Akoko, Behind, Silo e Devonshire: quattro tavole da non perdere a Londra

Akoko
La multiculturalità e lo spirito di continua evoluzione rendono Londra trendsetter della ristorazione, e ora è arrivato il momento della cucina africana occidentale. Akoko, a Fitzrovia, ne è apripista, e sotto la guida del suo fondatore, il nigeriano Aji Akokomi, e dello chef Ayo Adeyemi, il ristorante ha ottenuto la stella Michelin. La cucina è ricca di tradizioni, spazia dal Senegal alla Nigeria, facendo sapiente uso di spezie senza sovrastare il palato dei commensali. Il formato è quello del menu degustazione, sia a cena che a pranzo, quest’ultimo anche in versione più breve. Superata la fase di stupore per il match perfetto tra il design del ristorante e il look artigianale della mise en place, si comincia con la Waina, frittella di riso fermentato nigeriana […] leggi l’intera recensione

[[ima2]]Behind
L’appetito per gli chef’s table è sempre più forte e Behind, coi suoi 18 posti al bancone, è uno dei progetti più riusciti. Lo chef Andy Beynon, un tempo braccio destro di Jason Atherton, non è certo entrato nella food scene londinese in punta di piedi, conquistando la stella Michelin dopo appena 20 giorni di apertura. Il look è industriale e la soundtrack hip hop underground Anni 90 aggiunge un tocco cool a un ambiente raffinato. Situato ad Hackney, il ristorante serve solo tasting menu, con un formato accorciato (da 8 a 6 piatti portate) a pranzo. Il focus è il mare: piatti come lo sgombro in tre varianti o l’orata servita su una patata schiacciata e burro acido (in pratica una fish pie rivisitata) dimostrano un approccio intelligente ma attento al gusto […] leggi l’intera recensione

[[ima3]]Silo
Quello che Douglas McMaster è riuscito a fare con Silo andrebbe codificato e replicato su scala globale. Il progetto nasce a Brighton per poi spostarsi ad Hackney Wick, la zona hipster di Londra. Il concetto è operare un ristorante senza produrre rifiuti. Lo zero waste è in cucina, nell’etica e nell’arredamento: dai tavoli realizzati col packaging alimentare alle lampade composte da bottiglie e alghe. Oltre ad essere pioniere di questa visione, McMaster è riuscito a creare un locale dove si mangia molto bene, senza rendersi conto dell’enorme lavoro di recupero dietro ad ogni piatto. Anche il personale di sala evita di accentuare come “scarti” e sottoprodotti siano alla base di tutte le portate. Qui la buccia del sedano rapa diventa una salsa deliziosa, e i residui della produzione del burro e della macinazione dei grani del pane vengono trasformati in gelato, il Siloaf (da Silo e loaf). […] leggi l’intera recensione

[[ima4]]The Devonshire
Che il futuro della cucina inglese si sarebbe scritto tra i fornelli dei gastropub sembrava scontato, poi all’improvviso dieci anni fa, quando l’ascesa pareva inarrestabile, il movimento si è raffreddato. Ashley-Palmer Watts, braccio destro di Heston Blumenthal per 20 anni, colui che fu capace di assicurare lo standard due stelle per centinaia di coperti da Dinner by Heston, ha riacceso la miccia. The Devonshire è un pub-ristorante su quattro piani, si trova a Soho, dietro a Piccadilly Circus, ed è il locale del momento. Al centro della proposta c’è la (meravigliosa) griglia dove lo chef prepara agnello, costolette di iberico e spettacolari bistecche di manzo. Due macellai lavorano le carni direttamente dalla carcassa e curando completamente il ciclo di frollatura. […] leggi l’intera recensione

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