La cucina come inclusione nell’agriturismo sociale “La Lanterna di Diogene” in provincia di Modena
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Nel cuore della bassa modenese esiste un luogo di inclusione, di tradizione e di cucina. È la Lanterna di Diogene, molto più di una semplice osteria dove mangiare tortelloni, tagliatelle e tutte le delizie della cucina emiliana: qui infatti alcune persone con disabilità hanno trovato opportunità di crescita, lavoro e condivisione. L’eterogenea brigata della Lanterna si occupa di tutto: dall’orto al servizio al tavolo, con l’entusiasmo e il calore che si respira nelle vecchie osterie della zona. Per farci raccontare meglio abbiamo raggiunto Giovanni Cuocci, fondatore della rassegna e inserito tra i finalisti del Basque Culinary World Prize nel 2019, premio che riconosce il valore degli chef che trasformano la società attraverso la gastronomia.
La Lanterna di Diogene, un agriturismo che racconta i sapori dell’Emilia
La Lanterna di Diogene nasce nel 2003 al tavolo di un’osteria dove un gruppo di amici ha l’idea di creare qualcosa di nuovo. Giovanni ci racconta che avevano a cuore il territorio dove vivono e le persone che lo abitano: “oggi si parla di inclusione sociale, noi pensavamo semplicemente a tutti attorno a noi, compreso chi si trova in difficoltà. Ci interessava, poi, coltivare prodotti agricoli in maniera sostenibile.” Nel cuore di una delle regioni agricole più importanti d’Italia, la Lanterna si pone l’obiettivo di coltivare senza depauperare il terreno e allevare nel pieno del rispetto del benessere animale. Dalla terra al tavolo dell’osteria il passo è breve, almeno nei progetti: “sognavamo un agriturismo dove potesse esserci la convivialità e l’incontro con la diversità.”
Ci sono voluti tre anni dedicati all’orto sinergico, all’allevamento e alla vigna per la produzione di aceto prima dell’inaugurazione, nel 2006, dell’osteria della Lanterna di Diogene che si trova a Solara di Bomporto, sull’argine del fiume Panaro, in provincia di Modena. Oggi le attività si sviluppano su tre piani: agricoltura, osteria e un laboratorio socio-occupazionale frequentato da 16 persone con disabilità affiancate da tre psicoterapeute che svolgono percorsi di formazione preparando, ad esempio, la sfoglia per l’osteria o contribuendo alla cura dell’orto. A gestire la Lanterna è l’omonima cooperativa sociale, di cui sono soci insieme gli 8 dipendenti di cui 5 cosiddetti “normodotati”, ma anche i ragazzi che frequentano il laboratorio, in un clima di condivisione e partecipazione per cui ciascuno apporta il suo contributo. Giovanni racconta che “volevamo costruire un’attività dove potessero lavorare anche persone con problemi (sindrome di down, psicosi, paralisi cerebrale infantile), dove il lavoro fosse costruito insieme cercando di andare incontro agli interessi dei collaboratori. Di fatto, abbiamo costruito una realtà che ci permette di fare un lavoro che piace, che dia soddisfazione, fatto insieme a persone con le quali si sta bene.”
La ricchezza della diversità a tavola come nell’Aceto Balsamico di Modena
La diversità alla Lanterna è ovunque, talmente naturale da passare quasi inosservata. È nell’orto sinergico dove tutte le piante di differenti specie convivono e si aiutano a vicenda, proteggendosi e condividendo gli elementi nutritivi. Ma è quando iniziamo a parlare di cucina che emerge la visione di Giovanni: “pensiamo all’aceto balsamico tradizionale di Modena. È un prodotto che la suo interno ha sapidità, acidità e dolcezza. Questi elementi che, solitamente, troviamo in singoli cibi, qui stanno insieme in armonia. È la massima dimostrazione di come la diversità può unirsi, ed è quello che proviamo a fare alla Lanterna: lavorare tutti insieme e darci una mano.”
Ciascuno lavora secondo le sue capacità, interessi e possibilità. Anche le decisioni sono condivise all’interno della cooperativa e chi vota e decide sono le stesse persone che lavorano. Anche chi non è assunto, specifica Giovanni, è comunque socio e quindi ha potere di contribuire attivamente allo sviluppo del progetto. Per capire come funziona il lavoro alla Lanterna, il fondatore ricorre a un’altra metafora al 100% emiliana. “Immaginiamo il tortellone. Qui c’è chi dà da mangiare alle galline, chi pulisce il pollaio e raccoglie le uova, chi fa la sfoglia, chi può farcirla con il ripieno. Qualcun altro chiude il tortellone, lo cuoce e lo serve. Ciascuno fa un pezzetto: da solo in un giorno potrei realizzare 10 tortelloni, insieme in tranquillità e allegria ne facciamo cinque volte di più!”
“Questo è il senso del come dovrebbe funzionare nella società normale” ragiona Giovanni, soffermandosi su come ogni attività svolta alla Lanterna – ma anche ogni piatto dell’osteria – rifletta gli stessi valori che hanno portato il gruppo di amici a dare il via a questa avventura: amore per la terra, per la tradizione e per le persone. A tavola si mangiano le preparazioni realizzate con i prodotti coltivati e allevati alla Lanterna, insieme a una rete di fornitori locali con la stessa cura per la sostenibilità. “Questo” precisa il fondatore, “non perché i prodotti dell’Emilia-Romagna siano migliori, ma perché desideriamo raccontare un territorio attraverso i suoi sapori. Ci piace far sentire tutti gli ingredienti che usiamo: ciascuno ha pari dignità e può lasciare qualcosa a chi mangia. Nel tortellino, ad esempio, usiamo meno noce moscata e parmigiano reggiano perché sono fatti con il prosciutto stagionato per ben tre anni dei maiali allevati da noi e emerga ciò che è più vicino. Il nostro menù rappresenta la nostra esperienza.”
Un’attività sociale che non si è mai fermata, nonostante il Covid-19
L’Osteria della Lanterna di Diogene è soltanto la punta dell’iceberg dell’attività di questo affiatato gruppo. “Noi siamo un’attività sociale nel senso che vogliamo essere un’azienda e un’impresa che funziona con parametri diversi” ribadisce Giovanni spiegandoci che, nonostante le restrizioni imposte alla ristorazione per arginare la pandemia da Covid-19, le attività della Lanterna non si sono sospese.
“Ogni lunedì (quando previsto dai Dpcm, nrd) siamo al mercato di Campi Aperti, di cui siamo soci, a Bologna e lì vendiamo i nostri prodotti. Aceto, salame, marmellate, talvolta gli ortaggi, le nostre tisane con le erbe officinali, ma soprattutto le uova. Ogni settimana vanno a ruba e ne siamo davvero molto soddisfatti!”
Conoscevate la Lanterna di Diogene? Da anni ormai ha ottenuto la prestigiosa “Chiocciola” delle Guide Slow Food a testimoniare che una visita alla Lanterna vale non soltanto per le persone che ci lavorano, ma anche per la qualità e il gusto di tutto ciò che viene coltivato, preparato e servito sempre con allegria e voglia di sedersi a tavola in compagnia!
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