Aspettando la Giornata della ristorazione: 20 piatti delle radici per celebrare l’arte dell’ospitalità

Mancano davvero pochi giorni e finalmente il prossimo 18 maggio l’Italia intera potrà celebrare la sua seconda Giornata della Ristorazione, edizione 2024, un’iniziativa ideata da FIPE – Federazione Italiana Pubblici Esercizi – e realizzata grazie al supporto organizzativo e di comunicazione di MAGENTAbureau e di Identità Golose. Un evento popolare inclusivo, solidale e profondamente etico, volto a coltivare quel rinnovato sentimento di comunità attraverso la valorizzazione della cultura italiana dell’ospitalità; un momento dedicato ai ristoratori certo, ma soprattutto a coloro che quotidianamente animano insegne di ogni sorta (ristoranti fine dining, pizzerie, osterie, trattorie, bar), quindi, cuochi, camerieri e tutti gli altri protagonisti del mondo dei Pubblici Esercizi; un appuntamento speciale all’insegna dell’arte del convivio, della condivisione e dell’accoglienza. 

Ricordiamo che al cuore dell’iniziativa, vi è una proposta di legge già presentata alla Camera dei Deputati per l’istituzione della Giornata della Ristorazione per ribadire l’importanza economica, sociale e culturale di un settore che genera 54 miliardi di valore aggiunto e impiega oltre 1,4 milioni di persone. Non solo: sostenere la ristorazione italiana vuol dire anche promuovere e tutelare quella filiera d’eccellenza da essa alimentata e valorizzata, una rete fatta di piccoli produttori, di scelte consapevoli e di ingredienti deliziosi, coltivati e allevati rispettando rigorosamente criteri di sostenibilità ambientale, sociale e umana.

Sono proprio queste materie prime eccezionali, poi, a ispirare la cucina degli chef, a entrare nel loro immaginario creativo e, infine, a emozionare il commensale che riceve a tavola la singolare interpretazione dell’ingrediente; piatti che raccontano le radici, le origini, le eccellenze territoriali di cui l’Italia abbonda, e quelle tradizioni che, nel tempo, ispirano l’innovazione e divengono il seme della cucina del futuro. 

Ecco perchè oggi ci teniamo a presentare alcuni dei tantissimi piatti che i ristoratori aderenti proporranno nei loro menu il prossimo 18 maggio per celebrare attraverso il gusto, il piacere della convivialità, il valore delle tradizioni e delle radici territoriali, ma soprattutto, la forza di un comparto che quotidinamente si impegna a nutrire corpo e anima, genera occupazione, cultura, bellezza e crea attorno alla tavola, un necessario, prezioso senso di comunità.

 

Passatelli asciutti con ragù di pollo e uvetta (2003) di Luca Marchini, chef de L’Erba de re, Modena
[[ima13]]Il nostro piatto più iconico, un piatto dal carattere accogliente che offre uno sguardo alla tradizione del nostro territorio con il tocco personale dello chef Luca Marchini. In carta dall’apertura del nostro ristorante, nel 2003.

 

 

Spaghetto al pomodoro e la sua “scarpetta” di Luigi Cinotti, chef del ristorante 10_11 del Portrait, Milano
Un piatto della tradizione italiana che sa di famiglia e nobilita quello che è il segnale inequivocabile di apprezzamento nei confronti di sughi e condimenti per antonomasia. Il 10_11 di Milano e il Caffè dell’Oro, entrambi parte della Lungarno Collection, celebrano la Giornata della Ristorazione con questa proposta.

 

 

BOB SPOON di Massimiliano Alajmo, chef del ristorante Le Calandre, Rubano (Padova)

[[ima2]]Un piatto dedicato a Bob Noto, figura eclettica nel mondo gastronomico mondiale. Nella forma estetica del cucchiaio a doppio invaso si esprime il chiaro riferimento palindromo al suo nome. Degustare prima il purè di patate alla foglia di fico con caviale e poi la mozzarella liquida con salsa di pomodori arrostiti e peperoni affumicati.

 

 

Padellino di mare di Luca Pezzetta, maestro pizzaiolo della pizzeria Clementina, Fiumicino (Roma)
[[ima17]]Salume di mare autoprodotto, stracciatella e nocciole tostate

 

 

Margherita 3D di Corrado Scaglione, maestro pizzaiolo di Enosteria Lipen, Triuggio (Monza-Brianza)
[[ima14]]Degustazione in una unica pizza di tre pomodori e tre mozzarelle, distinte in tre scomparti come un trifoglio.

 

 

Pasta Vesuvio, succo di verdure arrosto, olio al dragoncello e popcorn di parmigiano di Antonio e Vincenzo Lebano, i fratelli chef di Terrazza Gallia dell’Excelsior Hotel Gallia

 

 

La Vignarola romana con guanciale croccante di Francesca Ciucci, chef de La Ciambella, Roma
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Cappellotti di parmigiano e brodo di tonno di Francesco Apreda, chef del ristorante Idylio by Apreda
[[ima3]]Cappellotti in assoluto di parmigiano 36 mesi da vacche rosse, servito con ceci, fagiolini e katsuobushi, completato con brodo di tonno freddo. Un piatto contaminato dall’ esperienza dello chef Apreda in Giappone, ispirato al Somen giapponese, gli spaghetti in brodo freddo, consumati soprattutto d’estate viste le elevate temperature. Abbiamo creato per questo piatto un apposito cucchiaio che permetterà di prelevare la giusta quantità di brodo per ogni singolo cappellotto, al fine di esaltare il contrasto di temperatura fra il caldo della pasta e il freddo del brodo. Quindi, il cucchiaio è d’ OBBLIGO!!

 

 

Tubetti, granchio la pelosa ed erbe di Domingo Schingaro, chef del ristorante Due Camini di Borgo Egnazia, Savelletri (Brindisi)
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Come una lasagna: ragù di vitello e agrumi di Francesco Mascheroni, chef di Armani Ristorante, Milano

 

 

Orzotto ai cannellini, gambuccio riserva Sant’ Ilario e tarallo piccante di Gabriele Giura, chef di Roscioli, Roma

 

 

Asparago bianco, maionese al pesto, sfoglie primaverili e tartufo nero pregiato in conserva di Davide Oldani, chef del ristorante D’O, Cornaredo (Milano)
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Uovo e coniglio di Michele Lazzarini, chef del ristorante Contrada Bricconi, Oltressenda Alta (Bergamo)
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Candele spezzate a mano con ragù all’antica, fonduta di caciocavallo e basilico di Michelina Fischetti, chef del ristorante Oasis Sapori Antichi, Vallesaccarda (Avellino)
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Il Vitello Tonnato – la ricetta tradizionale del ristorante Guido dal 1960 a cura dello chef Ugo Alciati
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Cacio e pepe, gamberi e lime di Michele Minchillo, chef del ristorante Vitium, Crema
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Riso ai tre sughi di Moreno Cedroni, chef del ristorante La Madonnina del pescatore, Senigallia (Ancona)
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POMOD’ORO di Domenico Candela, chef del George Restaurant al Grand Hotel Parker’s di Napoli
[[ima12]]Spaghettone di Gragnano Igp con diverse qualità e consistenze di pomodori campani

 

 

Uovo, cicoria e sardella di Caterina Ceraudo, chef del ristorante Dattilo, Strongoli (Crotone)
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Bottoni di olio e lime in salsa cacciucco di Enrico Bartolini, chef del ristorante Mudec, Milano
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