Spreco alimentare: un problema globale messo in luce dal Food Waste Index 2024

Cibo che viene sprecato

     

    Lo spreco alimentare rappresenta una delle criticità più sentite del nostro tempo. Ogni anno, in tutto il mondo, vengono gettati miliardi di tonnellate di cibo – un paradosso in un contesto in cui milioni di persone soffrono la fame. Lo spreco alimentare riguarda in primis la perdita di cibo, ma anche lo spreco di risorse preziose come acqua, energia e suolo utilizzate per la produzione alimentare. Inoltre, il cibo sprecato finisce spesso nelle discariche, dove contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, aggravando il cambiamento climatico, oltre a comportare un notevole costo per le famiglie. Nonostante negli ultimi anni il problema sia sempre più sentito a livello individuale, e le persone adottino rimedi come app anti spreco, emerge come i rifiuti alimentari maggiormente prodotti siano a livello domestico. Il Food Waste Index monitora ogni anno il livello di spreco alimentare lungo tutta la filiera, dal campo alla tavola: in questo articolo approfondiremo i dati del Report 2024, esaminando le cause e le possibili soluzioni per affrontare efficacemente questo problema globale.

    Food Waste Index, cosa dicono i dati del 2024

    Ragazzo che getta tra i rifiuti avanzi di cibo

    Pormezz/shutterstock

    Sviluppato dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) per monitorare e valutare il livello di spreco alimentare nel mondo, il Food Waste Index traccia anche i rifiuti domestici, della ristorazione e del commercio al dettaglio, e si rivela essenziale nell’identificare le aree di intervento e nello sviluppare strategie per ridurre i rifiuti di cibo su larga scala.

     

    Secondo il rapporto, vengono buttate via ogni anno circa 931 milioni di tonnellate di cibo, corrispondenti al 17% della produzione totale. La maggior parte di questo spreco avviene a livello domestico (61%), seguito dai ristoranti (26%) e dai negozi al dettaglio (13%). In media, ogni persona spreca 79 kg di cibo all’anno, equivalenti a 1,3 pasti al giorno per ciascuna persona che soffre la fame. Questo porta a una dispersione complessiva che riguarda un terzo del cibo prodotto a livello globale.

    Dove (e come) si spreca di più 

    Avanzi di cibo che vengono gettati

    nito/shutterstock

    Ma quali sono le ragioni per cui si arriva a tali quantità di cibo gettato via?

    Le cause dello spreco alimentare sono molteplici e variano a seconda delle zone del mondo individuate nel Report. Nei Paesi più ricchi, il cibo viene spesso gettato via nella fase di consumo finale, a causa di acquisti eccessivi, scarsa pianificazione dei pasti e confusione sulle date di scadenza. Nei Paesi in via di sviluppo, invece, le perdite avvengono prevalentemente nelle fasi di produzione e distribuzione, a causa di infrastrutture inadeguate, mancanza di tecnologie di conservazione e inefficienze nella catena di approvvigionamento.

     

    Ma la differenza maggiore riguarda la distinzione tra popolazioni urbane e rurali. Nei Paesi a reddito medio, infatti, le aree rurali tendono a sprecare meno cibo – probabilmente perché gli avanzi vengono utilizzati per nutrire gli animali o per il compostaggio domestico – rispetto alle città.

    Gli impatti ambientali e sociali dello spreco alimentare

    Le conseguenze di tanto sperpero sono gravi e su più fronti. Dal punto di vista ambientale, la produzione di cibo che non viene consumato contribuisce significativamente alle emissioni di gas serra, erodendo risorse preziose come acqua, terra ed energia.

     

    Sul fronte sociale, inoltre, lo spreco alimentare è particolarmente sconcertante considerando che circa 690 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Ridurre lo spreco potrebbe contribuire a migliorare la sicurezza alimentare globale e sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Contenere lo spreco alimentare è quindi una priorità non solo per motivi ambientali ma anche umanitari.

     

    Non solo: il rapporto evidenzia una correlazione diretta tra le temperature medie e i livelli di spreco alimentare. Nei Paesi più caldi, lo spreco pro capite nelle famiglie è maggiore, probabilmente a causa del consumo elevato di alimenti freschi e della mancanza di soluzioni di refrigerazione efficaci. Temperature stagionali elevate, caldo estremo e siccità complicano la conservazione, la lavorazione, il trasporto e la vendita sicura degli alimenti, portando a perdite significative. Poiché lo spreco alimentare contribuisce fino al 10% delle emissioni globali di gas serra, affrontare questo problema è cruciale per rallentare il riscaldamento globale.

    Come limitare lo spreco di cibo

    Cibi che possono aiutare a ridurre le emissioni di CO2

    Alkema Natalia/shutterstock

    Affrontare il problema dello spreco alimentare richiede un impegno collettivo da parte di governi, aziende e consumatori. Per far fronte a questa criticità, il rapporto dell’UNEP propone diverse soluzioni. Tra queste, educare i consumatori sulla gestione degli alimenti, migliorare le tecnologie di conservazione e stoccaggio, e implementare politiche governative che incentivino la riduzione degli sprechi. Inoltre, è fondamentale che i governi, le imprese e i consumatori lavorino insieme per creare sistemi alimentari più sostenibili.

     

    Ridurre lo spreco allevierebbe la fame nel mondo, e contribuirebbe a preservare le risorse naturali e a combattere i cambiamenti climatici. Il Food Waste Index Report 2024 offre una panoramica preziosa per guidare queste azioni e creare un sistema alimentare più sostenibile. Attraverso sforzi congiunti e strategie mirate, è possibile fare progressi significativi nella riduzione dello spreco alimentare e nel promuovere un futuro più equo e sostenibile per tutti.

     


    Immagine in evidenza di: Fevziie/shutterstock

     

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