Trentino Alto-Adige, dove la birra artigianale è di casa
La nostra esplorazione dell’arte di fare buona birra in Italia non conosce sosta e ci porta questa volta a parlare dei birrifici artigianali del Trentino Alto-Adige. L’acqua pura e incontaminata delle Dolomiti e l’influenza della cultura germanica, dove l’arte birraia è quasi una religione, basterebbero già a creare alte aspettative. Il resto lo fanno le materie prime di rara eccellenza e il cosiddetto “fattore umano”, quello di piccole realtà, spesso a conduzione familiare, in cui il rispetto dei tempi di lavorazione incontra la dedizione, trasformando una semplice bevuta in un’esperienza di gusto che non si dimentica.
Birrifici artigianali in Trentino Alto-Adige: i nostri “magnifici 6”
Dopo essere stati sulle tracce dei birrifici artigianali pugliesi e liguri, ci spingiamo questa volta più a nord, a scoprire come l’arte brassicola ha saputo trovare terreno fertile in Trentino Alto-Adige. Ecco dunque sei interpreti che a nostro parere non dovrebbero mancare nell’agenda di un vero beer lover.
Birra del Bosco (Via G. Postal 45 – San Michele all’Adige, TN)
Birra del Bosco è una realtà giovane, capitanata da Marco Pederiva, che l’ha fondata nel 2013. A supportarlo in questa missione ci sono oggi Mauro (mastro birraio) e Federico e un impianto di produzione dotato di 8 fermentatori e una sala di cottura a 3 tini. È qui che nascono birre come la Karmaleon. Seconda classificata al Beer Attraction 2023 di Rimini, è una India Pale Lager, che racchiude in sé l’immediatezza e la facilità di bevuta di una lager e la complessità aromatica di una IPA, ottenuta grazie soprattutto alla luppolatura in dry-hopping.
La Hellpecker è di chiara ispirazione tedesca: bassa fermentazione, tenore alcolico contenuto (4,9%), colore giallo paglierino e sentori erbacei perfettamente equilibrati da una leggera nota maltata.
La Froggy Hops è invece una American IPA, che si presenta con un colore ambrato sormontato da un cappello di schiuma ben definito. Al palato sono ben distinguibili i richiami di frutta tropicale, che virano poi verso l’amaro per una bevuta fresca e appagante.
Per gli amanti delle scure corpose e maltate, dalla schiuma persistente e dai tipici sentori di torrefazione, da non perdere la Dark Deer, birra ad alta fermentazione in stile Porter col 5,2% di volume alcolico.
Oltre alle otto disponibili tutto l’anno, Birra del Bosco propone delle referenze stagionali, tra cui ad esempio la Atanea, American Pale Ale monoluppolo dal basso tenore alcolico (4,6%) caratterizzata da un bel bouquet di profumi di frutta esotica, che introducono a una sorsata leggera e con un accenno amaro sul finale.
Tutte le birre del catalogo sono acquistabili direttamente presso lo spaccio del birrificio di San Michele all’Adige (TN) o sul canale commerciale del sito.
Batzen Häusl (Via Andreas-Hofer 30 – Bolzano, BZ)
Batzen Häusl è un concentrato di tradizione altoatesina con le radici ben piantate a Bolzano. È proprio qui che Robert “Bobo” Widmann, con alle spalle una lunga esperienza nel mondo brassicolo, ha dato vita al suo progetto. Oltre al birrificio, avviato nel 2012, c’è infatti l’annessa osteria, autentico pezzo di storia dell’Alto Adige: fondata nel 1404, propone piatti tipici della cucina locale in abbinamento alle birre, vera specialità della casa portata avanti con passione da Robert Widmann e famiglia. Con lui collaborano, infatti, moglie, figli e generi, dando vita a una gamma produttiva che conta circa 40 referenze.
Ci sono le birre acide a fermentazione spontanea come la GOSExy, premiata al Beer Attraction 2023 e le barricate (Honey, Madeira Stout, Whiskey Porter), dal tenore alcolico sostenuto e dalla complessità aromatica derivante dall’affinamento in botte.
Tra le IGA (Italian Grape Ale) spicca la TheresaIGA, in cui il fruttato delle uve “Gewürztraminer” e la nota acidula conferita dal Verjus (succo ottenuto dalla frangitura delle uve) si integrano su una base di lieviti e di malto sudtirolese per un gusto che è una riuscita sinfonia di contrasti. Il punto forte è però lo stile lager, che trova espressione soprattutto nella Vienna, birra chiara a basso tenore alcolico (4,8%), con un ottimo bilanciamento tra il sentore del malto e gli influssi erbacei dei luppoli pregiati, e nella Dunkel. Quest’ultima, segnalata da Slow Food, si presenta con un bel colore ambrato e un generoso cappello di schiuma, compatto e persistente, sotto il quale si nasconde un tono amabile, che evolve in sentori tostati di caffè e cioccolato, con appena un accenno di amaro a chiudere ogni sorsata. Molte delle birre Batzen Häusl riportano il marchio di qualità Alto Adige-Südtirol, a garanzia della provenienza autoctona della maggior parte delle materie prime utilizzate.
Birrificio Val Rendena (Via Ronch, 6/8 – Pinzolo, TN)
“La vera birra di montagna fatta come dovrebbe essere fatta e che gustandola ti fa pensare alla terra in cui è prodotta”. Questo è il mantra del Birrificio Val Rendena, fondato nel 2012 dai gemelli Claudio e Paolo Collini. Una missione perseguita attraverso l’attenzione minuziosa alle materie prime impiegate, con luppoli nobili e ceppi di lieviti bavaresi mantenuti sempre freschi e pronti all’uso. Anche se l’ingrediente fondamentale è l’acqua del parco Adamello Brenta, la più vasta area naturale protetta del Trentino.
È proprio questo polmone verde la culla delle birre Val Rendena, improntate allo stile tedesco delle birre lager: “apparentemente semplici, fondamentalmente complesse”, un’azzeccata definizione dei due titolari per sottolineare che eventuali difetti nella fase di ammostamento non possono essere mascherati da una massiccia luppolatura. Ed è all’interno di questo perimetro che il birrificio Val Rendena ha mosso i passi di un percorso decennale costellato da successi e riconoscimenti che hanno portato alla creazione di un nuovo impianto produttivo nel 2015, a soli tre anni di distanza dalla nascita del marchio.
La gamma produttiva conta su sei referenze fisse, tra cui spiccano la pluripremiata Weizen, una 5,3 gradi alcolici in stile weiss, torbida, corposa, con un bel bouquet fruttato e una nota acidula, la Vienna, ambrata dall’impronta dominante del malto, che regala sensazioni di crosta di pane e sfumature caramellate appena smorzate da accenti luppolati. Ci sono poi la Brunilde (ottima Dunkel Weiss) e la Helles, classica lager chiara e beverina, declinata anche nella versione senza glutine, dov’è più marcata l’azione amaricante dei luppoli. Il forte legame col territorio è espresso però soprattutto dalla Bira da L’Ors: colore scuro con riflessi ramati, cappello di schiuma fine e compatto e gusto intenso, in cui si percepiscono sentori di torrefazione, richiami terrosi e speziati e accenni di luppolo per una bevuta complessa, corposa e appagante. Completano la proposta le tre birre stagionali:
- la Estiva, color oro, con generosa schiuma e un profilo agrumato che arriva subito al naso e poi alla palato, grazie al sapiente utilizzo del luppolo Citra per una bevuta facile e leggera (4,6% di volume alcolico);
- la Winter Zeit, rossa in stile bock da 6 gradi alcolici, con una morbida schiuma che introduce a sensazioni avvolgenti, in cui l’amabile del malto è protagonista e sprigiona aromi tostati di cereali e caramello, lasciando dietro ogni sorso una piacevoli sfumature;
- la Birra di Natale, dorata e leggermente ambrata, in cui il malto è ben in evidenza e le dà una connotazione di birra corposa ma al tempo stesso scorrevole, con un tenore alcolico contenuto (5,2%).
Tutte le birre Val Rendena sono prodotte nell’unico formato da 50 cl, ad eccezione della Bira de L’Ors e della Birra di Natale (75 cl), e acquistabili direttamente in birrificio oppure sull’e-shop.
Birrificio di Fiemme (Loc. Santa, 7 – Masi di Cavalese, TN)
Stefano Gilmozzi e sua moglie Luisa possono essere considerati dei pionieri della birra artigianale in Trentino. Nel 1999, quando hanno avviato il Birrificio di Fiemme, dedicarsi all’arte brassicola sembrava una scommessa parecchio azzardata. La scommessa però è stata vinta alla grande e oggi possiamo parlare di uno dei rari esempi di birrificio agricolo, che coltiva in proprio tutte le materie prime impiegate per la produzione delle birre.
La tenuta della famiglia Gilmozzi conta infatti su un luppoleto di circa 7200 mq, su un vitigno di varietà Solaris e su terreni dedicati alla coltura dell’orzo distico, col progetto di dotarsi anche di un impianto per la trasformazione in malto. Un contributo decisivo in tutto questo lo danno anche i tre figli di Stefano e Laura: Francesca in qualità di tecnica agraria, Stefania (beer sommelier) e Michele, che da anni ormai affianca il padre come mastro birraio. Il risultato di questo lavoro di squadra si articola in una gamma di birre, che spazia dagli stili più classici a vere e proprie chicche. Tra le classiche:
- la Fleimbier, una helles in bassa fermentazione da 4,8 gradi alcolici, chiara e beverina, col suo equilibrio tra sentori di cereale e note amaricanti;
- la Weizenbier (4,8% di volume alcolico), perfetta interpretazione dello stile weiss, dal colore torbido e la schiuma compatta, in cui sono il bouquet floreale e le note agrumate a prendersi la scena;
- la Larixbier, ispirata alle dunkel bavaresi, dal colore ambrato, densa e corposa col malto protagonista per un gusto amabile, caratterizzato da piacevoli sentori di caramello e crosta di pane per una bevuta appagante e con un tenore alcolico piuttosto contenuto (5,6%).
Per quanto riguarda le speciali, vale la pena segnalare la Black Sheep, un’extra stout da 6 gradi alcolici nata dalla dalla collaborazione col mastro birraio Andrea Rizzardi, dal color ebano, schiuma morbida e ben definita e un corpo pieno, in cui i sentori di torrefazione sono intensi a ogni sorsata.
C’è poi la Canapa, una blond ale da 5,5% di alcool dal retrogusto resinoso dell’ingrediente che la caratterizza, e la Lupinus. Quest’ultima è davvero un unicum, caratterizzata dall’uso del lupino di Anterivo, leguminosa tipica dell’omonimo paese trentino, che dopo anni in cui ha rischiato di estinguersi è ora al centro di un progetto di valorizzazione – se ne estrae infatti una bevanda tradizionalmente usata come alternativa al caffè. Sfumature di questo particolare aroma si ritrovano dunque nella Lupinus, birra dal colore ambrato intenso, che sprigiona al naso profusioni di frutta matura, da cui emergono accenti tostati, protagonisti anche al palato, dove il gusto si completa con sfumature che ricordano la liquirizia.
Infine, la Winterbier, con una base di malto d’orzo e malto di segale su cui si innesta la speziatura di cannella, vaniglia, bucce d’arancia amara, anice stellato e coriandolo, che si inserisce nel solco delle birre di Natale e che è prodotta esclusivamente in quel periodo.
Tutte le Birre di Fiemme sono acquistabili direttamente nell’agriturismo della famiglia Gilmozzi, a Masi di Cavalese, o alla sezione shop-online del sito.
Agribirrificio Guggenbräu (Via Avigna, 31 – San Genesio Atesino, BZ)
L’ispirazione che viene dal luppolo: è il caso dell’agribirrificio Guggenbräu, condotto da Matthias Volgger insieme alla moglie Kathrin, ai suoceri Herta e Johann e alla cognata Martina. Una gestione familiare per un’azienda agricola che coltiva e produce tutto quanto serve al fabbisogno domestico e alla produzione delle birre. Si tratta anche in questo caso, infatti, di un birrificio agricolo, che conta su terreni coltivati a orzo, frumento, farro monococco e segale, e su un luppoleto dove dimorano undici varietà diverse di luppolo. E non manca il luppolo selvatico, quello che da sempre cresce spontaneamente nei pressi del maso di famiglia – uno dei più storici, di cui si trova menzione in un documento del 1379 – e che ha suggerito l’idea di dedicarsi alla produzione di birra. Idea concretizzatasi ufficialmente nel 2020 e consolidatasi in una rosa di sei referenze disponibili tutto l’anno, più una “birra del mese”.
Le più classiche sono la Guggenhell e la Guggendunkel: entrambe si rifanno allo stile lager, quindi bassa fermentazione, grande bevibilità, tenore alcolico contenuto (4,7%), con la prima che è chiara e dai sentori fruttati e la seconda color rame scuro e con l’amabile del malto in primo piano.
La Summerfrische è invece la più leggera e beverina della casa, con un bassissimo volume alcolico (3,2%), un bel color oro e la combinazione dei luppoli “Mandarina Bavaria” e “Callista” a determinarne il carattere amarognolo dalle sfumature floreali.
C’è poi la Guggenweisse (5% alcol), prodotta con frumento non maltato, torbida e dal colore giallo paglierino, che si distingue per la nota acidula del lievito combinata a bei sentori agrumati. Completano il quadro la Hopfenliab, pale ale da 5,2 gradi alcolici, ambrata, corposa e dominata da profumi e aromi di frutta tropicale dovuti alla combinazione dei luppoli, e la Craftvoll. Quest’ultima è una brown ale, dal colore ambrato scuro e 5,6% di volume alcolico, con un ben definito strato di schiuma che introduce a una sorsata in cui si evidenzia il corpo pieno e il gusto strutturato, in cui il malto regala sensazioni di noci e crosta di pane, mentre un accenno amaricante arriva a riequilibrare il finale. Tra le birre in edizione limitata citiamo:
- la Balticum 2021, birra a bassa fermentazione prodotta con l’aggiunta di segale e invecchiata per almeno 6 mesi in botti di castagno per una complessità aromatica in cui emergono suggestioni di cioccolato e liquirizia e dolci richiami di miele e vaniglia;
- la AuRum 2021, golden strong ale caratterizzata dalla fermentazione con favi di api interi e soprattutto dall’affinamento di tre mesi in botti di legno di quercia bianca utilizzate in precedenza per l’invecchiamento del rum per una bevuta intensa, da meditazione e dal tenore alcolico sostenuto (9,3%);
- la Keschtinator 2021, una doppelbock scura e corposa, in cui l’impronta delle castagne arrostite utilizzate in fase di fermentazione è accentuata dall’affinamento con legno di castagno e sprigiona accenti tostati che ben si intonano a una bevuta autunnale.
Sul sito è attivo un canale di vendita con consegna a domicilio in tutta Italia.
Birrificio Rethia (Via ai Fossadi, 21 – Vallelaghi, TN)
Il Birrificio Rethia nasce nel 2014 e si fonda sulla gestione di Nicola Avi e sull’esperienza del mastro birraio Cristiano Faes. L’attività è cresciuta molto nel corso degli anni, fino all’ampliamento del 2019, quando è stato realizzato un pub con vista sugli impianti di produzione, dove le birre della casa vengono proposte alla spina in abbinamento a pizze e stuzzicherie.
A proposito di birre, tra le referenze fisse si toccano diversi stili, a partire dalla Lagerona, che già nel nome richiama la tradizione tedesca della bassa fermentazione, qui rappresentata da una chiara da 5,2 gradi alcolici, poco vivace e dai piacevoli sentori di cereale.
Ci sono poi la Marina (4,8% alcool), una gose al sale integrale di Cervia che crea un intrigante contrasto con la speziatura a base di coriandolo, e la Jet Lag (6,3%), rossa alla segale che gioca sull’equilibrio tra il robusto corpo tostato e le note resinose apportate dall’intensa luppolatura.
Pacific Pils e Tropicana portano lontano coi loro luppoli esotici: caratterizzata da quattro diversi ceppi dell’area del Pacifico la prima, profusione di varietà che sprigionano aromi di frutta tropicale la seconda, medaglia d’oro al Brussels Beer Challenge 2021.
La Magnolia è invece un’eccellente blanche dal moderato tenore alcolico (5%) in cui frumento e avena, insieme all’orzo, creano una base delicata su cui si innestano le speziature date dal coriandolo e da bucce di bergamotto e limone. La Mariamata (5,8%) è una sinfonia di dieci varietà di luppolo per una bevuta dalla piacevole complessità aromatica e con i sentori amaricanti in primo piano. In ultimo, va citata la Wild Side: Italian Grape Ale frutto della collaborazione con l’azienda agricola Pravis fresca di primo posto nella sua categoria al Beer Attraction 2023 di Rimini.
L’esplorazione dei birrifici artigianali del Trentino Alto-Adige si conclude qui. Avete trovato spunti interessanti per appagare la voglia di sorseggiare una buona birra?
Immagine in evidenza di: oconnelll/shutterstock.com
L’articolo Trentino Alto-Adige, dove la birra artigianale è di casa sembra essere il primo su Giornale del cibo.