Quando nascono gli spaghetti alle vongole? Scopriamo la loro storia.
Dietro la semplicità, spesso, si nascondono molte insidie. E lo sa bene chi vuole cucinare un piatto di spaghetti alle vongole, una preparazione all’apparenza semplicissima per via dei pochi ingredienti utilizzati, eppure non altrettanto scontata. Forse proprio per queste caratteristiche, sono diventati con gli anni così popolari e diffusi in quasi tutte le località costiere italiane, diventando un simbolo dell’estate. Ma quando nascono? E chi li ha “inventati”? In questo articolo, proviamo a rispondere a queste domande ripercorrendo la storia degli spaghetti alle vongole!
Spaghetti alle vongole: sulle tracce della loro storia
Diciamolo subito: ricostruire la storia degli spaghetti alle vongole in Italia, con i suoi 7500 chilometri di coste, è un’impresa titanica, se non impossibile. Come tantissime altre ricette della tradizione, la storia si perde nei secoli, spesso trasformandosi in leggenda, e le fonti ufficiali sono scarse e fumose. Ma proviamo comunque ad avventurarci in questa sfida e a trovare qualche risposta!
Partiamo dagli spaghetti, l’ingrediente principe di questo piatto. In un precedente articolo sulla loro storia, abbiamo scoperto come gli antenati dei primi spaghetti potrebbero essere ricondotti a una pasta a forma di fili chiamata triyah che risale alla metà del XII secolo ed è stata introdotta in Sicilia grazie agli arabi. Ma è solo a partire dal Seicento che il consumo di pasta secca – grazie al miglioramento delle strumentazioni tecniche – aumenta e si diffonde nel nostro Paese, soprattutto nella zona del napoletano. Quindi, è probabile che gli spaghetti alle vongole siano stati “inventati” durante o dopo questo secolo.
Per quanto riguarda l’altro ingrediente protagonista di questo piatto, le vongole, così come le cozze, sappiamo che sono un alimento conosciuto da secoli, già nel periodo greco-romano. Stando ad alcune fonti storiche, si riscontra il consumo di pesci e molluschi nella rappresentazione di diversi piatti di mare. Chi sia stato il primo che ha pensato di unire questi molluschi a un piatto di pasta è difficile stabilirlo…
Dove e quando nascono gli spaghetti alle vongole?
Fatte queste premesse, quindi, c’è da chiedersi quando e dove effettivamente nasca questa preparazione. Come anticipato, la Campania – e soprattutto Napoli – era una zona particolarmente ricca di pastifici: a questa regione, insieme alla Sicilia e anche a Genova, grazie agli intensi traffici commerciali marini – si deve la diffusione della pasta secca in Italia. In particolare, sembrerebbe proprio la Campania ad aver dato i natali agli spaghetti alle vongole.
Tradizione napoletana vuole, infatti, che il 24 dicembre, in occasione della cena della Vigilia di Natale, si gusti ancora oggi un menù rigorosamente di pesce, dove la prima portata sarebbe costituita proprio dagli spaghetti alle vongole.
Sempre la tradizione tramanda che questa usanza abbia origini antiche e che il “primo” piatto di spaghetti alle vongole sarebbe stato servito alla vigilia di Natale del 1762 alla corte di Ferdinando IV di Borbone, monarca del Regno di Napoli. Insomma, un piatto all’apparenza molto semplice, che però avrebbe natali “regali”…
Secondo fonti storiche più accurate, un antenato degli spaghetti alle vongole farebbe la sua comparsa nel libro Cucina teorico-pratica di Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino, pubblicato per la prima volta nel 1837. Parliamo dei “vermicelli all’aglio con le vongole”: nella ricetta le vongole venivano lavate in acqua fresca e poste poi in una caraffa d’acqua; una volta aperte, le vongole venivano tolte e fatte sgocciolare, mentre l’acqua – ora una specie di “brodo” arricchito dai succhi rilasciati dalle vongole – era passata al setaccio e posta in una casseruola, con aglio, sale, pepe e prezzemolo. Una volta fatto bollire, si aggiungevano le vongole e poi i vermicelli cotti a parte, rivoltandoli spesso finché non si fossero asciugati.
Spaghetti alle vongole: bianchi o rossi?
Questa è un’altra annosa domanda, perché nel corso dei secoli si sono imposte due varianti di spaghetti alle vongole, in bianco e “rossi”.
Per i puristi, il vero piatto di spaghetti alle vongole sarebbe in bianco, tra gli ingredienti solo pasta, vongole fresche e di primissima qualità, olio, aglio, peperoncino (poco), prezzemolo post-mantecatura. Da fonti storiche, pare infatti che lo spaghetto alle vongole derivi da quello più antico e ancora più semplice “aglio, olio e peperoncino”. Sul vino bianco per sfumare ci sono discrepanze, ma pare che in origine non fosse previsto.
Se proprio si vuole “macchiare” questa versione, dicono sia meglio farlo solo con qualche pomodorino datterino da schiacciare leggermente nell’olio per sporcare il sughetto, mentre sarebbe meglio evitare la passata di pomodoro che annullerebbe la sapidità delle vongole e renderebbe il piatto simile a uno spaghetto allo scoglio.
Qualunque versione preferiate, in questo articolo vi diamo le ricette per preparare le diverse versioni di spaghetti alle vongole!
Spaghetti alle vongole “fujute”
Non possiamo parlare di spaghetti alle vongole senza nominare anche gli spaghetti alle vongole fujute, ossia… “scappate”. In che senso? In questo piatto, la presenza abbondante del prezzemolo, col suo aroma forte e persistente, darebbe l’illusione di “sentire” il sapore delle vongole, anche se non sono nel piatto.
Come prima, la paternità del piatto non è certa, ma tradizione popolare vuole far risalire l’invenzione di questo piatto a Eduardo De Filippo, grande attore, regista, scrittore e sceneggiatore napoletano, nel 1947.
Si dice che, una sera, molto stanco al termine di uno spettacolo, Eduardo non restò a cena con Peppino e Titina, come era solito fare, ma decise di tornare a casa. Lungo il tragitto iniziò ad avere fame, ma quando rientrò si trovò di fronte a un’amara realtà: la dispensa era quasi completamente vuota, ciò che rimanevano erano solo spaghetti, prezzemolo, aglio, peperoncino e pomodorini. Abbastanza per preparare un piatto che è entrato nella storia: Eduardo mangiò con gusto ciò che aveva preparato, ma soprattutto l’abbondanza di prezzemolo gli lasciò la sensazione di aver mangiato degli… spaghetti alle vongole. Pare che il giorno dopo, abbia raccontato alla sorella di aver preparato gli spaghetti con le vongole, le quali però erano appunto “fujute”, cioè scappate, e di aver sentito davvero il profumo e il sapore del mare!
Leggenda metropolitana o realtà? Forse non lo sapremo mai… più probabile è che l’origine di questo piatto nasca nelle famiglie meno abbienti napoletane che, per compensare alla mancanza delle vongole – considerate un ingrediente comune ma comunque costoso – sopperissero con il prezzemolo. Una cosa infatti è certa: l’estro e l’ingegno ai napoletani non manca!
Conoscevate le ipotetiche origini degli spaghetti alle vongole?
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