Così il ristorante Pilar Akaneya fa scoprire il crown melon a tutta Europa
Sapevate che a Madrid, in calle de Espronceda 33, c’è un ristorante in cui è possibile gustare carne di manzo Kobe e Wagyu certificata, oltre al melone più caro del mondo? Sto parlando di Pilar Akaneya, primo ristorante a servire il crown melon in Europa e uno dei soli 150 sumibiyaki presenti fuori dal Giappone. Del resto, chi ha detto che nei ristoranti giapponesi si va soltanto per mangiare sushi?
Incuriosita dalla ricercatezza dei prodotti proposti dalla carta, ho cenato in questo locale per vivere un’esperienza gastronomica che valorizza la materia prima a 360 gradi, a partire dagli abbinamenti proposti fino ad arrivare al particolarissimo metodo di cottura della carne. Curiosi di scoprire com’è andata la mia esperienza? Allora non vi resta che proseguire con la lettura di questo articolo, e conoscere i motivi che hanno reso questo locale uno dei ristoranti giapponesi più famosi in tutta Europa!
Pilar Akaneya: il primo ristorante sumibiyaki di Madrid
Letteralmente “cuocere sul fuoco con carbone vegetale”, sumibiyaki è una parola giapponese che indica un particolare metodo di cottura della carne alla griglia su braci. Si tratta di una parola composta, dove sumi indica il carbone vegetale, bi il fuoco e yaki l’azione di arrostire o bruciare. Una sorta di barbecue giapponese che possono vantare soltanto 150 ristoranti fuori dal Giappone, di cui solo 5 in tutta Spagna. Ma cosa lo rende così amato da tutti gli appassionati di Wagyu e Kobe beef? Profumi, rumori, colori rosso vivo che diventano caramellati: se la carne di Pilar Akaneya è così speciale è anche grazie al carbone binchotan di Wakayama, invecchiato per ben 30 anni prima di svanire in poche ore con le braci. La purezza di carbonio e l’assenza di impurità generano infatti una combustione quasi totalmente priva di fumo, fattore che permette di valorizzare al massimo la qualità e i sapori originali della carne. Vi ho fatto venire l’acquolina in bocca?
La cottura della carne giapponese wagyu: la mia esperienza da Pilar Akaneya
Come abbiamo già visto nell’articolo sulle caratteristiche delle carni pregiate giapponesi, anche se tutto il Kobe è Wagyu, non tutto il Wagyu è Kobe. Nel caso del Kobe, in particolare, si tratta di una delle carni più venerate al mondo ed è proprio questo il motivo per cui è fondamentale prestare massima attenzione alla sua cottura, in modo da valorizzare ed esaltare al massimo le sue qualità uniche. Stiamo parlando infatti di una carne estremamente tenera, ben marezzata, e che può essere venduta solo nelle poche realtà che dispongono della certificazione specifica, come nel caso del ristorante Pilar Akaneya.
Era la prima volta che mi capitava di sedermi a un tavolo e di cucinare in prima persona la carne su una griglia rovente posta sopra delle pepite di carbone vegetale, ed è stato come trovarmi immersa nella natura di una foresta giapponese incontaminata. Dopo avermi introdotto al menù, il personale di sala mi ha spiegato come sarebbe avvenuta la cottura della carne Waguy e Kobe: pochi secondi per lato fino a farla caramellare leggermente, secondo il proprio gusto personale. L’importante è non cuocerla troppo, perché il grasso deve rimanere intatto e sciogliersi in bocca come fosse burro. Inutile dirvi che non avevo mai mangiato una carne così saporita, delicata e allo stesso tempo così succosa.
Con Pilar Akaneya il “melone giapponese” arriva in Europa
Ma il vero pezzo forte del ristorante Pilar Akaneya, oltre alla carne, è un frutto che si coltiva nella città giapponese di Fukuroi, ai piedi del monte Fuji. Qui è cresciuta Chiho Murata, proprietaria insieme al marito Ignasi Elias dei ristoranti sumibiyaki Pilar Akaneya di Madrid e Carlota Akaneya di Barcellona, i primi in Europa a servire il melone più caro del mondo: il crown melon. Ma perché proprio la Spagna? È qui che nacque il fondatore del locale, poi cresciuto in Giappone, il quale sentì presto il desiderio di riportare nella sua terra natale un prodotto dalle caratteristiche uniche come quelle del melone giapponese.“Fin dall’inizio sapevamo non sarebbe stato facile portare qui il crown melon – afferma Ignasi Elias – ma il cuore muove montagne. E quando desideri tanto qualcosa, alla fine finisce per succedere”.
Come avrete potuto intuire dalla qualità dei prodotti, il ristorante Pilar Akaneya non è di certo un locale economico, e questo è il motivo per cui (ahimè) ho dovuto rinunciare al pezzo forte della carta. Nonostante non abbia avuto la fortuna di assaggiare il crown melon, però, mi sono chiesta quali siano i fattori che lo rendono così speciale ed è per questo che mi sono fatta spiegare dai dipendenti del locale alcune delle sue caratteristiche. Curiosi di scoprire cosa mi hanno raccontato?
Crown Melon: perché è considerato il melone più caro del mondo?
Costa circa 200€ e si tratta di un frutto che affonda le sue origini in semi originariamente importati dal Regno Unito, discendendo direttamente dai meloni Earl’s Favorite. Come abbiamo già visto, il cuore della sua produzione è oggi la città di Fukuroi, e questo si deve al fatto che proprio qui si possono trovare le condizioni di umidità e le ore di luce ideali per favorire la sua crescita. Ma le ragioni per cui il suo prezzo è così elevato non sono dovute tanto al clima nel quale cresce, quanto alle attenzioni e alle cure che riceve. Per ogni albero che si coltiva, infatti, si ricava soltanto un unico frutto, ed è così che il melone può raggiungere altissimi standard di qualità racchiudendo nel suo succo un vero e proprio concentrato di tutti i nutrienti dell’albero. Pensate che il crown melon riceve quotidianamente anche dei veri e propri massaggi, che vengono effettuati da mani esperte rivestite da guanti bianchi al fine di aiutare lo zucchero a distribuirsi in maniera uniforme in tutto il frutto, così da fargli raggiungere il suo massimo potenziale di dolcezza. Un trattamento da fare invidia!
E voi avete mai assaggiato il crown melon? Sareste curiosi di provarlo in un ristorante sumibiyaki come Pilar Akaneya?
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