ne è sicuramente un bell’esempio.
Raffaele Foglia

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